Nella storia delle religioni, manifestazione da parte della divinità di sé stessa, della propria esistenza e natura, dei propri poteri (in tal caso r. può equivalere a epifania, ierofania, teofania), oppure [...] «parola diDio» la suprema certezza, e, nello stesso tempo, pur ammettendo al di fuori del cristianesimo la possibilità e l’esistenzadi elementi di vera religiosità, rivendica alla r. cristiana il carattere di unicità, la considera un fatto storico ...
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Ritorno in vita dopo la morte.
R. della carne
Nella storia delle religioni l’idea secondo cui il defunto risuscita a una nuova esistenza – sia che si ritenga che con la morte egli scompaia totalmente, [...] dell’anima, né con quella in un prolungamento dell’esistenza in un aldilà variamente definito a seconda delle culture 15, 14) e come la prova che Gesù è veramente figlio diDio. Nei Vangeli Gesù stesso predice più volte la sua r.: due volte ...
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necessità Carattere, qualità, condizione di ciò che non può non essere o essere diversamente da come è.
Filosofia
Nel mondo greco, il termine corrispondente a n., ἀνάγκη, è adoperato inizialmente per [...] empirico deriva l’idea che la n. sia un attributo costitutivo della realtà degna di questo nome, ciò che veramente è non potendo poste dal problema teologico della natura diDio. Coincidendo in essa essenza ed esistenza, razionalità e realtà, la n. ...
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È il fondatore della tradizione religiosa che da lui prese nome, lo zaratustrismo o zoroastrismo. Z. è considerato l'autore diun piccolo gruppo di testi, Gāthā "Canti", contenuti all'interno dello Yasna [...] domande al suo dio sui misteri del creato per farlo conoscere, in quanto Buon Pensiero, quale creatore di tutte le cose natura profondamente etica, e la concezione di una palingenesi finale, diun Rinnovamento dell'esistenza, in cui la potenza della ...
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In senso ampio, tutto ciò che arreca danno turbando comunque la moralità o il benessere fisico ed è perciò temuto, evitato, oggetto di riprovazione, di condanna o di pietà, di compassione ecc.
Filosofia
Il [...] come esperienza concreta di qualcosa che mette in pericolo l’esistenza dell’uomo e come presenza di forze negative che si definisce il pensiero ortodosso: si afferma l’origine di tutto il creato da un unico Dio e si enuclea il concetto del m. come ...
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Filosofo (Parigi 1638 - ivi 1715). Seguace di R. Descartes, se ne discostò poi per alcuni aspetti. La sua tesi principale è che la mente umana, attraverso l'illuminazione, vede le idee (cioè le cose e [...] diDio, basandola sull'idea di infinito (e sulla distinzione tra pensiero e rappresentazione). Criticò quindi le argomentazioni cartesiane per l'esistenza d'un mondo sensibile, assolutamente non dimostrabile, né concepibile come necessaria emanazione ...
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Teologo (Germanicia, od. Maraş, ultimo quarto del sec. 4º - Grande Oasi di el-Khārga 451). Le sue dottrine furono condannate dal concilio di Efeso nel 431. N. diede il nome all'eresia nestoriana o nestorianismo, [...] Opere e pensiero
N. fu accusato di sostenere l'esistenza, in Gesù Cristo, oltre che di «due nature», di «due persone». In realtà tanto Teodoro di Mopsuestia (vero autore della dottrina) quanto N. parlano di «un solo πρόσωπον» («figura» o «persona») e ...
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Teologo, artista, agiografo (n. seconda metà del sec. 8º - m. 845), fu discepolo di Rabano Mauro cui successe (822) nella direzione della scuola di Fulda. Oltre a varî scritti agiografici in prosa e versi, [...] è il dictum XII che vuole fornire una prova dialettica dell'esistenzadiDio dall'ordine gerarchico degli esseri che richiede al suo vertice un assoluto essere onnipotente: è un adattamento dell'argomento platonico per la dimostrazione della realtà ...
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Monaco benedettino (m. 1083) del monastero di Marmoutier presso Tours. La sua fama è affidata al suo Liber pro insipiente, pubblicato anonimo per combattere l'argomento ontologico dell'esistenzadiDio, [...] s. Anselmo nel Proslogion. Alla dimostrazione dell'esistenzadiDio, che s. Anselmo deduceva dalla definizione diDio come aliquid quo maius nihil cogitari potest, G. obiettava come l'argomento importasse un indebito salto dall'esse in intellectu all ...
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Filosofo e teologo (Peterborough 1743 - Lincoln 1805); studiò e insegnò al Christ's College di Cambridge, entrando poi (1767) nella carriera ecclesiastica. In The principles of moral and political philosophy [...] 1785) trattò dei doveri della vita civile sulla base diun utilitarismo teologico. In difesa della dottrina cristiana scrisse A collected from the appearances of nature (1802), in cui stabilisce l'esistenzadiDio a partire dai fenomeni naturali. ...
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esistenza
eṡistènza s. f. [dal lat. tardo exsistentia, der. di exsistĕre «esistere»]. – 1. L’esistere, l’esserci: l’e. di Dio, dell’anima, degli uomini, del mondo, delle cose; affermare, negare, provare l’e. di Dio, dell’anima, ecc.; accertare...
dio2
dio2 (e Dio, soprattutto nel sign. 1) s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l’art. è il, al plur. gli; la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico; v. anche iddio). – 1. a. L’Essere...