Breve narrazione per lo più in versi. Quando si parla di f. come genere letterario, ci si riferisce comunemente a quella i cui caratteri fondamentali furono segnati già da Esopo e universalmente diffusi [...] ; ma, anche se f. si incontrano sporadicamente in vari scrittori greci e latini, colui che ne fissò il genere fu Fedro. Proprio a lui fa riferimento la copiosa tradizione favolistica medievale, anche se ciò non avviene per conoscenza diretta bensì ...
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BARLETTANI, Francesco
Rino Avesani
Nacque a Volterra presumibilmente verso la fine del sec. XV, ma non sappiamo se appartenne alla stessa famiglia di Lucrezia Barlettani, madre di Tommaso Inghirami [...] detto Fedro, né quali relazioni abbia avuto con Romeo e Ottaviano Barlettani che nel 1471 ebbero parte rilevante nella vita politica cittadina (menzionati da A. Cinci, Il palazzo del potestà di Volterra,nel vol. Dall'archivio di Volterra. Memorie e ...
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cornacchia
In senso proprio il termine compare in Rime dubbie XXX 4 e la cornacchia maliziosa e fella / pensò mutar gonnella, / e da molti altri uccei accattò penne, con riferimento alla favola esopiana [...] (Fedro I 3), giunta a, D. per via indiretta. ...
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Erudito (Cumnock, Scozia, 1655 circa - L'Aia 1730); prof. di diritto a Edimburgo (1698-1710), lasciata la Scozia si stabilì in Olanda; qui pubblicò (1721) un'edizione di Orazio e fu in polemica con R. [...] Bentley; postume le sue edizioni di Virgilio (1743) e di Fedro (1757). ...
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SMART, Christopher
Mario Praz
Poeta, nato a Shipbourne presso Tunbridge (Kent) l'aprile 1722, e morto a Londra il 21 maggio 1771. È autore di due volumi di Poems (1752 e 1763), della Hilliad (1753) [...] satira contro John Hill, famoso ciarlatano, di versioni di Fedro e di Orazio, di una parafrasi dei Salmi: l'entusiasmo per questi ultimi gl'ispirò il suo capolavoro, il Song to David (1763) le cui ardite immagini gareggiano con quelle bibliche. Il ...
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Filologo, nato nel 1668 a Utrecht. Nel 1696 fu nominato professore di latino nell'università di Utrecht, nel 1715 passò a Leida, dove rimase fino alla morte (1741). Curò notevoli edizioni di poeti e prosatori [...] latini (Petronio, Utrecht 1709; Quintiliano, Leida 1720; Fedro, Amsterdam 1698; Orazio, Utrecht 1699; Ovidio, Amsterdam 1727; Svetonio, Amsterdam 1736; Lucano, Leida 1740; ecc.), e una Sylloge epistolaium a viris illustribus scriptarum (Leida 1727).
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HAVET, Louis
Filologo latinista, figlio di Auguste-Ernest (v.), nato a Parigi il 1849, morto ivi il 26 gennaio 1925. Fu professore alla Sorbona e dal 1885 al Collège de France.
Si occupò soprattutto [...] di critica dei testi, dando, tra le altre, pregevoli edizioni plautine (Amphitruo, 1895) e di Fedro; ma anche di indagini stilistiche e metriche (La prose métrique de Symmaque et les origines du "cursus", Parigi 1892).
Il fratello del H., Jules- ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
La nascita e l'evoluzione della scrittura
Giovanni Manetti
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La scrittura costituisce la prima grande [...] rivoluzione tecnologica dell’umanità nell’ambito dei sistemi di comunicazione. Nonostante la critica platonica contenuta nel Fedro (275a), secondo cui essa avrebbe costretto gli uomini a richiamare le cose alla memoria meccanicamente dall’esterno e ...
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Metodo e tecniche nelle scienze sociali
Giancarlo Gasperoni
Alberto Marradi
Metodo
di Alberto Marradi
Il termine 'metodo' è di origine greca, ed è formato dal sostantivo ὁδόϚ (strada) e dalla preposizione [...] μετά, che in questo caso significa 'con'. Etimologicamente il composto significa quindi 'strada con [la quale]'. Nel Fedro Platone parla del metodo di Ippocrate e del metodo dei retori, in un senso che non pare diverso da quello del linguaggio comune ...
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UTILITAS
G. Becatti
¿ W. Koehler
1. Termine critico. - È una qualità che i Romani vogliono trovare associata alla bellezza nelle varie manifestazioni artistiche, poiché l'arte per l'arte è in teoria [...] come un inutile lusus, attività non degna di un cittadino romano. Nisi utile est quod facimus, stulta est gloria, dice Fedro (iii, 17), perciò l'arte più sentita e più celebrata dagli scrittori e anche coltivata di preferenza dai Romani sarà l ...
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favola1
fàvola1 s. f. [lat. fabŭla, der. del verbo fari «parlare»; cfr. fiaba e fola1]. – 1. a. Breve narrazione, di cui sono protagonisti, insieme con gli uomini, anche animali, piante o esseri inanimati (sempre però come tipizzazioni di...
leonino1
leonino1 agg. [dal lat. leoninus, der. di leo -onis «leone»]. – Di, da leone: faccia l., aspetto l. (di uomo che abbia somiglianza col leone, o ne rammenti la maestosità); chioma l., che ricorda la criniera del leone; coraggio l.;...