Espressione usata in più passi dell’Antico Testamento (ebr. qōdesh haqŏdāshīm) a indicare un luogo o un oggetto altamente sacro, e in particolare la parte più interna del tempio, nella quale poteva entrare [...] solamente il sommo sacerdote nel giorno del kippūr. Nel primo tempio vi era conservata l’arca dell’alleanza; nel tempio ricostruito il s. rimase vuoto.
Per estensione la parte della chiesa cristiana vicina ...
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Nome di due libri dell’Antico Testamento (detti anche Paralipomeni; ebr. Dibrē hay-yāmīm, «fatti dei giorni»), appartenenti agli Agiografi (➔). Scritti probabilmente nel 4° sec. a.C. e rimaneggiati in [...] epoca più recente, sono un compendio della storia ebraica durante la monarchia, preceduta da genealogie, con illustrazione morale di alcune istituzioni ...
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Sēfer Yĕṣīrāh Uno dei più antichi e importanti libri della letteratura mistica giudaica (ebr. «Libro della creazione»), redatto forse nei primi secoli dell’era cristiana. Narra la creazione del mondo [...] da parte di Dio, mediante le lettere dell’alfabeto e i numeri. Nell’opera si riscontrano influssi pitagorici e gnostici ...
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Titolo di 15 salmi (119-133 della Volgata) che formano una collezione a sé nel Salterio. Il nome deriva dalla traduzione latina (canticum graduum) dell’ebr. shīr ha-ma‛ălẓt (propr. «cantico delle salite»), [...] e probabilmente deriva dal fatto che questi salmi erano cantati nei pellegrinaggi annuali in cui gli Ebrei «salivano» a Gerusalemme e al tempio ...
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Messianismo
Vittorio Lanternari
(XXII, p. 953)
Messianismi e millenarismi
Nell'Antico Testamento, in particolare nei libri profetici, ricorre più volte il tema dell'attesa di un 'unto' (ebr. mashīaḥ) [...] di Dio che instaurerà o restaurerà un ordine religioso e politico conformemente alla promessa inclusa nel patto tra Israele e il suo Dio. Nella letteratura prossima all'era cristiana si intensifica l'attesa ...
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L’essere animato (animale o uomo), o anche inanimato, capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale per questo processo di trasferimento ne viene liberata (anche capro emissario, [...] nella Vulgata hircus emissarius, traduz. dell’ebr. ‘ăzā’zēl). Il nome deriva dal rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione (kippūr), quando un capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto ( ...
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Precursore di Gesù, predica la conversione e l'amore del prossimo perché è vicino il regno dei cieli e impartisce ai discepoli il battesimo (onde il soprannome) di conversione in remissione dei peccati [...] (Matteo 3, 2; Marco 1, 4). La nascita è annunciata, e il nome (ebr. Iĕhôḥānān "Yaweh è propizio") imposto dall'angelo Gabriele al vecchio sacerdote Zaccaria che perde la favella e la riacquista alla circoncisione del figlio, per intonare il ...
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Re di Giuda nel 608 a.C., figlio e successore di Giosia (II Re 23, 31-34), è detto anche IoacazSellum (Geremia 22, 11). Prevalse nella successione al primogenito Eliacim, ma, sgradito al faraone Nekao [...] attaccò Gerusalemme, conquistandola (597) pochi mesi dopo la morte di Ioachim.
A questi successe il figlio IoacazIoachin (ebr. Yehōyākīn, Yōyākīn), che fu deposto dopo la conquista di Gerusalemme. Condotto prigioniero a Babilonia, vi rimase per 37 ...
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Parola ebraica (’āmēn), che significa «così sia» (I Re 1, 36; Ger. 11, 5), «in verità» (Ger. 28, 6). Nella liturgia della sinagoga è usata nei canti di lode a Dio (Neem. 8, 6) o alla fine di una dossologia [...] (I Cor. 14, 16) e celeste (Apoc. 5, 14): di solito alla fine di preghiera o di dossologia (Rom. 1, 25; 9, 25; Ebr. 13, 21; I Pietro 4, 11) come supplica affinché le promesse fatte da Dio siano adempiute. Nella Messa, come anche negli altri riti ...
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PASTRIZIO, Giovanni
Tomislav Mrkonjic
PASTRIZIO (Paštrić), Giovanni (Ivan). – Figlio di Antonio e Ivanizza Giunchevich, nacque, come si presume, a Spalato, ove fu battezzato il 15 giugno 1636.
Il cognome [...] , Città del Vaticano 2008 (Studi e Testi, 438), pp. 515-517 (ms. Borg. ebr. 2), 517 (ms. Borg. ebr. 3), 519 (ms. Borg. ebr. 6), 520 (ms. Borg. ebr. 8), 525 (ms. Borg. ebr. 18); B. Gialluca, Gli antichi sepolcri e Ivan Paštrić (G. P.). Ricerche sopra ...
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kibbuz
kibbùz (o kibbùtz) s. m. – Adattamento grafico del sost. ebr. qibbūṣ, che significa propr. «raccolta, adunanza» e indica, nell’ebraico moderno, le comunità agricole a gestione collettiva sorte in Palestina in seguito alla colonizzazione,...
siclo
(o sciclo) s. m. [dall’accadico shiqlu, ebr. sheqel]. – 1. Antica unità di misura di peso (corrispondente a 1/60 o 1/50 di mina: v. mina2), usata dai Babilonesi e dagli Ebrei. Presso questi ultimi era così chiamata anche una moneta d’argento...