Scrittore ebreo portoghese (n. Lisbona 1492 circa), di origine spagnola. Scrisse Consolaçam às tribulaçoens de Israel (1553), in forma di dialogo, in cui si profetizzano la fine delle persecuzioni giudaiche [...] e il castigo dei nemici: opera tra le più importanti del Cinquecento portoghese per ricchezza di immagini e purezza di linguaggio ...
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Medico e scrittore ebreo (sec. 13º). Lavorò a Napoli sotto il patronato di Federico II, e tradusse dall'arabo in ebraico opere filosofiche e matematiche, arabe e greche (Averroè, Tolomeo, al-Farghānī, [...] ecc.). Fu tra coloro che contribuirono maggiormente alla diffusione della cultura filosofica presso gli Ebrei italiani nel Medioevo. ...
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Esilarca ebreo a Baghdād dal 920 al 940 circa, è noto per la sua controversia con Sa'adyāh, da lui nominato (928) capo dell'accademia di Sūrā in Mesopotamia, poi deposto perché rifiutatosi di sottoscrivere [...] una sentenza di D. in un processo di eredità; ma si riconciliarono nel 937 ...
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Grammatico ebreo (n. Fez fine sec. 10º - m. inizî 11º), vissuto a Cordova. Rilevò, partendo dall'arabo, il trilitterismo delle radici ebraiche, chiarendo i fenomeni della coniugazione verbale. Le sue opere [...] sono specialmente dedicate ai verbi deboli e alla vocalizzazione. È a ragione considerato il fondatore della grammatica ebraica ...
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Liturgista e mistico ebreo, vissuto, non si sa bene dove, intorno al 1050 d. C. Scrisse 15 poemi (Yōṣĕrōt) per i sabati precedenti le feste e fu chiamato Ba῾al Shēm ("padrone del nome") per i numerosi [...] nomi di Dio e degli angeli di cui in essi fa sfoggio ...
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Critico ed erudito ebreo italiano (Mantova 1511 circa - Ferrara 1578); scrisse Il luminare degli occhi, diviso in tre parti, contenente la traduzione ebraica della Lettera di Aristea, dibattiti su questioni [...] di storia e cronologia e analisi delle leggende rabbiniche. È considerato uno dei fondatori della critica storica ebraica ...
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Scrittore ebreo (Ferrara 1679 - ivi 1756); esercitò la professione di medico e dal 1723 fu anche il rabbino capo e il capo dell'accademia rabbinica di Ferrara. La sua opera principale è un'enciclopedia [...] talmudica dal titolo Paḥad Yiṣḥāq ("Il timore di Isacco"), in gran parte postuma ...
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Dottore ebreo (sec. 1º a. C. - 1º d. C.), detto anche Sh. il Vecchio. Con Hillēl (v.) nella direzione del sinedrio farisaico, fu tra le massime autorità spirituali della sua epoca, distinguendosi da Hillēl [...] per un atteggiamento generalmente più rigorista e dando inizio a una scuola diversa ...
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Giovane ebreo, vissuto alla corte di Nabucodonosor di Babilonia (fine 7º - inizio 6º sec. a. C.), secondo la leggenda riportata dal libro omonimo; deportato in Babilonia, fu assunto a corte, gli fu cambiato [...] il nome in quello di Belshassar (Baldassare) e divenne ministro; fu sepolto a Susa ...
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Pensatore ebreo (1565-1630). Nella sua opera più importante, Shne Luhoth ha Berith ("le due tavole del Patto"), esposizione di riti e dottrine ebraiche in chiave cabbalistica, sottolineò il valore della [...] gioia nel servizio divino; ebbe grande influenza sull'ebraismo europeo, anticipando temi fondamentali del movimento hasidico ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente o relativo all’antico popolo semitico...
giudeo
giudèo (ant. o pop. giudìo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Iudaeus, gr. ᾿Ιουδαῖος, propr. «appartenente alla tribù di Giuda (personaggio biblico, quarto figlio del patriarca Giacobbe)»]. – 1. In senso stretto, denominazione con cui...