Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Antonio Genovesi
Luigino Bruni
Antonio Genovesi, maestro riconosciuto della Scuola di economia della seconda metà del Settecento oltre che primo cattedratico della disciplina, inaugura una stagione [...] (da Ferrara ai nostri giorni) che leggono Genovesi come lo ‘Smith italiano’, o come un precursore degli economistineoclassici. Letto da queste prospettive, infatti, il pensiero di Genovesi risulta poco interessante.
Il giudizio si inverte, invece ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Piero Sraffa
Alessandro Roncaglia
Piero Sraffa non è solo uno dei maggiori economisti del 20° sec., ma è anche un importante protagonista della cultura filosofica e politica. I suoi contributi teorici [...] crescenti era associata alla divisione del lavoro, cioè al progresso economico generale (teoria della produzione). Alfred Marshall e gli altri economistineoclassici avevano cercato di mettere su uno stesso piano queste ‘leggi’, coordinandole ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2013)
Augusto Graziani
Giorgio Gattei
Collocare Augusto Graziani nella storia del pensiero economico italiano non è agevole, perché egli non è stato un ‘grande’. È stato comunque uno dei fondatori in Italia [...] , cit., p. 19). E invero, a tanto disvelamento si doveva dedicare la ‘seconda generazione’ di economistineoclassici (da Philip Wicksteed a Knut Wicksell), elaborando quell’equivalente ‘nella produzione’ dell’utilità marginale che è stata la teoria ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Melchiorre Gioia
Francesca Sofia
Considerato ai suoi giorni il grande «restauratore» delle scienze economiche e l’«instauratore» di quelle statistiche, Melchiorre Gioia fu il principale interprete della [...] sguardo antropologico che l’analizza, giungendo a conclusioni non distanti da quelle che saranno poi degli economistineoclassici.
L’imprenditore
Per quanto Gioia consideri la produzione frutto del concorso delle diverse attività lavorative, un ...
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Divisione del lavoro
Michele Salvati
Introduzione
La vastissima area tematica che si riferisce alla divisione del lavoro contiene alcuni dei problemi fondanti delle due maggiori discipline scientifiche [...] i mercati, di fatto, riescono ad assolvere il ruolo di coordinamento della divisione sociale del lavoro, un problema che l'economianeoclassica si è proposta di risolvere in modo rigoroso. Il mistero si infittisce se consideriamo l'altro ruolo che i ...
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Impresa e società
Franco Maria Amatori
Introduzione
L'impresa è un insieme di azioni svolte da diverse persone ma predeterminate da un piano e dirette e coordinate da una volontà unitaria (cfr. Sombart, [...] forze produttive, erano essenzialmente nelle mani dei proprietari. Questa realtà trova espressione teorica negli scritti degli economistineoclassici, per i quali l'impresa svolge semplicemente la funzione produttiva sulla base di segnali che le ...
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Economia e politica del lavoro
Carlo Dell'Aringa
Introduzione
L'economia del lavoro è uno dei campi specialistici in cui si divide l'economia politica. Due filoni di pensiero si contendono, da sempre, [...] potevano nuocere all'efficienza e alla produttività delle imprese. Ma essi sottolineavano, molto di più degli economistineoclassici, il ruolo positivo del sindacato. Ancora Lester, per esempio, argomentava che le ambizioni più importanti dei ...
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Mercato
Mario Deaglio
Definizione e tassonomia del mercato
Dicesi mercato un insieme di scambi di natura economica, o comunque a essa riconducibile, aventi per oggetto un diritto reale (proprietà, uso, [...] l'offerta crea la propria domanda.
Nella seconda metà dell'Ottocento l'influsso del positivismo induce gli economistineoclassici ad accentuare, accanto all'importanza della libertà, quella della razionalità individuale. L'influenza della fisica li ...
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Marginalismo
Stefano Zamagni
Introduzione
All'inizio degli anni settanta del secolo scorso uscirono tre libri importanti: The theory of political economy (1871), di William Stanley Jevons, i Grundsätze [...] non si tratta di trovare le ragioni per cui nei primi anni settanta uscirono le fondamentali opere dei tre grandi economistineoclassici, bensì di capire perché, nel giro di pochi anni, il messaggio contenuto in quelle opere fu accolto come il Nuovo ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Scuola di economia agraria
Guido Fabiani
L’evoluzione dal 1850 al 1950 della Scuola di economia agraria va analizzata da una duplice prospettiva. In primo luogo, considerando come, sul piano generale, [...] si è posto il problema della sistemazione teorica dell’economia agraria come diramazione dal corpo della scienza economica al cui interno, con Alfred Marshall e con gli economistineoclassici, l’analisi delle condizioni di efficienza a livello micro ...
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neoclassico
neoclàssico agg. [comp. di neo- e classico] (pl. m. -ci). – 1. Del neoclassicismo, in arte e in letteratura; appartenente al periodo o alle tendenze del neoclassicismo: arte, stile, gusto n.; un artista n., i pittori, i poeti neoclassici....
economia
economìa s. f. [dal lat. oeconomĭa, gr. οἰκονομία, comp. di οἶκος «dimora» e -νομία «-nomia» (propr. «amministrazione della casa»); la voce si è diffusa per il tramite del fr. économie (così come i der. economico, economista, economizzare...