SARPI, Paolo
Antonella Barzazi
(Pietro). – Pietro Sarpi nacque a Venezia il 14 agosto 1552 da Francesco, mercante, originario di San Vito in Friuli, e dalla veneziana Isabella Morelli.
Morto precocemente [...] , con le controversie beneficiarie e sull’immunità del clero, i problemi degli Ordini regolari, i rapporti con le comunità greca ed ebraica, i conflitti con l’Inquisizione, le vertenze intorno a stampa e censura dei libri, di fronte alle quali Sarpi ...
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EL
A. Comotti*
Divinità maschile semitica, venerata particolarmente nella regione siro-palestinese (Il a Ugarit, El in ebraico e in aramaico) e in Arabia (Ilāh nell'Arabia meridionale preislamica, Allāh [...] da Maometto in poi); il suo culto è attestato anche in Mesopotamia.
A Ugarit, città fenicia del II millennio a. C., E. è il capo nominale del pantheon, ma la figura preminente è Ba῾al (v.), col quale in ...
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Esegeta biblico (Gaaden, Austria, 1864 - Vienna 1939). Entrato a vent'anni nell'ordine cisterciense, si dedicò allo studio dell'ebraico; prof. di Vecchio Testamento a Heiligenkreuz (1896), passò poi (1908) [...] egli riteneva l'originaria forma poetica di molti libri della Bibbia, fu indotto ad ardite correzioni e modificazioni del testo ebraico, che si sforzò di far conoscere, al di là della cerchia degli specialisti, con traduzioni in tedesco, spesso assai ...
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Quotidiano israeliano indipendente ("La terra") fondato a Gerusalemme nel 1919 da un gruppo di immigrati russi. Pubblicato in ebraico e in inglese, è un importante riferimento per politici e intellettuali. [...] Dal 1922 ha sede a Tel Aviv. Nel 2006 ha avuto una diffusione di ca. 80.000 copie al giorno ...
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Religione ebraica, complesso delle credenze e della cultura degli Ebrei. È una delle più antiche religioni monoteistiche, dalla quale è derivato anche il cristianesimo e il cui nucleo originario risale [...] oggi senza mai perdere la propria misura di attualità.
Lo Stato d'Israele, nato nel 1948 a seguito del risorgimento ebraico, detto sionismo, e sulle ceneri dell'ebraismo europeo sterminato dai nazisti, ha posto una sfida vecchia e nuova all'ebraismo ...
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Lingua degli Ebrei ashkenaziti, nata intorno al 10° sec., quando Ebrei provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale si stabilirono in Renania. Il termine deriva dal ted. jiddish, alterazione [...] all’interno della linguistica generale. Risulterebbe riduttivo limitare lo y. a una lingua degli strati meno colti, elevando l’ebraico al livello alto della comunicazione; è infatti ben più complessa e dinamica la relazione fra i due mezzi espressivi ...
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Ebraista (n. Gorizia 1784 - m. 1855), insegnante e poi rabbino, dal 1846, nella sua città natale, uno dei rappresentanti dell'illuminismo ebraico, di moderate tendenze riformiste. Tra le sue opere: Ma'ămār [...] ha-Qabbālāh ("Esame della tradizione", 1852). Tradusse in italiano il Pentateuco (1821), aggiungendovi un nuovo commento in ebraico, e diede l'edizione di varî testi letterarî ebraici. Importante la sua analisi del Libro di Ester, pubblicata in ...
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Orientalista e biblista (Bordeaux 1798 - Issy 1879). Sacerdote (1822), prof. alla Sorbona (1831-51), autore di opere grammaticali (ebraico, caldaico, arabo) e bibliche: Introduction historique et critique [...] aux livres de l'Ancien et du Nouveau Testament (6 voll., 1838; trad. it. 1843-47); La Bible selon la Vulgate, traduite en français (1863; 3a ed. 1889-90 a cura di F. Vigouroux), molto diffusa ...
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Voce derivante dal greco διάβολος, che significa originariamente "calunniatore", "accusatore", ed è divenuto perciò l'equivalente dell'ebraico sātān "avversario" nell'accezione che questo termine ebbe [...] nel giudaismo tardivo. Nel cristianesimo esso fu applicato al principale dei demoni malvagi, l'antonomastico "avversario" del giudaismo. V. perciò: demoni e spiriti, e satana ...
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L’antisemitismo
Stefano Levi Della Torre
1. Nel 19° sec. il termine «semita» riguardava la linguistica e distingueva il ceppo dell’ebraico, dell’arabo o del maltese da quello «indo-europeo». Ma «antisemitismo» [...] l’un l’altro, fin tanto che ne restino altri su cui indirizzare l’aggressività». E proseguiva con ironia: «Il popolo ebraico, disperso per ogni dove, si è acquistato in questo modo meriti altissimi nei confronti dei popoli che lo hanno ospitato». Con ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.