Il dittongo è una sequenza di suoni formata da due vocali appartenenti alla stessa ➔ sillaba (tecnicamente, tautosillabiche): contengono dittonghi, ad es. le parole piede, fuoco, fiato, euro, baita, pausa. [...] rispetto a quella di [e] e di [a].
In secondo luogo, esistono vincoli sulla combinazione di vocali dallo stesso timbro: per es., le sequenze [ji] e [wu], come pure [i̯i] e [uu̯], sono sfavorite, data l’eccessiva prossimità articolatoria e percettiva ...
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Le affricate sono articolazioni consonantiche, sorde o sonore (➔ consonanti). Dal punto di vista fonetico, sono considerate come occlusive nelle quali il rilascio dell’occlusione sia particolarmente lento [...] raʣʣa/ «tipo di pesce»). Tuttavia l’esistenza di due fonemi alveolari è sostenuta dalla loro distribuzione non prevedibile (per es., /ˈpɛʦʦo/, ma /ˈmɛʣʣo/; /ˈanʦi/, ma /ˈmanʣi/) che, se fossero allofoni, dovrebbe poter essere descritta tramite regola ...
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In linguistica, seguito di suoni in un dato ordine fonetico (n. vocalico, per es. ia di via; n. consonantico, per es. str di strada), di lettere in un dato ordine ortografico (n. grafico, per es. gli in [...] italiano, indipendentemente dalla pronuncia l’ o ġli), di parole in un dato ordine sintattico (n. sintattico, per es. a casa del diavolo, locuzione avverbiale). ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] intervocalica in italiano). Infatti, in italiano non include né clitici né prefissi che terminano in vocale (Nespor & Vogel 1986; per es., in palestra e di[z]giunto sono parole fonologiche, mentre a[s]ociale e giramelo non lo sono; in questo caso ...
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In grammatica, complemento indiretto che specifica, ossia determina e precisa, un aggettivo (per es., pieno di buona volontà) o un sostantivo (per es.: un viaggio di affari). Il complemento di s. nelle [...] lingue che hanno una declinazione è espresso generalmente con il genitivo (per es., in lat., magister puerorum), mentre nelle lingue in cui manca la flessione è espresso con una preposizione (per es., di: il maestro dei bambini). ...
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Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] ĕ e ŏ in sillaba tonica aperta in [jɛ] e [wɔ] (ma cfr. § 3.2), a prescindere dal timbro della vocale finale (per es., pĕde > p[jɛ]de, bŏnu > b[wɔ]no). L’assenza di ➔ metafonia, indicata da molti come caratteristica schiettamente toscana, non è ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] . néve, fórno, mòdo, ecc.)
II. Questa pronunzia sarà accolta anche quando le altre città toscane non si accordino con Firenze (per es. nève a Siena, Pisa, ecc. contro néve di Firenze)
III. Quando Roma non si accordi con Firenze, due strade ci stanno ...
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Le articolazioni labiali sono prodotte con l’intervento attivo di almeno un labbro e possono essere sia consonantiche sia vocaliche (➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di). Nel caso delle consonanti, [...] usato in luogo di ‹ph› (dopo la metà del XVI secolo, più rapidamente nei nomi comuni e meno nei nomi propri, ad es. Phebo). Circa le vocali, va ricordata la proposta di Trissino (affidata alla Epistola de le lettere nuovamente aggiunte ne la lingua ...
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La grammaticalizzazione è il fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore [...] , l’infinito, che spesso tende a spostarsi verso il polo del nome: si considerino le forme di ➔ infinito sostantivato, ad es., lavorare stanca, leggere è uno dei più grandi piaceri della vita: in romeno, addirittura, il suffisso -re, dal suffisso di ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...