CAPPELLO, Bernardo
Francesco Fasulo
Nacque a Venezia nel 1498 da Francesco di Cristoforo e da Elena di Piero Priuli. Il padre, illustre diplomatico della Repubblica, morì nel 1513 e il giovane C. fu [...] stessa: "La fede che mi fa il vostro grave e dolce sonetto, che eziandio nelle molte vostre cure et occupazioni domestiche letteratura italiana, V (1897), pp. 225 s.;. L. Dalla Man, La vita e le rime di B. C., Venezia 1909; Lirici del Cinquecento, a ...
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L’iperbole (dal gr. yperbolḗ, in lat. superlatio) è una figura retorica che consiste nel portare all’eccesso il significato di un’espressione, amplificando o riducendo il suo riferimento alla realtà per [...] e negativo:
(1) amare da morire
aspettare da una vita
aspettare un secondo
bere un goccio
dire un milione di volte testi poetici di ➔ Francesco Petrarca, con versi celeberrimi («che ’n mille dolci nodi gli avolgea», Canz. XC, 2). In partic., però, l’ ...
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Un rimario è un lemmario ordinato in base alla vocale tonica di ogni vocabolo e ai suoni che la seguono (➔ rima). Nei rimari moderni le parole sono raccolte in gruppi così costruiti e ordinati al loro [...] nel 1551 (il primo rimario a versi interi), da Ludovico Dolce nel 1554.
Presto però si inaugura la serie delle raccolte , Giovanni & Uboldi, Alessandra (1974), I rimari italiani, Milano, Vita e Pensiero.
Ratti, Daniela et al. (a cura di) (1988), ...
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COLLALTO, Collatino (Collaltino di)
Nicola Longo
Nacque il 22 maggio 1523 a San Salvatore di Collalto, nella Marca Trevigiana, dal conte Manfredo e da Bianca Maria di Antonio Vinciguerra (la madre, poetessa, [...] C., Vinciguerra, eletto poi abate di Nervesa); il Dolce e il Domenichi gli dedicarono alcune loro opere; il Lando trovò rifugio presso la corte dei Gonzaga a Mantova.
Nel corso della sua vita il C. si pregiò di essere, oltre che un valoroso uomo d' ...
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di Sergio Bozzola
La sinalefe (gr. synaliphé, comp. di syn- «insieme» e aléiphein «ungere, rendere scorrevole») è il fenomeno metrico (➔ metrica e lingua) per cui la ➔ sillaba finale a uscita vocalica [...] subordinata dalla reggente. Così, nell’incipit leopardiano:
(3) Dolce e chiara è la notte, e senza vento (Giacomo seconda parola è tonica (17), ecc.:
(16) Picciola requie a la penosa vita (Giovambattista Marino, Adone IV, ottava 282, v. 2)
(17) Per ...
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BALSAMO CRIVELLI, Riccardo
Alberto Asor-Rosa
Nato a Settimo Milanese il 20 ag. 1874 da una famiglia di piccola nobiltà, trascorse una giovinezza scapata e avventurosa, ma non priva di passioni e di [...] le disagiate condizioni economiche soprattutto nell'ultima parte della sua vita. Non mancano neanche in queste opere narrative brani di lo scrittore riesce a fondere, in descrizioni di un dolce-amaro umorismo, gli impulsi del suo carattere allegro ...
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Tasso, Torquato
Silvia Zoppi Garampi
La struggente poesia di amanti e cavalieri
Autore della Gerusalemme liberata, ultimo capolavoro della letteratura del Rinascimento, Tasso crea uno stile nuovo. [...] questa stagione meravigliosa non va considerata solo come un’epoca della vita umana, ma in un senso assai più ampio, spirituale e storico lo stesso Tancredi è invece a sua volta amato dalla dolce Erminia; Armida e Rinaldo si amano follemente ma la ...
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La sinestesia (dal gr. sýn «con, assieme» e aisthánomai «percepisco, comprendo»; quindi «percepisco assieme») è un procedimento retorico (➔ retorica), per lo più con effetto metaforico (➔ metafora), che [...] spirar d’ambrosia l’aure innamorate» (“E tu nei carmi avrai perenne vita”, vv. 13-14).
La sinestesia è preminente in ➔ Giacomo Leopardi “La sera del dì di festa”, dove riprende l’aggettivo dolce («Dolce e chiara è la notte e senza vento»), o in molti ...
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La sestina, detta anche sestina lirica per distinguerla dalla sestina narrativa, o sesta rima (➔ ottava rima), è una forma lirica fissa riconducibile al genere della ➔ canzone (Beltrami 20024: 264-268; [...] lieto,
i chiari giorni et le tranquille notti
e i soavi sospiri e ’l dolce stile
che solea resonare in versi e ’n rime
vòlti subitamente in doglia e ’n pianto,
odiar vita mi fanno, et bramar morte.
Crudele, acerba, inexorabil Morte,
cagion mi dài di ...
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La figura etimologica è una figura retorica grammaticale e insieme semantica che consiste nell’accostamento di due parole aventi la stessa radice (da cui il lat. figūra etymologĭca per indicare una medesima [...] per origine di etimo o per derivazione (come nelle espressioni vivere la vita, morire di una morte, amare di un amore, sognare un Aldo Palazzeschi: «la vecchia s’addorme / e resta dormendo nel dolce romore», “La vecchia nel sonno”, in Poesie, vv. 7-8 ...
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vita
s. f. [lat. vīta, affine a vivĕre «vivere»]. – 1. In senso ampio, proprietà o condizione di sistemi materiali (i sistemi viventi, dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari più evoluti) caratterizzati da un alto grado di organizzazione...
dolce1
dólce1 agg. [lat dŭlcis]. – 1. Di sapore (di cui è prototipo quello dello zucchero) che costituisce, con l’amaro, il salato e l’acido, una delle quattro sensazioni gustative fondamentali e che viene percepito quando siano eccitati chimicamente...