Filosofo greco, forse del 2º sec. d. C. I suoi scarsi frammenti sono stati interpretati da alcuni come una polemica contro il fatalismo dello stoicismo, da altri come una polemica contro il neoplatonismo [...] incipiente ...
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Filosofo (seconda metà 6º sec. d. C.), figlio di Ermia e di Edesia e scolaro di Proclo in Atene, fu poi, come il padre, a capo della scuola alessandrina. È noto come espositore di testi platonici e aristotelici [...] . Difese Platone e i pitagorici dalle obiezioni aristoteliche alle teorie delle idee e dei numeri; affermò l'eternità del mondo; combatté il manicheismo e il fatalismo stoico e sostenne la conciliabilità della volontà divina con la libertà umana. ...
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Grémillon, Jean
Bruno Roberti
Regista cinematografico francese, nato a Bayeux (Calvados) il 3 ottobre 1901 e morto a Parigi il 26 novembre 1959. Considerato un cineasta maudit, rimase in ombra, senza [...] melodrammatici, spinti a volte fino alla crudeltà, ma sempre con palpitante afflato umano pur nei toni tragici o nel cupo fatalismo delle dinamiche passionali tipiche della sua poetica.
Dopo gli studi al liceo classico di Brest, nel 1920 perfezionò a ...
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LAUBERG (Laubert, Lambert), Carlo Giovanni
Renata De Lorenzo
Nacque a Teano, presso Caserta, nel 1762 da Carlo e da Rosalia Di Martino. Proveniva da una famiglia di militari valloni al servizio del [...] Pubblicò allora la traduzione di un'opera del 1757 di F.-A.-A. Pluquet (Esame del fatalismo, o sia Esposizione e confutazione dei diversi sistemi di fatalismo, che han divisi i filosofi sull'origine del mondo, sulla natura dell'anima, e sui principii ...
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Franciolini, Gianni
Simone Emiliani
Regista cinematografico, nato a Firenze il 1° giugno 1910 e morto a Roma il 1° gennaio 1960. Influenzato dal cinema francese degli anni Trenta e dalle atmosfere del [...] da un'ambigua dark lady, che mise in luce il suo stile secco ed essenziale, debitore da una parte di quel fatalismo del realismo poetico francese e anticipatore dall'altro di certi elementi propri del Neorealismo (l'uso degli esterni). Realizzò nello ...
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Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense (n. Waco 1943). La sua opera si caratterizza per la precisa scelta di sottrarsi con coerenza agli schemi dell'industria. Autore di un numero esiguo [...] organizzano una truffa ai danni di un ricco proprietario terriero; ancora una vicenda, dominata da un diffuso senso di fatalismo, in cui i personaggi, disperati e indifesi, si muovono come persi in un paesaggio di infinita bellezza. La propensione ...
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Romanziere e poeta inglese (Higher Bockhampton, Dorset, 1840 - Max Gate, Dorchester, 1928). La sua narrativa, in contrasto con lo spirito vittoriano, privilegiò i temi dell'amore che si risolve in tragedia [...] i temi centrali dei lavori successivi: l'amore che si risolve in tragedia e l'inesorabile opera del destino. Il fatalismo e l'ironia con cui H. reagisce allo spirito vittoriano non gli impediscono di dipingere con simpatia le vittime indifese del ...
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Drammaturgo statunitense (New York 1888 - Boston 1953). Poeta lirico portato a esprimersi in forma drammatica per la maniera vivacemente dialettica con cui concepì la vita, O'N. accentuò ora un amaro realismo [...] (1922). L'elemento poetico e romantico, fondamentale nella sua personalità, e che esprime un profondo pessimismo e fatalismo in cui non sarebbe errato vedere una eco della dottrina calvinistica della predestinazione, trovò espressione in The fountain ...
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CIUSA, Francesco
Maria Elvira Ciusa
Figlio di Giacomo e di Giovanna Guidacciolu, nacque a Nuoro il 2 luglio 1883. Scultore e disegnatore, fu considerato dai contemporanei l'aedo della sua gente; come [...] Civica Galleria d'arte moderna; bronzo a Roma, Gall. naz. d'arte moderna).
Lo stesso senso di rassegnazione e di fatalismo pervade altre opere come il Nomade (Biennale di Venezia, 1909), Dolorante anima sarda (Esposizione internaz. di Roma, 1911), Il ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Francesco Vettori
Gennaro Maria Barbuto
Nacque a Firenze l’8 novembre del 1474 da Piero e da Caterina Rucellai. Da parte sia di padre sia di madre, dunque, apparteneva al ceto ottimatizio fiorentino [...] della storia d’Italia dal 1511 al 1527, in cui narrava gli eventi in una prospettiva europea e propendeva al fatalismo, evidenziando il dominio della fortuna sulla virtù. In quest’opera confermava il suo animo estraneo a ideali etico-civili, che ...
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fatalismo
s. m. [der. di fatale]. – In generale, ogni concezione che consideri il mondo come governato da un fato irrevocabile. Nell’uso com., l’atteggiamento di chi accetta il corso degli eventi, senza tentare di opporvisi con atti di volontà:...
fatale
agg. [dal lat. fatalis, der. di fatum «fato, destino»]. – 1. a. Voluto dal fato: avvenimento f.; per f. necessità; Non impedir lo suo f. andare (Dante); quindi inevitabile, ineluttabile: era f. che avvenisse così. b. Predestinato dal...