Stile di jazz proprio di complessi formati da musicisti non afroamericani. Nato come imitazione della musica nera tipica di New Orleans, e anch’esso basato sul largo uso dell’improvvisazione, il d. rappresenta un’evoluzione del linguaggio jazzistico, dovuto principalmente alla maggiore padronanza tecnica degli strumenti.
Fra le orchestre di d. la Original D. jazz band, che incise nel 1917 il primo ...
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Trombonista e caporchestra statunitense (n. Clarinda, Iowa, 1904 - m. 1944). Collaborando dal 1929 con R. Nichols, B. Goodman, J. e T. Dorsey, fu tra i jazzisti bianchi che guidarono l'evoluzione dal Dixieland [...] allo Swing orchestrale degli anni Trenta. Dal 1937 diresse proprie orchestre, cui la radio e il cinema diedero enorme popolarità: sua è la classica In the mood. Ufficiale dell'aviazione statunitense, di ...
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JAZZ
Antonio Lanza
(XVIII, p. 662; App. III, I, p. 822)
Nel corso degli anni Cinquanta il quadro jazzistico internazionale era caratterizzato da una straordinaria pluralità di correnti e di stili, spesso [...] (1909-1988) e Gene Krupa (1909-1973); e il violinista Joe Venuti (1908-1979). Notevole successo ebbero i Dukes of Dixieland dei fratelli Assunto e il complesso del clarinettista Pete Fountain (n. 1930).
In Europa, l'arrivo delle truppe americane alla ...
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GETZ, Stanley, detto Stan
Antonio Lanza
Tenorsassofonista statunitense di jazz, nato a Filadelfia il 2 febbraio 1927, morto a Malibu il 6 giugno 1991. Iniziato da giovanissimo lo studio del fagotto [...] la sua famiglia si era trasferita agli inizi degli anni Trenta, optò ben presto per il sax tenore; dopo le prime esperienze dixieland con J. Teagarden, militò nel 1944 nell'orchestra di Kenton e quindi in quelle di J. Dorsey e B. Goodman. Nel 1945 ...
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TRISTANO, Leonard Joseph, detto Lennie
Antonio Lanza
Pianista statunitense di jazz, nato a Chicago il 19 marzo 1919, morto a New York il 18 novembre 1978. Era figlio di emigranti italiani provenienti [...] Music. Contemporaneamente suonava il clarinetto e i sassofoni − che già dal 1945 abbandonò a vantaggio del piano − in gruppi dixieland e in complessi di musica da ballo.
Intorno a lui cominciarono a radunarsi dapprima Lee Konitz e B. Russo, quindi ...
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FREEMAN, Lawrence, detto Bud
Antonio Lanza
Tenorsassofonista statunitense di jazz, nato a Chicago il 13 aprile 1906, morto ivi il 15 marzo 1991. Vissute le prime esperienze giovanili nella Chicago degli [...] Orchestra con cui (1939-40) incise alcuni brani nei quali appare ormai compiuto il processo di trasformazione del dixieland in dixieland-swing. Più tradizionali sono invece i brani registrati il 23 luglio 1940 con il gruppo dei Famous Chicagoans ...
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DALLA, Lucio
Marinella Venegoni
Cantautore, clarinettista, regista, visionario, nato a Bologna il 4 marzo 1943, figlio unico di Giuseppe e di Iole Melotti.
Lucio Dalla è stato un artista complesso, che [...] dalle cantine bolognesi dove aveva cominciato a farsi notare nelle jam sessions con i grandi del jazz, in lunghe serate dove dal dixieland si passava senza grandi strappi al be-bop e al cool jazz. Nel 1982, agli studenti di un seminario su ‘Il ...
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dixieland
〈dìksiländ〉 s. angloamer. [da Dixieland, denominazione popolare (la cui etimologia è variamente spiegata) degli Stati Uniti del sud], usato in ital. al masch. – Stile di jazz tradizionale sorto nel 1917 a New Orleans, eseguito da...
jazz
‹ǧä∫› (in origine jass) s. ingl. [voce gergale di etimo incerto], usato in ital. al masch. – 1. Genere di musica sorto all’inizio del sec. 20° negli Stati Uniti d’America dall’incontro fra la sensibilità musicale della comunità negro-americana...