Il troncamento è, nell’accezione più ampia, un fenomeno fonologico che consiste nella cancellazione di segmenti o sillabe finali di parola, che può verificarsi in condizioni fonologiche varie; sono, infatti, [...] l, r, n, m), davanti a parola iniziante per consonante (ad es., in mangiar bene, dottor Paoli), ed è questo il tipo di cancellazione vocalica è la più frequente o l’unica possibile (ad es., nella maggior parte delle varietà d’italiano male di testa ...
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superlativo In linguistica (anche grado s.), una delle categorie grammaticali mediante le quali si esprime la gradualità di un aggettivo qualitativo, di un avverbio (o anche, ma raramente, di un sostantivo, [...] . altissimo) o considerato in relazione a una data classe di enti esplicita o implicita (s. relativo, per es. il più alto); il secondo rientra propriamente nell’insieme dei procedimenti di comparazione (➔) tra le qualità di più enti. Esistono inoltre ...
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Secondo R. Jakobson, la funzione del linguaggio con cui l’emittente cerca di indurre il destinatario ad adottare un determinato comportamento (come avviene, per es., nelle frasi imperative). ...
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trisdrucciola, parola In grammatica, parola che ha l’accento tonico sulla quintultima sillaba. In italiano possono essere t. soltanto voci verbali composte con enclitiche (es., fàbbricamene). ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] ad accoglierlo è l’ambiente religioso, da cui, per es., verso la fine dell’XI secolo, arriva una Formula Dante nel dominio della morfologia verbale e della morfosintassi. Per es., nel poema, le seconde persone singolare del presente indicativo escono ...
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Si definisce posizione post-tonica (o postonica), in particolare in una parola parossitona (➔ accento; ➔ parola italiana, struttura della), la posizione occupata da segmenti che seguono la sillaba in cui [...] tipiche dell’italiano e delle altre lingue romanze che l’hanno conservato (ad es., -ō, -ū > -o, cfr. Mancarella 2001: 71- ŭ)lu/a che hanno dato in italiano -òcchio/a ed -écchio/a (ad es., finocchio < fenŭc(ŭ)lu, orecchia < aurĭc(ŭ)la, ecc.). ...
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In linguistica, unità lessicale di significato più generico ed esteso rispetto ad altre unità lessicali della stessa classe che sono in essa incluse: per es., fiore è i., ossia ‘superordinato’, rispetto [...] a rosa ...
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I latinismi sono elementi linguistici attinti dal latino (parole e significati di parole, elementi grafici o fonetici, costrutti sintattici) e giunti in italiano in momenti diversi della sua storia. Occorre [...] parole ereditarie o patrimoniali. Così accade in numerosi latinismi nei quali risulta ben conservata la vocale tonica latina o il dittongo: per es. vitreo dal lat. vĭtreu(m), ma vetro dal lat. vĭtru(m); aureo dal lat. aurĕu(m), ma oro dal lat. auru(m ...
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In linguistica, unità lessicale la cui estensione è minore rispetto ad altra, della stessa classe ma di significato più generico, che la comprende: per es., cavallo, rosa sono i. rispetto a animale, fiore [...] che sono a essi superordinati ...
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In linguistica, carattere fonetico o vocabolo usato soprattutto nelle campagne, in contrapposizione a caratteri o vocaboli urbani. Nel latino della tarda età repubblicana, per es., era avvertito come un [...] r. la monottongazione del dittongo -au in -o- (oricula in luogo di auricula «orecchia»; orum in luogo di aurum «oro») ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...