Dottore della Chiesa (Aosta 1033 o 1034 - Canterbury 1109). Entrato attorno al 1059 nell'abbazia di Bec in Normandia, nel 1063 succedette al suo maestro Lanfranco di Pavia nella carica di priore e nel [...] tutte le altre cose esistenti sono state create da lui dal nulla; seguono poi gli attributi di questo Essere Sommo, la dottrina del Verbo e della Trinità. Il Proslogion (già intitolato Fides quaerens intellectum) al posto delle numerose dimostrazioni ...
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Filosofo greco (Atene 428 o 427 a. C. - ivi 348 o 347). Era di famiglia agiata e nobile; la tradizione racconta che gli era stato inizialmente imposto il nome del nonno, Aristocle, e che quello di Πλάτων [...] idea) si presenta come tale che "è" sé stessa e "non è" tutte le altre, mescolanza, quindi, di "essere" e di "non essere" e pertanto apparenza, ma non vera realtà. E così P. nel Sofista si rivolse a compiere il "parricidio", a confutare cioè la tesi ...
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Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] a due esigenze basilari: essere al tempo stesso una scienza, contrapponendosi all'arbitrio delle sistemazioni tradizionali, e fondare quella fisica newtoniana che per K. èil paradigma della scientificità eil punto di riferimento costante dei ...
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Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia [...] devono essere intrinseche a esse: e se anche questo si ammette, parlando di una "presenza" dell'idea in ciascuno degl'individui che ad essa "partecipa", forza è concludere che la sua esistenza separata e indipendente non aggiunge nulla di essenziale ...
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Matematico e filosofo (La Haye-en-Touraine 31 marzo 1596 - Stoccolma 11 febbraio 1650). Nel collegio dei gesuiti di La Flèche, seguì per nove anni (1605-1614) il consueto curriculum delle classi di grammatica, [...] essere spettatore piuttosto che attore di tutte le commedie che vi si rappresentano". Fu dapprima in Francia (1622), poi in Italia (1623-25), ove sciolse il voto d'un pellegrinaggio a Loreto, e infine probabilmente a Parigi (1626-28). E che nulla ha ...
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Fisica e tecnica
C. elettrici
Insieme di elementi, detti componenti circuitali, connessi fra loro in modo da poter divenire sede di correnti elettriche. Per c. elettrico può anche intendersi, più in generale, [...] elettrico, di tipo ottico o misto elettro-ottico; può essere realizzato su un unico supporto (il substrato) e, in questo caso, è detto monolitico; se è realizzato in più parti su vari supporti è detto allora polilitico o ibrido. Per i c. integrati ...
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Musicista (Pesaro 1792 - Passy, Parigi, 1868). Figlio di un suonatore di trombetta e di un buon soprano, a Lugo cominciò a profittare degli insegnamenti (clavicembalo e canto) di don Giuseppe Malerbi, [...] stessa importanza che nel genere serio ha il Tancredi può essere riconosciuta, nel genere comico, alla e vi rimasero circa sei mesi tra il favore della corte e l'entusiasmo del pubblico. Per Londra R. non scrisse nulla di nuovo, tranne una cantata Il ...
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Musicista (Roncole, Busseto, 10 ottobre 1813 - Milano 27 gennaio 1901). Massimo operista italiano dell'Ottocento, tra i più celebrati di tutti i tempi, V. musicò 28 opere, alle quali vanno aggiunti cinque [...] ) riceve nuova ragion d'essere dal contesto drammatico. L'opera verdiana è sempre attraversata dalla ricerca di una solida unità drammatica, che si esplica nella stretta relazione tra la parte eil tutto, tra l'elemento singolo e l'insieme. Una unità ...
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Scienziato e filosofo (Clermont, od. Clermont-Ferrand, 1623 - Parigi 1662). Il padre, Étienne (v.), magistrato e buon matematico, orientò Blaise, secondogenito, in un ambiente scientifico, quello del circolo [...] limite, intrinseco al suo essere creatura, l'uomo esce solo se è capace di cogliere l'infinito, Dio persona, il Dio biblico che condanna e redime, che guida il corso della storia. È possibile far uso apologetico di miracoli e profezie: ma la verità ...
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Filosofo tedesco (Messkirch, Baden, 1889 - Friburgo 1976). Compì gli studi universitari a Friburgo in Brisgovia, dove conseguì la laurea in filosofia nel 1913 con una tesi su Die Lehre vom Urteil in Psychologismus, [...] deiezione in cui l'essereè celato a sé stesso, l'"esserci" viene fuori attraverso l'angoscia che non èil timore di questa o quella cosa determinata, bensì il senso della nullità totale e fondamentale dell'essere del mondo; è l'angoscia dunque che ...
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nulla
pron. indef., s. m. e avv. [lat. nūlla, neutro pl. dell’agg. nullus -a -um «nessuno»], invar. – Come pron. e sost., nessuna cosa; come avv., in nessuna quantità o misura, e sim. Coincide quasi esattamente nei sign. e nella maggior parte...
nullita
nullità s. f. [dal lat. mediev. nullitas -atis, der. del lat. nullus «nessuno»]. – 1. L’essere nullo, privo cioè di valore o di validità, di efficacia: riflettere sulla n. della vita, della propria esistenza; la n. di un argomento,...