Grémillon, Jean
Bruno Roberti
Regista cinematografico francese, nato a Bayeux (Calvados) il 3 ottobre 1901 e morto a Parigi il 26 novembre 1959. Considerato un cineasta maudit, rimase in ombra, senza [...] melodrammatici, spinti a volte fino alla crudeltà, ma sempre con palpitante afflato umano pur nei toni tragici o nel cupo fatalismo delle dinamiche passionali tipiche della sua poetica.
Dopo gli studi al liceo classico di Brest, nel 1920 perfezionò a ...
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Franciolini, Gianni
Simone Emiliani
Regista cinematografico, nato a Firenze il 1° giugno 1910 e morto a Roma il 1° gennaio 1960. Influenzato dal cinema francese degli anni Trenta e dalle atmosfere del [...] da un'ambigua dark lady, che mise in luce il suo stile secco ed essenziale, debitore da una parte di quel fatalismo del realismo poetico francese e anticipatore dall'altro di certi elementi propri del Neorealismo (l'uso degli esterni). Realizzò nello ...
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Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense (n. Waco 1943). La sua opera si caratterizza per la precisa scelta di sottrarsi con coerenza agli schemi dell'industria. Autore di un numero esiguo [...] organizzano una truffa ai danni di un ricco proprietario terriero; ancora una vicenda, dominata da un diffuso senso di fatalismo, in cui i personaggi, disperati e indifesi, si muovono come persi in un paesaggio di infinita bellezza. La propensione ...
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Zerkalo
Paolo Vecchi
(URSS 1974, Lo specchio, colore/bianco e nero, 105m); regia: Andrej Tarkovskij; produzione: Erik Waisberg per Mosfil′m; sceneggiatura: Andrej Tarkovskij, Aleksandr Mišarin; fotografia: [...] di Bach o Tolstoj, con il loro 'sguardo extraterrestre'. In effetti, si limita ad aderire a quella sorta di fatalismo tolstojano secondo cui il destino individuale sfugge alla Storia, ma ad essa appartiene in quanto particella del tutto. Affiora in ...
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The Crowd
Alberto Boschi
(USA 1927, 1928, La folla, bianco e nero, 95m a 24 fps); regia: King Vidor; produzione: Irving Thalberg per MGM; soggetto: King Vidor; sceneggiatura: King Vidor, John V.A. Weaver, [...] della popolazione di New York; tuttavia John Sims è un personaggio dai tratti psicologici troppo individuali (fatalismo, passività, presunzione) per lasciarsi ridurre allo schematismo di un apologo. Il protagonista di questo "dramma dell ...
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La grande guerra
Mario Sesti
(Italia/Francia 1959, bianco e nero, 135m); regia: Mario Monicelli; produzione: Dino De Laurentiis per De Laurentiis/Gray Films; sceneggiatura: Age e Scarpelli, Luciano [...] psicologiche: dalla malizia puerile alla commozione, dal panico al sarcasmo, dalla diffidenza reciproca alla imprevista solidarietà, dal 'fatalismo rinunciatario' all'involontario ma toccante eroismo.
Il film ha vinto nel 1959 il Leone d'oro alla ...
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Danza
Sergio Miceli
La danza nel cinema
Eventi, temi e modelli coreutici nel cinema subentrano alla gestualità 'naturale' ‒ così definita per necessità di distinzione, benché frutto essa stessa di un [...] , intimidazione del marito e conseguenze successive ‒ riassume in sé l'inadeguatezza sentimentale dei protagonisti e il loro fatalismo, quegli stessi che presiedono mirabilmente all'essenza poetica del film.
Escludendo i film-balletto e i documentari ...
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fatalismo
s. m. [der. di fatale]. – In generale, ogni concezione che consideri il mondo come governato da un fato irrevocabile. Nell’uso com., l’atteggiamento di chi accetta il corso degli eventi, senza tentare di opporvisi con atti di volontà:...
fatale
agg. [dal lat. fatalis, der. di fatum «fato, destino»]. – 1. a. Voluto dal fato: avvenimento f.; per f. necessità; Non impedir lo suo f. andare (Dante); quindi inevitabile, ineluttabile: era f. che avvenisse così. b. Predestinato dal...