Scrittore austriaco naturalizzato statunitense (Praga 1890 - Beverly Hills, California, 1945). Considerato uno dei maggiori esponenti della poesia espressionistica di lingua tedesca, per opere quali Der [...] (1911), W. affrontò poi la tematica storica (Die vierzig Tage des Musa Dagh, 1933).
Vita e opere
Figlio di un commerciante ebreo di Praga, fu soldato austriaco nella guerra del 1914; dopo il 1918 si trasferì a Vienna e sposò la vedova di Gustav ...
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Narratore russo (Narovčat, Penza, 1870 - Leningrado 1938). Epigono del realismo russo, ritrae, a tinte cupe, le meschinità e bassezze della vita. I migliori fra i suoi racconti sono: Poedinok ("Il duello", [...] 1905), ove è ritratta la vita degli ufficiali in una guarnigione provinciale; Gambrinus (1907), rappresentazione sentimentale della vita di un violinista ebreo; Jama ("La fossa", 1909-15), descrizione della vita in una casa di tolleranza. ...
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Umanista (n. Città di Castello, l'antica Tiferno Tiberino, 1414 - m. Venezia dopo il 1462); insegnò a Napoli, Roma, Milano, Parigi, Mantova, Venezia; tradusse dal greco (Aristotele, Dione Crisostomo, Strabone), [...] e scrisse versi latini. n Il figlio Lelio (o Lilio), suo scolaro, e anch'egli umanista, dimorò a lungo a Costantinopoli e tradusse Filone Ebreo. ...
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Missionario cristiano dell'età apostolica, attivo in Efeso, quindi a Corinto - ove si formò sotto il suo nome un partito, originando i dissidî che provocarono l'intervento di s. Paolo - e nuovamente in [...] , e conosceva soltanto "il battesimo di Giovanni"; gli fu attribuita (da Lutero, seguito da parecchi moderni) l'epistola Agli Ebrei e (da qualche altro) il libro della Sapienza o il IV Vangelo. Tradizioni posteriori lo fanno vescovo di Corinto, di ...
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Filosofo ed erudito (sec. 12º), traduttore di opere filosofiche arabe. Fu arcidiacono di Segovia; è uno dei primi e più notevoli rappresentanti di quel mondo culturale spagnolo che costituì un prezioso [...] aristotelico-platoneggiante degli Arabi e la cultura latina. Soprattutto importanti le sue traduzioni, compiute in collaborazione con l'ebreo Giovanni ibn Daut (o Avendaut): quella del De scientiis di al-Fārābī; delle Intenzioni dei filosofi di al ...
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Filosofo (Parigi 1859 - ivi 1941). Fu prof. di filosofia al Collège de France dal 1910 al 1924. Nel 1927 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura. Fu membro dell'Academie française e rappresentante [...] della Francia alla Società delle Nazioni. Benché l'evoluzione del suo pensiero lo avesse portato al cattolicesimo, egli, ebreo, non volle battezzarsi per non apparire traditore della propria razza, perseguitata dai regimi totalitarî dei quali fu ...
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Re, Emilio. – Storico e archivista italiano (Roma 1881 - ivi 1967). Intellettuale rigoroso e dotato di solide basi metodologiche, dopo un esordio nel primo decennio del Novecento nel campo delle ricerche [...] e l'età probabile del manoscritto Panciatichiano, 1907) e della storia del teatro italiano (Qualche nota sul tipo dell'ebreo nel Teatro popolare italiano, 1912) ha concentrato i suoi studi sulla storia architettonica di Roma. Ricercatore dal 1907 e ...
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Scrittore serbo (Subotica 1935 - Parigi 1989). Dopo iniziali tentativi poetici, si dedicò interamente alla prosa, affermandosi come uno degli autori più significativi della letteratura serba contemporanea. [...] la trilogia di romanzi incentrati sul personaggio di Eduard Sam, che riflette la figura reale del padre dello scrittore, un ebreo scomparso ad Auschwitz: Bašta, pepeo (1965; trad. it. Giardino, cenere, 1986), Rani jadi (1969; trad. it. Dolori precoci ...
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Drammaturgo statunitense (New York 1923 - ivi 1981). Esordì negli anni Cinquanta come autore di teledrammi, contribuendo, soprattutto con Marty (1953), al successo della televisione come mezzo di spettacolo. [...] (da cui fu tratto un film), nel 1956 Ch. esordiva a Broadway con Middle of the night, un dramma sulla media borghesia ebreo-nuovayorkese. Quest'opera segnò il suo deciso abbandono del piccolo schermo. In The tenth man (1960) e in Gideon (1961), Ch ...
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Scrittrice tedesca (Breslavia 1893 - Berlino 1974). Studiò nell'accademia d'arte della sua città, e ottenne buoni riconoscimenti come pittrice e disegnatrice. Esordì nel campo delle lettere nel 1935 col [...] sull'inesauribile capacità d'amore della donna. Al successo del libro fece seguito la proibizione a pubblicare, essendo ebreo il marito Erich Scheye. Continuò a trattare il tema del destino di donne profondamente ferite ma non rassegnate, in ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente o relativo all’antico popolo semitico...
giudeo
giudèo (ant. o pop. giudìo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Iudaeus, gr. ᾿Ιουδαῖος, propr. «appartenente alla tribù di Giuda (personaggio biblico, quarto figlio del patriarca Giacobbe)»]. – 1. In senso stretto, denominazione con cui...