(gr. ᾿Ορέστης, lat. Orestes) Personaggio della mitologia greca, eroe locale dell'Arcadia, eponimo della città di Oresteo (o Orestasio). Il mito, dall'Odissea all'Orestea di Stesicoro (fine del 7º - prima [...] Delfi, o ad Atene dinnanzi all'Areopago presieduto da Atena). Secondo una leggenda, forse in gran parte inventata da Euripide nell'Ifigenia in Tauride, Oreste, per purificarsi, fu spinto dall'oracolo in Tauride a rapirvi il simulacro di Artemide ...
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(gr. Μελέαγρος) Mitico figlio di Eneo, signore di Calidone (o di Ares) e di Altea; uccise un terribile cinghiale mandato da Artemide, offesa perché Eneo non aveva sacrificato in suo onore. Nella contesa [...] dalla nascita e da cui secondo gli avvertimenti delle Moire dipendeva la vita di M., sicché questi morì subito. Euripide, in una tragedia Meleagro di cui abbiamo frammenti, introdusse Atalanta fra i cacciatori del cinghiale calidonio e inventò il ...
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(gr. ᾿Αμϕιάραος) Antica divinità greca di carattere ctonio e profetico, probabilmente già venerata dai Micenei nel 13° sec. a.C. (Apijarewo), poi, a quanto pare, declassata a eroe. Il culto era particolarmente [...] di Zeus. I suoi figli Alcmeone e Anfiloco vendicarono la sua morte uccidendo la madre. Trattarono il mito d’A. Eschilo ed Euripide, ma anche i comici e gli autori di Tebaidi greche e latine, da Antimaco di Colofone a Stazio.
Ad A. era dedicato ...
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(gr. Πρωτεύς)
Mitologia
Divinità minore della mitologia greca; vecchio dio marino, custodiva il gregge delle foche e di altre bestie marine di Posidone (4° libro dell’Odissea). Dimorava nell’isola di [...] di Menelao, a cui, dopo la presa di Troia, restituì Elena che egli aveva trattenuto presso di sé.
Nell’Elena di Euripide P. è re dell’isola di Faro, a cui viene affidata Elena che poi lui stesso restituisce a Menelao.
Astronomia
Satellite di ...
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Poeta nederlandese (L'Aia 1894 - ivi 1953). Dopo la raccolta d'impronta simbolista e decadente De wandelaar ("Il passeggiatore", 1916), si volse con Vormen ("Forme", 1924) a uno stile più libero e vario, [...] della concezione esistenziale e religiosa e la ricerca di un'estrema semplicità espressiva. N. fu anche drammaturgo (Het heilig hout "Il bosco sacro", 1950) e acuto saggista; importanti le sue traduzioni (da Euripide, Shakespeare, Gide, Eliot). ...
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AURISPA, Giovanni
Emilio Bigi
Nacque a Noto (patria di altri tre umanisti contemporanei, Giovanni Marrasio, Giovanni Campiano e Antonio Cassarino), verso la metà del 1376. In alcuni documenti egli è [...] , scritto il 21 apr. 1413, testimonia che in quella data egli si trovava a Chio, e che qui aveva acquistato un codice di Euripide e Sofocle; ma, come provano altri documenti, Chio non fu che una tappa di un primo viaggio in Oriente, durante il quale ...
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(gr. Αἴγισϑος)
Mitologia
Mitico figlio di Tieste e cugino di Agamennone. Mentre questi era a Troia, ne sedusse la moglie Clitennestra, impadronendosi del regno di Micene. Ritornato Agamennone, lo uccise [...] parti della trilogia Orestea (458 a. C.) di Eschilo (525 circa - 456-455 a. C.); Elettra di Sofocle (forse 497-406 a.C.); Elettra di Euripide (480 -406 a. C.); in età moderna è stata ripresa da V. Alfieri (1749 -1803) nell'Agamennone e nell'Oreste. ...
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PIOVENE, Agostino Gaetano
Francesco Giuntini
PIOVENE, Agostino Gaetano. – Nacque a Venezia il 17 ottobre 1671, figlio primogenito del conte Coriolano e di Cecilia Soranzo.
Scarse sono le notizie sulla [...] repertorio del teatro greco (le prime scene richiamano l’esordio dell’Edipo re di Sofocle e quello delle Troiane di Euripide).
Per un altro teatro dei Grimani, il Ss. Giovanni e Paolo, eccezionalmente riaperto per il carnevale 1715, Piovene approntò ...
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Pseudonimo del drammaturgo e poeta italiano Alessandro Orengo (Pavullo nel Frignano 1922 - Genova 2010). Di professione magistrato, F. è stato autore di numerosi testi teatrali, in cui si manifesta una [...] poetica, si ricordano: Corno alle Scale (1981); Fuga dei versi (1986); Poetando cose (1990); Signora d'Albuison (1996); Svolte (1998); Intra domus (2003). Ha anche tradotto le commedie di Plauto e Terenzio e le tragedie di Seneca, Euripide e Sofocle. ...
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(gr. Μολοσσοί) Popolo dell’Epiro antico, che occupava il centro spirituale della regione, Dodona, dove era il santuario di Zeus. La potenza dei M., iniziata con Taripa (430-390 a.C.), continuò sino alla [...] , e di Neottolemo, che l’aveva avuta in sorte fra le prigioniere troiane. Dopo varie vicende (messe in scena da Euripide nella tragedia Andromaca), Molosso poté succedere sul trono di Epiro a Eleno, sposato da Andromaca dopo la morte di Neottolemo. ...
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euripideo
euripidèo agg. e s. m. – Di Euripide, grande poeta tragico ateniese (480-406 a. C.), autore di numerose tragedie, di cui sono a noi pervenute 17 insieme a un dramma satiresco e numerosi frammenti; che è proprio dell’opera, dello...
lecizio
lecìzio s. m. [dal gr. ληκύϑιον «boccetta» (dim. di λήκυϑος: v. lekythos), che compare nel v. 1200 delle Rane di Aristofane, dove Eschilo ridicolizza i versi delle tragedie di Euripide, aggiungendo, dopo la cesura dei trimetri giambici...