Persone appartenenti al popolo ebraico o comunque legate all’identità religiosa e storica israelitica.
Il nome Ebrei, di origine incerta, entrò nell’uso comune attraverso la letteratura dell’età ellenistica [...] è il cosiddetto ‘w conversivo’ che, preposto al passato e al futuro, ne scambia i valori.
Nell’età post-biblica l’ebraico subisce un’evoluzione legata anche al fatto che rimane prevalentemente nell’uso liturgico, consolidandosi come lingua dotta. A ...
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Orientalista (Söderbärke, Dalecarlia, 1889 - Uppsala 1974). Specializzatosi a Uppsala dapprima nella semitistica (soprattutto arabo classico ed ebraicobiblico), che insegnò dal 1931, passò poi all'iranistica, [...] di cui divenne una delle figure più eminenti; in particolare si ricordano il fondamentale Hilfsbuch des Pehlevi (1928-31; 2a ed. 1964-74), dedicato alla filologia del pahlavico, e varî studî di interesse ...
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Lingua ebraica postbiblica i cui inizi coincidono con quelli dell’era cristiana e il cui sviluppo si estende fino ai nostri giorni. In origine lingua d’uso, andò progressivamente restringendosi all’ambito [...] dello Stato d’Israele nel 1948, ne è divenuta la lingua ufficiale. Nella fase recente si nota un influsso dell’ebraicobiblico, concretizzato, per es., nel ritorno di norma alla desinenza -īm (e non più -īn) del plurale maschile; per il resto ...
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Sistema di esprimere le vocali mediante segni particolari, comune a gran parte delle scritture semitiche; le vocali sono rappresentate mediante punti e linee isolati o variamente combinati e disposti vicino [...] ai segni delle consonanti; p. masoretica, il sistema di segni diacritici con cui i masoreti (➔ masorà) vocalizzarono il testo consonantico dell’ebraicobiblico. ...
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Raffaele Simone
Lingue
E glòssama e’ fonì, fonì manechò (in griko, «La nostra lingua è voce, voce soltanto»)
Lingue minacciate
di Raffaele Simone
20 febbraio
Alla vigilia della giornata internazionale [...] o estenuati, sembra nei fatti destinato a fallire. È riuscito, per esempio, per l’ebraico di Israele, ricostruito e rivitalizzato a partire dall’ebraicobiblico negli ultimi cinquant’anni; non sembra destinato a successo l’analogo tentativo per il ...
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Tutte le storie della lingua latina portano una sezione, un capitolo, se non altro un cenno, all’influenza esercitata dal cristianesimo (assai sinteticamente Meillet 19333: 276; più estesamente Devoto [...] forma più frequente nella versione dei Settanta, che è appunto mánna. Pasqua, dal latino pascha, non viene direttamente dall’ebraicobiblico pesaḥ, ma si lega al greco páskha, la forma che compare con più frequenza nella versione dei Settanta e l ...
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LASINIO, Fausto
Rita Peca
Nacque a Firenze il 1° dic. 1831 da Giovanni Paolo, noto incisore, e da Enrichetta Spedolo, in un'antica e nobile famiglia di origine trevigiana.
Alunno del collegio Cicognini [...] settembre 1847, frequentò per otto anni la scuola privata del dotto ebreo A. Paggi, sotto la cui guida apprese l'ebraicobiblico e postbiblico, l'aramaico giudaico, il siriaco e i primi elementi di arabo. Insieme con Paggi pubblicò gli Inni funebri ...
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Ebraista e teologo calvinista (Saint-Ellier, Sedan, 1585 - Saumur 1658). Prof. di ebraico (1614), poi (1626-32) di teologia a Saumur, nell'Arcanum punctuationis revelatum (1624) dimostrò che i punti vocalici [...] J. Buxtorf, che sosteneva l'antichità assoluta della scrittura ebraica quadrata, provò (Diatriba de veris et antiquis Hebraeorum litteris, introduzione nel testo biblico al tempo di Esdra. La sua opera più importante di critica biblica, la Critica ...
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Vecchio Testamento. - Critica del testo. - Gli anni che vanno dal 1960 al 1975 sono stati dedicati particolarmente alla progettazione e alla pubblicazione di edizioni critiche della B. ebraica e delle [...] I frammenti del Levitico della grotta 11 di Qumrān, scritti in scrittura paleo-ebraica, non sono ancora stati pubblicati, ma le loro implicazioni per lo studio del testo biblico sono state trattate da D. N. Freedman, Variant readings in the Leviticus ...
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Con riferimento alla nozione di discendenza generazionale che il termine ''famiglia'' implica, la locuzione f. l. fa riferimento a gruppi di lingue che risultino in qualche modo imparentate fra loro (v. [...] punto di vista che trova le sue origini nei citati brani biblici finì rapidamente con l'imporsi, nel momento in cui si fu la teoria classificatoria proposta da Leibniz, che collocò l'ebraico allo stesso rango di altre lingue all'interno del ramo '' ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
giudeo
giudèo (ant. o pop. giudìo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Iudaeus, gr. ᾿Ιουδαῖος, propr. «appartenente alla tribù di Giuda (personaggio biblico, quarto figlio del patriarca Giacobbe)»]. – 1. In senso stretto, denominazione con cui...