VENTURA, Rubino
Elena Bacchin
VENTURA, Rubino. – Nacque a Finale Emilia il 23 o 25 maggio 1794 da Gamaliele e da Vittoria Massarani.
Quarto figlio di una famiglia benestante di commercianti di granaglie [...] di origini ebraiche, il suo vero nome era Reuben o Roven, italianizzato in Rubino. Fu conosciuto come Jean-Baptiste, o più raramente come Cesare, anche se nella maggior parte dei casi si firmava semplicemente Ventura.
Poche le notizie sulla sua ...
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Cassirer, Ernst
Filosofo e storico tedesco della filosofia (Breslavia 1874 - New York 1945). Dal 1919 fu prof. e poi rettore nell’univ. di Amburgo. All’avvento del nazismo fu costretto, a causa delle [...] sue origini ebraiche, a lasciare la Germania: fu prof. a Oxford (1934), a Göteborg in Svezia (1935), infine presso la Yale University (1941) e la Columbia University (1944) negli Stati Uniti. Formatosi alla scuola neokantiana di Marburgo, subì l’ ...
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Sinigaglia, Oscar
Ingegnere e industriale (Roma 1877 - ivi 1953). Fu tra i protagonisti della siderurgia italiana tra gli anni 1930 e 1940. Presidente dell’Ilva (1933-35), sopportò la persecuzione fascista [...] a causa delle sue origini ebraiche e nel 1945 fu chiamato alla guida della Finsider (➔). Predispose e fece approvare dal governo un considerevole piano di riorganizzazione e risanamento industriale (1948), ricordato come piano S. (➔ Sinigaglia, piano ...
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Courant
Courant Richard (Lublinitz, Prussia, oggi Lubliniec, Polonia, 1888 - New Rochelle, New York, 1972) matematico statunitense di origine tedesca. Fu assistente di D. Hilbert all’università di Göttingen [...] e quindi docente all’università di Münster. Di origini ebraiche, lasciò la Germania nel 1933 e si trasferì negli Stati Uniti dove insegnò dal 1936 all’università di New York. Contribuì agli sviluppi delle equazioni differenziali, del calcolo delle ...
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USIGLIO, Angelo
Elena Bacchin
– Nacque a Modena il 21 luglio 1803, secondogenito di Sansone Benedetto e di Eva Vitali (o Vitale), originaria di Alessandria.
Appartenente a una famiglia abbastanza agiata [...] o al massimo «con quello della Chiesa d’Inghilterra» (Canevazzi, 1925, p. 704) e benché non avesse rinnegato la fede ebraica.
Fonti e Bibl.: La corrispondenza con Luigi Amedeo Melegari e Francesco Delfini, pubblicata in M. Menghini, Lettere di un ...
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ZACCARIA, Crisopolitano
Pio Paschini
Nacque verosimilmente a Besançon, detta nel Medioevo anche Chrysopolis; entrò fra i canonici regolari premostratensi a Laon dove svolse tutta la sua attività letteraria. [...] Morì verso il 1155.
Oltre una spiegazione grammatico-etimologica delle parole ebraiche, greche e alcune latine del Nuovo Testamento, l'opera sua principale è un'armonia evangelica: In unum ex quattuor, sive de concordia evangelistarum (Migne, Patr. ...
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Paolo di Tarso, san
Raffaele Savigni
L’apostolo delle genti
Cittadino romano di nome Saulo, di famiglia ebraica, perseguitò duramente i cristiani fino a quando, dopo aver avuto una visione, si convertì [...] pesare economicamente sulla comunità.
Gli altri apostoli (in particolare Giacomo), che rimanevano più legati alle tradizioni ebraiche, continuarono invece a evangelizzare soprattutto gli Ebrei. Paolo predicò anche ad Atene, discutendo con i filosofi ...
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Dottore ebreo della prima metà del sec. II d. C. Insegnò nelle accademie tannaitiche, ed ebbe tra i suoi scolari Rabbī Mē'īr; ma poi abbandonò l'ebraismo, e da allora fu designato nelle cerchie ebraiche [...] nel mondo di là.
Mē'īr Letteris (1807-1871) ha fatto di Ĕlīshā‛ b. Ăbūyāh il protagonista del suo rifacimento ebraico del Faust di Goethe.
Bibl.: Graetz, Gnostizismus und Judenthum, Krotoschin 1846, pp. 16 segg., 62 segg.; Jellinek, Elischa b. Abuja ...
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Vedi SINAGOGA dell'anno: 1966 - 1997
SINAGOGA (συναγωγή)
M. Floriani Squarciapino
Il termine greco, traduzione dell'ebraico Bēt ha-Kěnesset (Casa dell'Assemblea), non è il solo che nel mondo classico [...] , alle leggi della frontalità, all'horror vacui e possono considerarsi come un tratto d'unione tra l'arte classica e quella ebraica del Medioevo.
Si sono sin qui ricordate non solo s. della Palestina ma anche della Diaspora quando esse rientravano in ...
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IMMANUEL Romano (Immānū'ēl ben Shĕlümüh; Manoello giudeo)
Umberto CASSUTO
Poeta ebreo, nato a Roma fra il 1268 e il 1274 all'incirca. Oltre che a Roma, dimorò in varie altre città italiane, a quanto [...] con l'ininterrotto fuoco di fila delle sue arguzie, e con la maestria di cui dà prova nel dominio della lingua ebraica e della fraseologia biblica, usata spesso scherzosamente in senso diverso da quello dell'originale. Nel metro e nello stile, nelle ...
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ebraicista
(o ebraista) s. m. e f. [der. di ebraico] (pl. m. -i). – Conoscitore, studioso della lingua ebraica, o, più genericam., esperto di storia, cultura, tradizioni e costumi ebraici.
ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...