BIRAGHI, Luigi
Giuseppe Pignatelli
Nato a Vignate presso Cernusco sul Naviglio (Milano), da Francesco e da Maria Fino, il 2 nov. 1801, entrò nel 1810 nel seminario di S. Pietro Martire a Seveso. Ordinato [...] 1849), e dal 1853 quella di lingua greca ed ebraica. Nello stesso anno ebbe l'incarico di esaminatore prosinodale; , in Ambrosius, II (1926), pp. 113-115; A. R. Natale,Scienza e fede nella vita e nell'opera di un fondatore, Milano 1939; Id.,Mons. L. B ...
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CAVALLI, Giacomo
Francesco Raco
Nato a Verona nel 1678 da famiglia ebrea, fu avviato dai genitori allo studio delle lettere ebraiche e latine, progredendo tanto rapidamente da venire incaricato, all'età [...] 1721 monsignor D. A. Passionei, dopo aver iniziato lo studio dell'ebraico, trovò la sua grammatica tanto chiara che ne propose al papa la a Roma nel 1730 con il titolo La vera fede portata in trionfo... nella spiegazione dell'incomprensibile misterio ...
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FEDELI, Stefano
Maria Celeste Cola
Figlio di maestro Giovanni e di Maria Antonietta Montini, nacque a Roma nel 1794 (per le notizie a lui relative, se non altrimenti specificato, cfr. Bulgari, 1958).
Eletto [...] calice, dove alle figure del Padre, della Fede, Speranza e Carità si accompagnano scene tratte dalla Fornari, Gli argenti romani, Roma 1968, p. 132; D. Liscia Bemporad, Arte cerimoniale ebraica in Italia, in Commentari, 1974, 3-4, p. 267, fig. 10; L. ...
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Gesu storico
Gesù storico. – Il decennio con cui si apre il 21° secolo presenta un bilancio della straordinaria ricerca dei 25 anni precedenti che aveva affermato l’ebraicità di Gesù, la discontinuità [...] sui seguenti punti: il Gesù storico può essere attinto solo mediante la fede che egli provocò e che è alla base degli scritti canonici e per es. sull’ebraicità di Gesù (M. Casey), sulla pratica di vita di Gesù come reazione ebraica all’impero romano ...
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teleologia
Composto del gr. τέλος τέλεος «fine» e di λόγος «discorso». Termine con cui si indica una concezione secondo la quale gli eventi, anche quelli non legati all’azione volontaria e consapevole [...] accadimenti mondani. Il cristianesimo, ma anche le religioni ebraica e musulmana, e, nel complesso, la filosofia di ammettere il finalismo per fede e sul fondamento della rivelazione. Non molto più che una «verità di fede» si presenta ormai la ...
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peccato
Dal lat. peccatum, der. di peccare «peccare». Condotta umana qualificabile come negativa dal punto di vista religioso, cioè in riferimento non solo ad altri esseri umani, ma anche al divino. [...] Nella letteratura rabbinica (Midrash, Kabbalah), nel pensiero ebraico medievale e moderno, come nei testi biblici, la sfugge al p. solo mediante l’adesione a una Chiesa o per fede in Cristo, pur riprendendo il concetto del p. come colpa contro gli ...
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Liberde pomo
Paolo Mazzantini
de pomo. Operetta filosofica (L. de pomo sive de morte Aristotilis) composta originariamente in arabo, da autore ignoto, intorno al sec. IX, rimaneggiata più volte in questa [...] lui premesso alla traduzione latina, tutto vibrante di fede cristiana nell'immortalità dell'anima e pervaso da un da un lato con l'originale arabo e dall'altro con la traduzione ebraica e di riflesso quella latina): D.S. Margoliouth, The Book of the ...
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Isaia
Angelo Penna
Profeta ebreo, vissuto nella seconda metà del sec. VIII a.C., probabilmente nato a Gerusalemme da famiglia aristocratica. Di lui si conoscono alcuni episodi della vita privata (aveva [...] , Ezechia). Invano tentò di richiamare il primo alla politica della fede in Dio, l'unica legittima in uno stato teocratico (cfr. C.) non sappiamo altro del profeta, ucciso - secondo una tradizione ebraica - al tempo del re Manasse (687/6-642/1 a.C ...
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paganesimo
Le due occorrenze di questo termine nella forma ‛ paganesmo ' (entrambe in rima, con battesmo e centesmo [e millesmo]) significano " religione pagana "; la prima (Pg XXII 91) è riferita a [...] riferita a Rifeo, e alla sua miracolosa conversione alla fede in Cristo venturo.
L'atteggiamento di D. nei riguardi . a tal fine la voce SALVEZZA), accanto a quella della gente ebraica dell'Antico Testamento (cfr. anche LIMBO) e dei popoli lontani che ...
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Jonas, Hans
Filosofo e storico tedesco delle religioni (Mönchengladbach 1903 - New York 1993). Allievo di Bultmann, con cui si laureò, di Husserl e di Heidegger, lasciò la Germania nel 1933 in seguito [...] in Gran Bretagna e quindi in Palestina, dove insegnò nell’univ. ebraica di Gerusalemme. Fu poi prof. a Montreal e Ottawa e, dal creed to technological man (1974; trad. it. Dalla fede antica all’uomo tecnologico: saggi filosofici); Das Prinzip ...
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osservante
agg. e s. m. e f. [part. pres. di osservare]. – Che osserva, cioè rispetta, una regola, una disposizione e sim.: essere o. dei regolamenti, delle prescrizioni, delle leggi, dei precetti, degli impegni assunti, dei trattati, delle...
paganesimo
paganéṡimo (ant. paganésmo, paganismo) s. m. [der. di pagano; cfr. lat. paganismus]. – 1. a. La religione dei pagani, con riferimento alle concezioni politeiste del mondo greco-romano, spec. considerate in opposizione al cristianesimo;...