Cultura greca
Gian Luca Borghese
Scriveva Ruggero Bacone intorno al 1271 nel suo Compendium studii philosophiae (1859) che la condizione critica in cui versavano gli studi tanto teologici quanto filosofici [...] nell'Occidente latino al suo tempo era dovuta in buona parte all'ignoranza di lingue dotte come l'ebraico e il greco. L'uso di pessime traduzioni latine ‒ quelle che vi erano Bacone di sua mano le avrebbe bruciate tutte ‒ era deleterio per la ...
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Filosofo, medico e giurista ebreo (Cordova 1135 - Il Cairo 1204). Il pensiero di M. rappresenta il più alto livello raggiunto dalla speculazione ebraica medievale. Nella sua opera Dalāla al-ḥā'irīm ("Guida [...] , poi in Palestina, infine in Egitto; qui esercitò la medicina, anche alla corte del Saladino, e resse insieme la comunità ebraica del Cairo, che gli conferì il titolo di nāgīd ("principe") degli Ebrei d'Egitto.
Opere e pensiero
Tre sono le opere ...
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La scienza bizantina e latina: la nascita di una scienza europea. Lo Pseudo-Aristotele e le tradizioni affini
Graziella Federici Vescovini
Lo Pseudo-Aristotele e le tradizioni affini
Lo Pseudo-Aristotele
Sotto [...] che probabilmente la commissionò a un'équipe di traduttori ebrei e latini, secondo la consuetudine del tempo; la stesura in ebraico, compilata nel 1235 a Barcellona da Abrāhām ben Chasdai, arrivò in Sicilia verso il 1255; ne esistono inoltre versioni ...
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Filosofo e astrologo fiammingo (n. Malines 1246 - m. dopo il 1310). Studiò, tra il 1260 e il 1270, a Parigi, dove si addottorò in arti (1266) e forse, più tardi, in teologia; partecipò al concilio di Lione [...] , che nel 1292 accompagnò a Orvieto; dal 1289 fu canonico e cantore del capitolo di Saint Lambert di Liegi. Traduttore, dall'ebraico e dall'arabo, di varie opere di astronomia e astrologia e autore egli stesso di alcuni scritti di eguale argomento, E ...
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Nome con cui è noto il medico e filosofo ebreo Yĕhūdāh Abrabanel o Abravanel (n. Lisbona tra il 1460 e il 1465 - m. in Italia prima del 1535). Nel 1484, essendo il padre, già ministro e tesoriere di re [...] più e che pianse, alcuni anni più tardi, nella mirabile Elegia sopra il tempo, una delle cinque sue poesie in ebraico rimasteci), ed emigrò in Italia, dove esercitò la professione di medico, peregrinando da Napoli a Genova, Barletta, Venezia, Roma ...
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Filosofia, teologia e potere in Eusebio di Cesarea
Marco Rizzi
I tre elementi indicati nel titolo costituiscono i termini entro cui è stata pronunciata la più celebre ed efficace sentenza di condanna [...] creazione (e la data dell’incarnazione alla metà del quinto), idea che i cristiani avevano ereditato dal millenarismo ebraico, che era stata potentemente rilanciata da Ippolito all’inizio del III secolo e che ancora Lattanzio, pressoché contemporaneo ...
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Erudito gesuita (Geisa, Fulda, 1602 - Roma 1680). Eminente rappresentante dell'enciclopedismo seicentesco, i suoi eclettici interessi spaziarono dal campo degli studi linguistici alla geologia, dalla [...] (1667).
Vita e opere
Prof. (1629) di filosofia e matematica a Würzburg, dove diede lezioni anche di siriaco e di ebraico e compose la sua prima opera, Ars magnesia (1631), sul magnetismo; trasferitosi a Roma (1633), venne chiamato (1638) a insegnare ...
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Calvino, Giovanni
(propr. Jean Cauvin) Riformatore religioso francese (Noyon, Oise, 1509-Ginevra 1564). Figlio di Gérard Cauvin, notaio e segretario del vescovo Charles de Hangest, C. studiò a Parigi [...] Orléans (1528) e a Bourges (1529), dove dal luterano M. Wolmar apprese il greco, che continuò a studiare insieme all’ebraico, a Parigi (1531), in contatto con circoli umanistici di idee religiose avanzate. A Parigi pubblicò nel 1532 un commento al De ...
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JUDAH BEN SALOMON HA-COHEN MATQAH
CCesare Colafemmina
Filosofo, nato a Toledo verso il 1215 da una celebre famiglia di astrologi, fu discepolo di Meir Abulafia (1170?-1244), il più famoso rabbino spagnolo [...] editi e inediti, a cura di B. Chiesa, Brescia 1990, pp. 322-333; M. Zonta, La filosofia antica nel Medioevo ebraico. Le traduzioni ebraiche medievali dei testi filosofici antichi, ivi 1996, pp. 121-123, 200-204; C. Sirat, À la cour de Frédéric II ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Gioacchino da Fiore
Gian Luca Potestà
Esegeta del testo biblico, Gioacchino dette forma ed espressione a una simbolica teologica e a un’ermeneutica storica complesse, con ampio ricorso a figure e diagrammi. [...] di cose più profonde, piuttosto la parte del popolo dei gentili, per un certo tempo senza fede, che quella del popolo ebraico insuperbitosi della sua fede; la parte di Adamo, che peccò per il piacere della carne appropriandosi di quello che gli era ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.