Uzziah
(o Azzaria) Re dello Stato ebraico di Giuda (sec. 8° a.C.). Figlio e successore di Amasia, regnò dal 783 al 742 a.C. (la cronologia è tuttavia incerta) ed estese la potenza dello Stato attraverso [...] campagne militari contro i filistei, gli arabi e gli ammoniti. All’interno promosse l’agricoltura, riorganizzò l’esercito e fortificò la capitale Gerusalemme. In politica religiosa sembra fosse zelante ...
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Teologo (Valenza 1711 - Madrid 1794), prof. di ebraico a Valenza e a Salamanca, umanista, filologo, storico della letteratura e dell'arte. Fu anche profondo conoscitore delle monete ebraiche, intorno alle [...] quali scrisse varie dissertazioni. Fra le opere: Damasus et Laurentius hispani asserti et vindicati (1766); De numis hebraeo-samaritanis (1781-1790) ...
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Orientalista, gesuita (Siena 1584 - ivi 1655), prof. di ebraico al Collegio Romano; collaborò alla trad. della Bibbia in arabo; nel De florum cultura (pubbl. 1633) diede un importante contributo alla storia [...] della botanica ...
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Erudito francese (Herblay 1683 - Parigi 1745); studioso di ebraico (Nouvelle critique sacrée, 1705; Grammaire hébraïque, 1710), è noto anche come autore di opere di sinologia, tra cui le Meditationes sinicae [...] (1737); Linguae Sinarum grammatica duplex (1742) ...
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Scrittore spagnolo (Cuenca 1832 - Madrid 1871), professore di ebraico a Madrid, ministro, inviato speciale di Isabella II presso Pio IX (1869). Scrisse le sue impressioni sulla Roma antica e moderna in [...] Roma (1873). Altre sue opere: La mujer (1858) e La verdad del progreso (1862) ...
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Biblista luterano (Dresda 1679 - Lubecca 1767). Prof. di ebraico a Lipsia (1713-30), fu il più dotto e deciso sostenitore del letteralismo biblico e dell'ispirazione dei testi sacri (Introductio ad libros [...] Veteris Testamenti, 1714-21; Critica Sacra, 1728), contro il razionalismo critico di R. Simon, J. Le Clerc, B. Spinoza, W. Whis ton e J. Toland ...
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Esegeta (Roma 1797 - ivi 1881), gesuita, prof. di ebraico e di Sacra Scrittura a Roma (Collegio Romano) e a Lovanio. Filologo, portò importanti contributi ai problemi dei Sinottici e all'esegesi del Vecchio [...] Testamento, in particolare del libro dei Salmi. Tra le sue opere: De evangeliis (1852-53); Institutio de interpretatione Bibliorum (1862); Biblicarum quaestionum decas (1877) ...
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Nome d'arte dell'attore cinematografico di origine ebraico-russa Asa Yoelson (Srednike 1886 - San Francisco 1950). Emigrò da bambino negli USA; cantante di music-hall, raggiunse la notorietà interpretando [...] il primo film sonoro e parlato: The jazz singer (1927). Interpretò poi: The singing fool (1928); Mammy (1930); Hallelujah (1933); Rhapsody in Blue (1945) ...
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Ultimo re (598-587 a. C.) dello stato ebraico di Giuda. Era figlio di Giosia, anche se non suo successore immediato, ed ebbe da principe il nome di Mattania, poi cambiato in quello di S. dal sovrano babilonese [...] Nabucodonosor, che lo pose sul trono in luogo di Ioachim. Trascinato dal partito antibabilonese, e trascurando i consigli del profeta Geremia, si avvicinò all'Egitto, provocando la reazione di Nabucodonosor. ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.