Un inveterato luogo comune vuole l’italiano come la più adatta tra le lingue al canto, soprattutto per una ragione fonetica e una sintattica: la ricchezza di suoni vocalici, specie in fine di parola, e [...] la scarsità di consonanti aspre, gutturali e aspirate; la libertà nell’ordine delle parole, supposta come superiore al francese, all’inglese e ad altre lingue moderne (➔ immagine dell’italiano).
Il mito ...
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CAMPUS, Giovanni
Massimo Pittau
Nacque a Osilo (prov. di Sassari) il 2 dic. 1875; fu professore di scuole medie in diverse località della Sardegna e in seguito professore di liceo a Torino. Qui pubblicò [...] del sardo degna di essere considerata e studiata in sé e per sé.
L'analisi che il C. condusse della fonetica del sardo-logudorese, tanto nella sua dimensione sincronica quanto in quella diacronica, era di notevole valore scientifico, sia perché bene ...
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Quinta lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
Trae origine dalla lettera E dell’alfabeto greco, che a sua volta risale a un prototipo fenicio usato dai Fenici propriamente con il valore di h.
In fonetica, [...] delle é e delle è nelle parole italiane ha però le sue ragioni, che sono chiarite dalle seguenti regole fondamentali di fonetica storica: a) la é italiana continua la é del tardo latino, in cui si erano venuti a confondere, scomparsa la funzione ...
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Linguista statunitense (Columbus, Ohio, 1916 - Ithaca, New York, 2000); dal 1946 insegnò nell'univ. di Cornell. Figura tra le più attive e influenti della linguistica statunitense, operò in molti campi, [...] dalla fonetica alla semantica, dai rapporti tra linguistica e matematica alla comunicazione animale. Specialista di lingue americane (soprattutto algonchine) e di cinese, scrisse, tra l'altro, A manual of phonology (1955), A course in modern ...
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Scuola di linguisti fondata da K. Brugmann e H. Osthoff e chiamata n. (junggrammatische Richtung) a partire dal 1878, accettando la denominazione ironica creata da F. Zarncke con intento polemico. Il principio [...] ’esito regolare dell’-ĕ- lat. accentata in sillaba libera). Gli altri caratteri principali della n. sono l’interesse predominante per la fonetica, per i dialetti o comunque per le parole e le forme di tradizione popolare, e infine per gli aspetti e i ...
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BARTOLI, Giorgio
Piero Fiorelli
Nacque il 4 ottobre 1534.
"Gentiluomo Fiorentino" è qualificato nel frontespizio dell'unico suo libro, postumo, al quale è raccomandata la sua meritata fama di precursore [...] , s e z sorde da s e z sonore: sono i quattro punti in cui le innovazioni contenute nel suo alfabeto fonetico vengono a coincidere con le proposte pratiche fatte da altri scrittori del Cinquecento nei loro tentativi di riforma dell'ortografia.
Echi ...
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ROUSSELOT, Jean-Pierre
Vittore Pisani
Fonetico francese, nato a SaintClaud (Charente) il 14 ottobre 1846, morto a Parigi il 16 dicembre 1924. Fu professore nell'Institut Catholique di Parigi e direttore [...] prevedere. La sua dottrina, quale appare da questa e da successive pubblicazioni, è in breve la seguente: i mutamenti fonetici si compiono per gradi e, se considerati su un territorio abbastanza esteso, scaglionano le tracce delle varie tappe; essi ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] ’eloquio: una pronuncia può essere più o meno accurata, più o meno trascurata. Dal punto di vista dell’analisi fonetica (➔ fonetica), questi concetti sono stati ridefiniti a partire da Lindblom (1990), che ha elaborato la cosiddetta teoria H&H ...
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Fratta (Frattesi)
Pier Vincenzo Mengaldo
In VE I XI 6 D. condanna recisamente (eicimus), alla pari coi più brutti volgari d'Italia, montaninas omnes et rusticanas loquelas, lontane per la loro aberrante [...] fonetica (accentus enormitate) dalla lingua dei mediastini cives: e le esemplifica con Casentinenses et Fractenses (v. CASENTINO; MEDIASTINUS). Nessun dubbio che vada mantenuta la lezione Fractensef del ms. berlinese (il cod. di Grenoble e il ...
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Grande famiglia di lingue indigene dell’America Settentrionale, estesa in tutte le regioni occidentali dal confine canadese al Messico, e divisa in 3 rami: scioscione, pima-sonora, nahuatl o azteco. Le [...] principali caratteristiche sono: nella fonetica, l’assenza, nel consonantismo, di sonore originarie, e la presenza, in quasi tutte le lingue della famiglia, di labiovelari originali e di suoni laterali (questi ultimi più conservati nel gruppo nahuatl ...
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fonetica
fonètica s. f. [dall’agg. fonetico]. – Nella linguistica tradizionale, ramo della scienza linguistica che studia i fonemi, o suoni articolati dall’apparato di fonazione umano: f. generale; f. storica, che descrive lo sviluppo di un...
fonetico
fonètico agg. [dal gr. ϕωνητικός, der. di ϕωνή «voce, suono»] (pl. m. -ci). – Che concerne la fonetica, in generale, o il fenomeno della fonazione, o i fonemi in partic. e il loro sistema: studî f., ricerche f.; i caratteri f., la...