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Umanista, medico e filosofo (n. Verona 1476 0 1478 - m. Incaffi 1553). Studiò a Padova con Giovanni Aquila, Gabriele Zerbo, Pietro Trampolino e con Girolamo e Marcantonio della Torre. Negli anni [...] di Tolomeo che, facendo leva su una tradizione filosofica aristotelica rivisitata, propone un'organizzazione del cosmo in accordo medico di tale concezione filosofica più generale. La dottrina dei "seminaria" ivi esposta, individuati come corpuscoli ...
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Signore di Mirandola (n. 1469 - m. Mirandola 1533). Nipote del più noto Giovanni, al quale ha dedicato una parte rilevante della sua attività di filosofo e letterato, scrivendone anche una biografia, P. [...] curata nel 1496), difese il De ente et uno e riprese alcune dottrine (per es. nel De rerum praenotione, contro l'astrologia), ne filosofici degli antichi e soprattutto la filosofia aristotelica con forte accentuazione di motivi scettici, utilizzando ...
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transustanziazione Nel linguaggio dei teologi cattolici, la totale conversione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo in forza delle parole della consacrazione [...] rapporto alla crisi della fisica e della metafisica aristotelica, sia in rapporto al più generale problema linguaggio filosofico assunto in definizioni dogmatiche. Oggi la dottrina cattolica, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, sostiene ...
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Teologo e filosofo inglese (m. Norwich 1303 circa); francescano, studiò a Parigi (forse 1269-72) ove fu discepolo di Giovanni Peckham. Lettore a Cambridge nello studio dell'ordine (1275-79), maestro a [...] particolare, interessante la sua rigorosa ripresa della dottrina agostiniana dell'illuminazione: la lux increata irraggia sicché Dio stesso è l'intelletto agente della tradizione aristotelica (in via subordinata si può parlare di intelletto agente ...
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Filosofo e scrittore politico (Ravenna 1542 - Alessano 1612). Entrò (1555) tra i canonici lateranensi di S. Maria in Porto; addottoratosi a Padova (1565), insegnò filosofia e teologia negli istituti della [...] congregazione. Frutto di questo insegnamento è l'opera, aristotelica per dottrina e metodo, De cognitione hominis, quae naturali lumine haberi potest (1586). Nel 1590 fu chiamato da Alfonso II d'Este alla cattedra di filosofia morale nello studio di ...
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Teologo e filosofo (n. in Inghilterra 1110-1120 - m. Stella, presso Poitiers, 1169 circa). Monaco cistercense a Cîteaux (1145), poi abate di Stella (1147 circa). Nei suoi Sermones (ampî trattati teologici) [...] Anselmo di Canterbury e dello Pseudo-Dionigi; d'orientamento platonico-agostiniano è l'Epistola de anima (del 1162, ad Alchiero di Clairvaux), che tuttavia già mostra indizî di gnoseologia aristotelica, in particolare per la dottrina dell'astrazione. ...
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Autore siro monofisita (m. 667), vescovo di Qenneshrīn, scrittore di soggetti profani e propagatore della cultura greca; scrisse di filosofia aristotelica, compì versioni dal greco in siriaco e anche dal [...] persiano; è stato il rappresentante classico della dottrina astronomica dei Siri e ha compilato, oltre ad altri lavori in questo campo, un trattato sull'astrolabio e un Discorso sulle costellazioni di argomento cosmografico in 18 capitoli. ...
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SESTO Empirico (Σέξτος ὁ ἐμπειρικός, Sextus Empiricus)
Guido Calogero
Pensatore e medico greco, rappresentante dell'estrema fase evolutiva dell'antico scetticismo, e massimo suo testimone in virtù della [...] scuola e ciò che egli aggiunge: e parimenti, interpretando dottrine antiche e cercando di ricavarne tutto quanto può giovare alle sua trattazione, la critica della deduzione sillogistica aristotelica, acutamente criticata in quanto "logo diallelo", ...
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SIGIERI di Brabante
Guido Calogero
Pensatore del sec. XIII, massimo rappresentante dell'aristotelismo averroistico e antitomistico. Insegnò all'università di Parigi nella seconda metà del sec. XIII. [...] anche passivo, rispetto all'anima umana risentono dell'interpretazione averroistica di Aristotele (così come averroistica, per quanto non compaia nelle pagine di Averroè, si dice la dottrina della "doppia verità" - per cui la verità filosofica è da ...
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IDEA
Guido Calogero
. Il termine di ιδέα passò nel linguaggio filosofico già nell'età presocratica, quando, p. es., venne usato da Democrito per significare, in conformità del suo senso originario, [...] forma, o concetto di classe.
Questo concetto platonico-aristotelico della realtà ideale si perpetuò in tutto il si presentava, p. es., ed era combattuta dal Kant, la dottrina del Berkeley, che non in quello panlogistico dei postkantiani, è ormai, ...
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dottrina
s. f. [dal lat. doctrina, der. di docere «istruire»]. – 1. a. ant. Insegnamento o apprendimento di nozioni relative al sapere in genere o a una determinata disciplina: quinci nasce che mai a dottrina non vegnono (Dante); senza avere...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...