KANT, Immanuel
Pantaleo Carabellese
Filosofo tedesco, nato in Königsberg (Prussia orientale) il 22 aprile 1724, quarto tra i nove nati in un ventennio dal matrimonio del sellaio Giovanni Giorgio di [...] all'incondizionato o nel riferire le nostre rappresentazioni al soggetto e si ha l'idea pura di anima, o nel riferirle agli oggetti o come fenomeni, e si ha l'idea pura di mondo, o come termini del pensiero in generale e si ha l'idea pura di Dio. Or ...
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tientai (giapp. tendai)
tientai
(giapp. tendai) Scuola cinese del buddhismo mahayana, fondata dal monaco Zhiyi (530-597 d.C.) e basata sul Sutra del loto. Il suo nome deriva dai Monti Tientai nello [...] la realtà con la «Mente» assoluta (equivalente al Tatagatagarbha) presente nella sua interezza in ogni parte assumibile del mondo fenomenico. Il t. fu introdotto in Giappone all’inizio del 6° secolo dal monaco Saicho (Dengyo Daishi) e costituì con ...
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Vedanta
Vedānta
Denonimazione comune a varie correnti filosofiche (➔ anche Śaṅkara; Madhva; Rāmānuja; Vedānta Deśika) che si richiamano esplicitamente alle Upaniṣad, di cui sistematizzano in vari modi [...] si sa, ma che si presume vissuto nel sec 6°. Il testo propone un monismo assoluto, secondo cui il mondo fenomenico non è che apparenza (māyā) e la realtà è invece nonduale (advaita). La teoria della causalità (➔ causalità, dottrine indiane della ...
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carta
carta [Der. del lat. charta, dal gr. chártes, originar. "foglio di papiro"] [LSF] Prodotto industriale, fabbricato con sostanze fibrose in forma di fogli sottili, per scrivere, stampare, involgere, [...] di grandezze fisiche o di altra natura in un certo ambito spaziale o temporale (c. magnetica, meteorologica, ecc.) oppure in ambito fenomenico (c. dei vetri, di reattanza, ecc.). ◆ [ALG] Dato uno spazio topologico T, un suo punto P e un intorno di ...
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Espressione con la quale Kant intende riferirsi alla realtà così come essa è in sé, indipendentemente non solo dallo stato attuale delle conoscenze, ma anche da ogni possibile conoscenza. È una tesi fondamentale [...] , o in sé, delle cose. Sarà poi, nel Novecento, la fenomenologia di Husserl a rifondare integralmente il concetto di fenomeno, non più in contrapposizione alla cosa in sé stessa, ma come sua autentica manifestazione. La nozione kantiana continuerà ...
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Filosofo e mistico indiano, vissuto fra il 10º e l'11º sec. Di famiglia brahmana del Kashmir, fu il sistematore e uno dei più alti rappresentanti della scuola sivaita della Pratyabhijñā ("riconoscimento"), [...] estetica, riallacciandosi alle dottrine di Bhaṭṭa Nāyaka (sec. 10º): per A. l'esperienza estetica è affine a quella religiosa e mistica, in quanto anch'essa, benché solo temporaneamente, proietta il soggetto conoscente al di là del mondo fenomenico. ...
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Yajnavalkya
Yājñavalkya
Saggio indiano (n. forse 800 a.C.) che appare come interlocutore in varie Upaniṣad (➔). Nelle Upaniṣad Y. propone argomenti idealisti circa l’esistenza di un unico assoluto che [...] creazione mediante l’esempio (poi ricorrente nei Vedānta e nel buddismo Madhyamaka) del sogno come metafora dello status irreale del mondo fenomenico. L’ātman creerebbe il mondo come la coscienza crea un sogno, ne gode e poi se ne ritrae. L’ātman ...
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Vicino Oriente antico. Teologia
Wilfred G. Lambert
Alfonso Archi
Lester L. Grabbe
Gherardo Gnoli
Teologia
Teologia mesopotamica
di Wilfred G. Lambert
Le moderne categorie di scienza, di filosofia [...] del pensiero o mentale e un ahu "ossoso": l'uno si riferisce al livello trascendente dell'essere e l'altro a quello fenomenico. Le due esistenze pertanto non sono soltanto quelle della vita e del post mortem, ma hanno un significato più ampio, poiché ...
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. La parola divenire (γίγνεσϑαι) fu adoperata per dinotare la rivoluzione continua delle cose. "Tutto scorre e nulla permane", e però non si può dire che le cose siano: il loro essere consiste nel passare, [...] , indivisibile. La lotta fra Eraclitei ed Eleati si compose nella concezione platonica sulla relazione del mondo delle idee col mondo fenomenico. Per Platone c'è un mondo superiore, che è quello che è (il mondo dell'οὐσία), e un mondo inferiore ...
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LA VIA, Vincenzo
Filosofo, nato a Nicosia il 28 gennaio 1895. Dal 1940 titolare di filosofia alla facoltà di Magistero dell'univ. di Messina, e dal 1958 di filosofia teoretica alla facoltà di Lettere [...] al conoscere, dall'altra, contro lo stesso idealismo, interpretato però come mero fenomenismo e formalismo, sostiene che il contenuto del conoscere non è l'essere fenomenico o ideale, bensì la realtà ontologicamente intesa. Di qui l'identificazione ...
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fenomenico
fenomènico agg. [der. di fenomeno] (pl. m. -ci). – Che ha natura, carattere di fenomeno, che è cioè conoscibile nell’esperienza e attraverso i sensi: il mondo f., la realtà f.; o relativo a ciò che filosoficamente è inteso come...
fenomenismo
s. m. [der. di fenomeno]. – In genere, ogni dottrina filosofica che consideri la realtà esclusivamente o prevalentemente come «fenomeno», cioè come rappresentazione, presupponendo quindi che la realtà sussista in forma obiettiva...