Attore, regista e musicista italiano di origine bulgara (n. Plodviv, Bulgaria, 1946 ). O. ha unito le sue esperienze di attore e musicista nella proposta di un «teatro musicale», nella quale ha trovato [...] creò lo spettacolo Dalla sabbia dal tempo (1987), creato in collab. con M. Cantoni, in occasione del Festival di cultura ebraica. Ma fu con Oylem Goylem (1993), una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, prodotto dalla sua compagnia, che ...
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Medico e scrittore ebreo (sec. 13º). Lavorò a Napoli sotto il patronato di Federico II, e tradusse dall'arabo in ebraico opere filosofiche e matematiche, arabe e greche (Averroè, Tolomeo, al-Farghānī, [...] ecc.). Fu tra coloro che contribuirono maggiormente alla diffusione della cultura filosofica presso gli Ebrei italiani nel Medioevo ...
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. Il nome di questo personaggio biblico deriva direttamente dal greco 'Ασσούηρος, che da parte sua trascrive l'ebraico 'Aḥašwerōš. L'ebraico si avvicina più alla forma susiana e assira (rispettivamente [...] Iksiirsa, Chisi'arsa) che alla forma persiana (Khšayārsā); ma sul suo significato etimologico le opinioni sono assolutamente discordi. La Bibbia parla di A. in quattro libri dell'Antico Testamento, cioè ...
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L’essere animato (animale o uomo), o anche inanimato, capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale per questo processo di trasferimento ne viene liberata (anche capro emissario, [...] nella Vulgata hircus emissarius, traduz. dell’ebr. ‘ăzā’zēl). Il nome deriva dal rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione (kippūr), quando un capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto ( ...
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Formiggini, Saul
Giovanni Garbini
Scrittore e medico ebreo di Trieste (1807-1873). Il suo nome è legato a una traduzione in ebraico della Commedia, eseguita tra il 1867 e il 1869, favorita dal fervore [...] parti restarono inedite, e i manoscritti furono più tardi ritrovati da S. Sabbadini.
Bibl. - L. Della Torre, Sull'Inferno di D. fatto ebraico dal sig. S. Formiggini..., 1871 (poi in Scritti sparsi..., 1908, 271-286); S. Sabbadini, Di una traduzione ...
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TRIONFO, Aldo
Paolo Puppa
(Cesare Aldo). – Rimosso il primo nome per le implicazioni imperiali (e rimasto il secondo, Aldo, che in ebraico significa capo), ma semplicemente Dado per gli amici, nacque [...] , le palestre di pugilato.
La sovrabbondanza compulsiva di imageries, nonostante la priorità del verbo secondo il dettato ebraico da cui proveniva, l’utilizzo di un antiquariato cencioso esaltato da una scatenata fantasia inventiva, la vocazione alla ...
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STAMPACCHIA, Guido
Silvia Mazzone
– Nacque a Napoli il 26 marzo 1922 da Emanuele e da Giulia Campagnano.
Di famiglia ebraico-valdese ma essenzialmente laica, conseguì la maturità classica al liceo Gian [...] Battista Vico di Napoli. Nel 1940 fu ammesso alla Scuola normale superiore di Pisa, al corso di laurea in matematica, e si iscrisse all’università superando brillantemente gli esami dei primi tre anni. ...
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Scrittore israeliano (Buczacz, Polonia, 1888 - Rĕḥōvōt 1970), dal 1909 residente in Palestina. Tutta la sua attività letteraria si è svolta nel mondo ebraico di cui ha usato la lingua. Dopo aver cominciato [...] ), Temol shilshom ("L'altro ieri", 1945); Shirah (post., 1971). In italiano sono editi i Racconti di Gerusalemme, sul composito mondo ebraico, antico, mitico e millenaristico, e moderno. Premio Nobel per la letteratura nel 1966 (insieme a N. Sachs). ...
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Girolamo di Paolo Benivieni, fratello di Domenico, nacque a Firenze nel 1453. Studiò giovanissimo i classici, l'ebraico e i grandi trecentisti. Fu familiare dei Medici, soprattutto di Lorenzo, nella cui [...] di Pico della Mirandola, otto egloghe, un capitolo in lode di Dante, saggi di traduzione dal latino e dall'ebraico, alcune laudi, canzoni morali, frottole.
Bibl.: C. Re, Girolamo Benivieni fiorentino, Città di Castello 1906; A. Pellizzari, Un asceta ...
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Dotto orientalista dell'ordine cisterciense, nato in Celleno (Viterbo) il 1 aprile 1613. Fu professore di ebraico al collegio dei Neofiti in Roma, e scrittore della medesima lingua nella biblioteca vaticana. [...] Morì in Roma il 19 ottobre 1687. Di lui ci restano i quattro volumi dell'opera monumentale Bibliotheca Magna Rabbinica (1675-1693), in cui per ordine alfabetico è data notizia di tutti gli autori e scritti ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.