Tipo di lingua semplificata, nata dal contatto tra una lingua straniera (specialmente una lingua europea coloniale) e una o più lingue indigene, usata nella comunicazione tra persone che non parlano ciascuno [...] , a base portoghese ecc. In particolare, il p.-english è costituito da un lessico inglese molto semplificato su una base grammaticale e fonetica cinese; come gli altri tipi di p., si è formato e diffuso nel 19° sec. quale mezzo di comunicazione negli ...
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RIBEZZO, Francesco
Glottologo, nato l'8 maggio 1875 a Francavilla Fontana. Studiò a Napoli, Firenze e Lipsia (presso K. Brugmann). Docente dell'università di Napoli dal 1914, è stato successivamente [...] e la diresse, col concorso di altri studiosi, fino al 1937.
Dopo alcune indagini su questioni controverse della fonetica (Il problema capitale delle gutturali indoeuropee, Napoli 1903; sullo stesso argomento ritornò con studî pubblicati nel VI vol ...
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(o pehlevi) La fase media dello sviluppo storico del gruppo linguistico iranico e la letteratura, religiosa e profana, redatta in tale lingua e scrittura. Il p., costituito da 2 dialetti principali il [...] aramaico, che in questo processo subì le seguenti modifiche: caduta di alcune lettere che non avevano corrispondenza fonetica nelle lingue iraniche; utilizzazione di segni, in origine consonantici, per annotare vocali e consonanti; uso di parole ...
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Lingua derivata dal latino, l’italiano fa parte della famiglia romanza (detta anche, meno spesso, neolatina) insieme a francese, spagnolo, portoghese, gallego, catalano, romeno e altre minori. A causa [...] si trova la frase seguente:
(2) doukipudonktan, se demanda Gabriel excédé
La prima parola non è che la traslitterazione scherzosamente quasi-fonetica della frase francese d’où qu’il pue donc tant (più o meno «com’è che puzza insomma tanto»): l’una e ...
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La grammaticalizzazione è il fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore [...] sufficienti, perché si abbia grammaticalizzazione: indebolimento semantico (all’ingl., semantic bleaching), riduzione morfologica ed erosione fonetica.
Per indebolimento semantico s’intende la perdita di tutto (o quasi) il contenuto semantico di una ...
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scevà Nella terminologia della scuola masoretica di Tiberiade, nome (dall’ebraico shĕwā, der. di shaw «niente») di un simbolo grafico ebraico che viene sottoscritto a un grafema consonantico e ha diverse [...] composito, associato ai simboli grafici delle vocali segōl, qamaṣ e pataḥ, denota i ḥatēfīm, vocali di quantità brevissima.
In fonetica, la vocale centrale, equidistante dalle estreme. Uno s. (ǝ) è stato postulato per l’indoeuropeo sulla base di casi ...
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Filologo (Stettino 1827 - Lichtenthal, Baden-Baden, 1906), prof. nell'univ. di Halle, passò poi nel 1872 a quella di Strasburgo, dove insegnò sino al 1879 filologia romanza. Le sue opere principali sono, [...] Poesie der Gegenwart (1870). Si occupò anche di letteratura spagnola (Francisca Hernandez und fray Francisco Ortiz, 1864, ecc.). Dal 1871 al 1895 diresse le Romanische Studien. Compilò un sistema di trascrizione fonetica per le lingue romanze. ...
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Scevà (adattamento italiano di Schwa, trascrizione tedesca del termine grammaticale ebraico shĕvā /ʃəˈwa/, che può essere tradotto con «insignificante», «zero» o «nulla») è il nome di un simbolo grafico [...] plurale è segnalato solo dalla vocale tonica interna che ha subito un processo di ➔ metafonia: /neˈpote/ «nipote» è foneticamente [neˈpotɘ], mentre /neˈputi/ «nipoti» diventa [neˈputə], sicché il plurale è riconoscibile solo grazie alla vocale tonica ...
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L’univerbazione è il risultato di un processo diacronico che conduce alla «[f]usione – manifestata anche dalla grafia – di due parole originariamente autonome (palco scenico - palcoscenico, in vece - invece, [...] unità del genere «è d’alto uso, abituale, tanto più se ne è affermata la variante grafica (e, in fondo, anche fonetica) univerbata: buonuscita è ormai scrizione più frequente di buon’uscita; la grafia separata di malessere è ormai del tutto in disuso ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] , del cosiddetto ➔ italiano popolare (D’Achille 1994; Trovato 1994: 32-44; Marazzini 1993: 42-54).
L’esigenza di rendere pienamente fonetica l’➔ortografia del volgare introducendo caratteri distinti per e e o aperte e chiuse, u e v, c e g palatali e ...
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fonetica
fonètica s. f. [dall’agg. fonetico]. – Nella linguistica tradizionale, ramo della scienza linguistica che studia i fonemi, o suoni articolati dall’apparato di fonazione umano: f. generale; f. storica, che descrive lo sviluppo di un...
fonetico
fonètico agg. [dal gr. ϕωνητικός, der. di ϕωνή «voce, suono»] (pl. m. -ci). – Che concerne la fonetica, in generale, o il fenomeno della fonazione, o i fonemi in partic. e il loro sistema: studî f., ricerche f.; i caratteri f., la...