Filosofo (n. in Scozia, prob. presso Duns, Berwick, 1265-66 circa - m. Colonia 1308). Verso il 1278 entrò nell'ordine dei frati minori; nel 1303 leggeva le Sentenze a Parigi ove divenne poi maestro di [...] spunto polemico dal razionalismo e aristotelismo dellafilosofia domenicana. Dell'aristotelismo egli si serve per penetrare si riflette anche nella teologia, che è concepita come scienza eminentemente pratica trattando di Dio non come oggetto di pura ...
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Filosofo e scienziato (Ilchester, Somersetshire, 1214 circa - forse Oxford dopo il 1292), detto talora per la sua vasta cultura Doctor mirabilis. Agostiniano, fu animato dal gusto per l'osservazione della [...] o Scriptum principale, grande enciclopedia dellescienze in 4 parti (che avrebbe della teologia" contemporanea, individuati anzitutto nel prevalere dellafilosofia aristotelica nella teologia e nell'abbandono della Bibbia, sostituita dal testo delle ...
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Filosofo, giurista ed economista (Londra 1748 - ivi 1832). È stato uno dei maggiori esponenti dell’utilitarismo filosofico («la maggiore felicità del maggior numero di individui») ed un giurista fortemente [...] dellafilosofia e dell'estetica, fu uno dei più conseguenti teorici dell'utilitarismo, posto a fondamento della dottrina del diritto e dello stato, e pervenne alla giustificazione dell di trasformare l'etica in una scienza d'indiscussa validità e la ...
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confucianésimo Complesso delle dottrine di Confucio e dei suoi successori, che costituiscono il fondamento del pensiero cinese classico. Il c. consiste in una riflessione morale, sociale e politica; è [...] dell'individuo
Il c. si rivolge soprattutto alla formazione dell'individuo. Per Confucio gli uomini possono dividersi in quattro classi: chi ha scienza , filosofia, poesia) che raccolgono il più antico sapere, dal 9° al 4° sec. a.C., della civiltà ...
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Cotta, Sergio. - Filosofo italiano del diritto (Firenze 1920 – ivi 2007). Esponente di area cattolica dellafilosofia del diritto, vicino alla filosofiadell'esperienza di G. Capograssi, all'esistenzialismo [...] diritto naturale vigente'' − una categoria costante del pensiero filosofico-giuridico e ancora oggi vitale.
Tra le opere: Montesquieu e la scienzadella società (1953); G. Filangieri e il problema della legge (1954); Il concetto di legge nella Summa ...
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Filosofo italiano del diritto (Catania 1922 - Roma 2001). Tra i giuristi di rilievo della sua generazione, fu osservatore attento dei fenomeni emergenti in campo giuridico e sociale, di cui seppe dare [...] scienze giuridiche dei Lincei), in cui sono evidenti l'avversione al formalismo giuridico e l'affermazione della centralità dell giusfilosofici a Oxford con H. Hart e J. Mabbott. Prof. di filosofia del diritto all'univ. di Catania, poi (dal 1971) all' ...
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Filosofo francese (Parigi 1754 - ivi 1836). Di formazione illuministica, fu assertore di una nuova scienza, l'ideologia, "analisi delle sensazioni e delle idee", intese come fatti psichici in generale.
Vita
Deputato [...] segni viene considerata quella delle idee (in polemica coi Porto-Realisti e Condillac); il D. tende inoltre a identificare la scienza con una lingua ben organizzata, quantunque rifiuti l'introduzione in filosofia di qualsiasi linguaggio artificiale ...
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Filosofo e psicologo (Hull, Yorkshire, 1843 - Cambridge 1925). W. concepì la psicologia come scienzadell'esperire, sottolineandone il carattere di attività e insistendo soprattutto sull'attenzione e sul [...] (1918). W. esercitò notevole influenza sugli sviluppi della psicologia inglese dei primi decenni del Novecento; in specie troppo legata a presupposti filosofici ottocenteschi, risultò ben presto superata. In filosofia sostenne una forma di idealismo ...
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Filosofo italiano (n. Bologna 1933), professore di filosofia teoretica all'Università di Milano. Allievo di E. Paci, si è inizialmente interessato al pensiero fenomenologico, inaugurando successivamente [...] di S., che attraverso di esso ha sottolineato in particolare le valenze filosofiche e ontologiche del simbolo e della scrittura. Tra le opere: Introduzione alla fenomenologia come scienza (1965); Il pragmatismo americano (1972); Semiotica e ...
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Filosofo tedesco (Coswig 1842 - Berlino 1918); successore di F. A. Lange all'univ. di Marburgo, il C. è uno dei principali esponenti, insieme a P. Natorp e a E. Cassirer, della scuola che da questa università [...] il momento creativo. La filosofia, secondo il C., si esaurisce nelle tre sfere della teoresi, dell'etica e dell'estetica, il cui fondamento comune è la coscienza come categoria della possibilità. Nell'etica, scienza del volere puro, è ancora ...
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filosofia
filoṡofìa s. f. [dal lat. philosophĭa, gr. ϕιλοσοϕία, comp. di ϕιλο- «filo-» e σοϕία «sapienza»]. – 1. Nella tradizione occidentale, termine che, a partire da un primo sign. di desiderio di cultura e di conoscenza in generale, si...
scienza
sciènza s. f. [dal lat. scientia, der. di sciens scientis, part. pres. di scire «sapere»]. – 1. Il fatto di sapere, di conoscere qualche cosa; notizia, conoscenza: come ’l mio corpo stea Nel mondo sù, nulla scïenza porto (Dante); siccome...