CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] se stesso, "lombardo", il diritto di fare ciò che i Fiorentini più non sapevano o non volevano, così come quasi tutti i più le novità in opera di lingua italiana, in risposta a Francesco Villardi che per futili motivi gli era diventato nemico e ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] preferenza all’uso romano nei casi di divergenza dall’uso fiorentino – ha avuto scarsi effetti. Il più recente manuale di ; G. Ruffino, Palermo, Sellerio, pp. 199-208.
Sabatini, Francesco (1985), L’“italiano dell’uso medio”: una realtà tra le varietà ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] conciliazione tra le idee di Bembo e il punto di vista fiorentino si ebbe solo con l’Ercolano di ➔ Benedetto Varchi ( attenuato da interpretazioni edulcorate del pensiero ascoliano (come quella di Francesco D’Ovidio). La tesi di Ascoli, in ogni modo, ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] l’accento ([tu ˈkandə] «tu canti»).
D’Ovidio, Francesco (18953), Le correzioni ai Promessi Sposi e la questione della lingua, Napoli, Luigi Pierro.
Castellani, Arrigo (1952), Nuovi testi fiorentini del Dugento, Firenze, Sansoni, 2 voll.
Castellani ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] della proposta arcaizzante di ➔ Pietro Bembo, che appoggiava la lingua letteraria all’uso degli autori fiorentini del Trecento, soprattutto ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio, spezza il filo che le lingue cortigiane mantenevano con la lingua ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] regresso in parecchie località;
(ii) il dittongamento di tipo fiorentino (e italiano) di /ɛ/ originaria in sillaba libera, Risparmio di Jesi, 2 voll., vol. 2º, pp. 1899-1946.
Franceschi, Temistocle (1993), L’ascolano fra “romanico” e “romanzo”. Uno ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] integrarono con l’uso moderno, anche se le parole del fiorentino vivo erano documentate di preferenza attraverso gli autori antichi. Fu Milano - Roma, Soc. Editrice La Cultura, 1930).
Sabatini, Francesco et al. (2005), Lingua e pane d’Italia a Milano ...
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La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] stare, che ha ancora e tonica come nel più antico fiorentino (dea, stea, deano, steano, ma nella redazione di stilistiche, in Vitale & Branca 2002, vol. 2°.
Bruni, Francesco (1990), Boccaccio e l’invenzione della letteratura mezzana, Bologna, il ...
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Per comprendere il nesso tra storia della lingua e storia della Chiesa è sufficiente ricordare i caratteri cruciali delle cosiddette religioni abramitiche, le religioni, cioè, che vedono nelle vicende [...] Bergamo presero posizione sull’uso della lingua letteraria, del fiorentino vivo o dell’italiano comune, e si spinsero a . Bàrberi Squarotti, Torino, UTET, 2 voll., vol 1°.
Bruni, Francesco (2003), La città divisa. Le parti e il bene comune da ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] , Roma - Padova, Antenore.
Giambullari, Pierfrancesco (1986), Regole della lingua fiorentina, edizione critica a cura di I. Bonomi, Firenze, Accademia della Crusca.
Soave, Francesco (2001), Gramatica ragionata della lingua italiana, a cura di S ...
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fiorentino
agg. e s. m. [lat. Florentīnus, agg. di Florentia «Firenze»; cfr. la forma latineggiante Fiorenza del nome della città, frequente nell’uso poet. (anche in Dante) e in quello dialettale di varie parti d’Italia]. – 1. agg. Di Firenze,...
santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In origine, equivalente di sacro, riferito...