strutturalismo Teoria e metodologia affermatesi in varie scienze dal primo Novecento, fondate sul presupposto che ogni oggetto di studio costituisce una struttura, costituisce cioè un insieme organico [...] distinse due tipi: gli oggetti concreti, come i suoni, appartenenti alla parole, e le sistemazioni cognitive, come i fonemi, che compongono la langue. Il sistema linguistico appare così il risultato di una classificazione arbitraria, cioè non fondata ...
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Termine (sanscrito «legamento») usato dai grammatici indiani per designare il complesso dei fenomeni di accomodamento fonologico che si manifestano quando due o più parole sono pronunciate di seguito, [...] finali e iniziali, che in molti casi scompaiono per dar luogo a un fonema diverso; talvolta si ha soltanto l’inserzione di un fonema nel punto di congiunzione. Si tratta di fenomeni detti comunemente di fonetica sintattica, ma il s. costituisce ...
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La fonetica linguistica è lo studio dei suoni (o foni; ➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di) prodotti dai parlanti nell’atto di pronunciare una lingua. Ciò non esaurisce la totalità dei suoni [...] fonetica, anche se non è possibile indicare il punto esatto della transizione fra le due sillabe.
La geminazione distintiva dell’italiano riguarda i seguenti 15 fonemi consonantici: [p b t d k g m n r f v s l ʦ ʣ]:
(7) fa[tː]o ~ fa[t]o, ca[lː]o ~ ca ...
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Gli allofoni (o varianti) sono le diverse realizzazioni concrete che un fonema ha nella catena parlata. Per es., a due pronunce della parola pane, di cui la prima contiene una [a] e la seconda una [æ], [...] ɱ] con lo stesso luogo labiodentale di /f/. Oltre al luogo è possibile assimilare anche il tratto [±sonoro] in base alla sonorità del fonema seguente, come nei casi di [s]tentato, ove il fono [s] è sordo come l’occlusiva [t] seguente e [z]dentato ove ...
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scripta In filologia, l’insieme dei vari usus scribendi per una determinata località, area, regione, in un determinato periodo di tempo, con particolare riferimento ai testi in volgare medievale dell’Europa [...] occidentale (s. documentaria, s. cancelleresca ecc.); si caratterizza soprattutto per l’uso di segni grafici particolari (digrammi, cediglia ecc.) per rendere fonemi sconosciuti al latino classico. ...
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. Il termine viene usato generalmente in linguistica per indicare la teoria fonologica elaborata da R. Jakobson secondo cui i sistemi fonologici di qualunque lingua sono basati su un numero limitato (circa [...] o uno zero, a seconda che il tratto distintivo abbia valore positivo, o negativo, o non sia pertinente per il fonema in questione. La teoria ha due componenti, una di provenienza hegeliana, legata alla formazione filosofica di Jakobson, e inquadrata ...
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In fonetica, si dice di articolazione realizzata mediante un sollevamento o abbassamento della laringe con glottide perfettamente chiusa. Le articolazioni r. egressive sono dette eiettive, quelle ingressive [...] sono dette iniettive. Le r. eiettive sono presenti nel sistema fonematico di molte lingue caucasiche; è frequente in individui di lingua francese una realizzazione r. eiettiva dei fonemi occlusivi sordi seguiti da pausa. ...
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Prima lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
Deriva dall’alfabeto fenicio, attraverso quello greco; il suo nome greco alfa è l’adattamento della parola fenicia ’lp «toro», dalla forma primitiva del [...] articolata nella glottide e si traslitterare solitamente con il segno ’. Di questa lettera i Greci si servirono per indicare i fonemi vocalici ă (breve) e ā (lungo), con un valore che si è in sostanza conservato negli alfabeti derivati. In italiano ...
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Neuropsicologia del linguaggio
Gianfranco Denes
(Divisione di Neurologia, Ospedale Civile di Venezia SS. Giovanni e Paolo, Venezia, Italia)
Lo scopo di questo saggio è di illustrare il contributo fornito [...] A livello fonologico, invece, le parole sono costituite da sillabe, che a loro volte possono essere segmentate in fonemi. l fonemi possono essere definiti come le unità minime sonore in grado di cambiare il significato delle parole. In italiano, per ...
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In linguistica, si dice di elemento linguistico che in un determinato sistema ha una funzione precisa (e non p., o irrilevanti, gli elementi che non hanno tale funzione); in particolare, tratto p., tratto [...] che, in una determinata lingua, ha abitualmente valore distintivo nella realizzazione di un fonema: per es., la vibrazione è un tratto pertinente, in italiano, nella realizzazione dei fonemi ‹l› e ‹r›, mentre non lo è in giapponese; la velarità della ...
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fonema
fonèma s. m. [dal fr. phonème, e questo dal gr. ϕώνημα «espressione vocale», der. di ϕωνέω «produrre un suono»] (pl. -i). – In linguistica, ogni elemento sonoro, o unità elementare, del linguaggio articolato, considerato sotto l’aspetto...