Gli elementi formativi sono elementi morfologici non autonomi, tratti dalle lingue classiche (greco e latino), impiegati per formare composti (➔ composizione), di norma in combinazione con un altro elemento [...] «luce», tele- «lontano») e le forme accorciate: eco-, ad es., significa «casa, ambiente vitale» in ecologia, ma «ecologia» in e parassiticida) e può riguardare anche nomi propri (per es., galvanometro).
Fattori di tipo quantitativo, come la frequenza ...
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sillaba La minima unità fonica (autonoma e distinta sotto l’aspetto dell’articolazione) in cui si possono considerare divise le parole.
La s. è costituita da un punto vocalico o centro o apice, formato [...] ., nes-sun - a-mi-co); c) non si divide mai una parola in modo che la s. a inizio di riga cominci per vocale (per es., buo-no, chie-sa, trau-ma, non bu-ono, chi-esa, tra-uma). Nessuna delle tre norme è assoluta, nemmeno nell’applicazione che se ne fa ...
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Lo studio delle unità lessicali derivate da nomi personali, da cognomi, da etnici e da toponimi: per es., rodomonte, chippendale, sibarita e sinopia. ...
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Figura sintattica che consiste nella mancanza della congiunzione fra due o più termini in stretta coordinazione, per es.: veni, vidi, vici (Cesare). Si adopera per maggiore efficacia espressiva. ...
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Si chiama conversione la formazione, ottenuta senza aggiunta di affisso derivazionale, di una parola appartenente a una parte del discorso diversa da quella della base: per es., piacere verbo → (il) piacere [...] del discorso, laddove vi sia un cambio di classe flessiva (per es., la mela / il melo, la banana / il banano: ➔ che riguarda una ventina di lessemi tratti da verbi di altissima frequenza (es. l’essere / gli esseri, il potere / i poteri, il dovere ...
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Manifestazione fonica non riconducibile alle strutture fonematiche e morfematiche proprie di una data lingua, dotata di valore olofrastico (per es., nell’ambiente linguistico italiano, uffa, mah, bah); [...] non vi è una rappresentazione grafica tradizionale: tale per es. il clic avulsivo realizzato poggiando l’apice della lingua ma di fatti visivi, di condizioni astratte ecc. (per es. ghirigoro, goffo).
Nell’analisi dei testi letterari, specie poetici ...
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In linguistica, fonema intermedio tra due o più fonemi, risultante dalla neutralizzazione di un’opposizione fonologica (per es., e in sillaba atona, in quanto frutto della neutralizzazione di é ed è). ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] tronca o da alcuni morfemi capaci di indurre il raddoppiamento: ad es., parlò [bː]ene, città [pː]ulita, a [kː]asa della parola nell’evoluzione dal latino all’italiano (➔ latino e italiano): ad es., a [kː]asa < lat. ad casam, come accorrere < ...
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In linguistica, si dice di parola il cui significato, nell’uso, equivale a un’intera frase; per es., le particelle sì e no. Linguaggio o. Linguaggio caratterizzato dall’espressione di concetti complessi [...] tramite un solo vocabolo (è o. il linguaggio dei bambini nelle prime fasi dell’apprendimento della lingua) ...
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In linguistica, frase inserita in un’altra con la funzione di sintagma nominale soggetto o complemento. Per es., in «è meglio partire subito» e «desidero partire subito», la c. «partire subito» funge nel [...] primo caso da sintagma nominale soggetto, mentre nel secondo da sintagma nominale complemento ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...