COPIO (Coppio, Copia, Coppia), Sara (Sarra)
Giorgio Busetto
Nacque a Venezia tra il 1588 e il 1590 (veramente l'atto di morte sposterebbe la data, di nascita all'anno 1600 circa: ma la frettolosa annotazione [...] da E. A. Cicogna, Notizie intorno a S. C. Sulam coltissima ebrea veneziana del sec. XVII, in Memorie dell'I. R. Ist. veneto Cebà, in Convivium, IV (1932), pp. 119-123; C. Roth, Gli Ebrei in Venezia, Roma 1933, pp. 272-275; E. Sarot, Ansaldo Cebà and ...
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Scrittore tedesco (n. forse Norimberga 1469 - m. Colonia 1522 o 1523). Ebreo di nascita, si fece battezzare (1505) a Colonia, dove visse a lungo. Compose una serie di scritti accanitamente antisemitici [...] , 1507; Die Judenbeichte, 1508; Das Osternbuch, 1508; Der Judenfeind, 1509) in cui domandava la conversione forzata di tutti gli ebrei e la distruzione dei loro libri sacri. Avversato da Reuchlin, il quale parlava in spirito di tolleranza, si oppose ...
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ASCARELLI (Ascariel), Debora
Mario Quattrucci
Nacque a Roma nei primi decenni del secolo XVI e vi morì, come sembra, ultrasettantenne. Scarse e frammentarie sono le notizie date dai suoi biografi: ignoto [...] e Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 1148; G. B. De Rossi, Diz. stor. degli autori ebrei e delle loro opere, I,Parma 1802, p. 56; P. L. Ferri, Bibliot. femminile ital., Padova 1842, p. 24; P. Ascarelli, D. A ...
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Narratrice polacca (Milkowszczyzna, Grodno, 1841 - Grodno 1910). Attenta ai problemi prospettati dal tempo e dall'ambiente provinciale in cui viveva, l'O. ha trattato via via delle condizioni di vita della [...] patrio di non alienare le terre ereditate (Rodzina Brochwiczów "La famiglia B.", 1885), della convivenza tra Polacchi ed Ebrei (Meir Esofowicz, 1878), raggiungendo così, sempre animata da un senso di solidarietà umana, un'esperienza narrativa che ...
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IBN TIBBON, FAMIGLIA
CCesare Colafemmina
Nel corso dei secc. XII e XIII il mondo cristiano e il giudaismo provenzale ebbero accesso alla rigogliosa cultura scientifica e filosofica in lingua araba che [...] caratterizzava il vasto mondo sotto la sovranità musulmana per il tramite di traduttori che furono per la maggior parte ebrei di origine spagnola. Tra essi si distinsero i Tibbonidi, una famiglia comprendente almeno cinque generazioni di autori e ...
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Critico letterario e scrittore italiano (Biella 1901 - Roma 1967). Tra i maggiori critici del Novecento, mise a punto, in un panorama dominato dal crocianesimo, un sistema interpretativo nuovo che si giovava [...] stile elegante ed efficace, nonché modernamente severo: al riguardo vanno menzionati gli scritti sulle persecuzioni razziali, Otto ebrei (1944) e 16 ottobre 1943 (1945). I quaderni delle lezioni universitarie, tutti pubblicati postumi (Il romanzo del ...
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Haśkalah Termine ebraico derivante dalla radice śkl, «ragione», con cui si indica il movimento culturale (soprattutto letterario), ma anche politico-sociale, sorto nel 18° sec. in seno alle comunità ebraiche [...] . Sulle orme dell’Illuminismo europeo, la H. promosse un rinnovamento dei contenuti culturali del giudaismo e l’emancipazione politica e sociale degli Ebrei. Il movimento si estese poi nella Galizia polacca (1820-60) e infine in Russia (1840-81). ...
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Scrittore medievale (n. in Spagna 769 o 779 - m., durante un viaggio nella Saintonge, 840); arcivescovo di Lione (816), dove era stato chiamato nel 792 dall'arcivescovo Leidrado. Scrisse contro l'adozianismo [...] liturgiche di Amalario di Metz (Contra libros IV Amalarii abbatis; De divina psalmodia); la sua polemica contro gli Ebrei, come anche i suoi scritti pastorali contro le superstizioni e la sua protesta contro la dannosa molteplicità delle leggi ...
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Scrittore polacco (n. Stryj 1905 - m. 1996). Giornalista, corrispondente dall'Italia (1949-52), esordì con alcuni romanzi ispirati al realismo socialista (Bieg do Fragalà "Corsa a Fragalà", 1951, sulle [...] ; trad. it. 1984) e Sen Azrila (1975; trad. it. Il sogno di Asril, 1984), il processo di perdita d'identità degli Ebrei della diaspora. Tra gli altri suoi romanzi si ricordano Przybysz z Narbony (1978; trad. it. L'uomo venuto da Narbona, 1985), sull ...
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Scrittore italiano (Senigallia 1887 - Roma 1957). Collaborò alla Voce. Esordì con prose liriche e ritratti morali di sfondo provinciale (Novelle semplici, 1907; Faville, 1914); si volse poi al racconto [...] dominanti (Dov'è il peccato è Dio, 1922; Cola o il ritratto dell'italiano, 1927, dal 1935 col tit. Il soldato Cola; Ebrei, 1931; Comici, 1935; Una donna sul Cengio, 1940; Questi italiani, 1955; La terra è di tutti, post., 1958). Apprezzato saggista e ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente o relativo all’antico popolo semitico...
Porrajmos (porrajmos e, rar., Porajmos) s. m. (rar. f.) inv. Persecuzione, sterminio, genocidio di Rom e Sinti da parte del regime nazista, di quello fascista e dei loro alleati, avvenuto tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento (le vittime...