Benedetto Varchi (Firenze 1503 - ivi 1565), dopo la laurea in utroque iure a Pisa e un breve esercizio di professione notarile, si dedicò alla poesia e agli studi umanistici. Di sentimenti repubblicani, [...] (mezo e avezare, pezo, gentileza di fronte a qualche occorrenza di gravezze).
In campo fonetico si notano: per i dittonghi dopo consonante + r la contrapposizione di tipo prego (prevalente in prosa ed esclusivo nei versi) a truovo, univocamente ...
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Nei protocolli della linguistica moderna per linguaggio poetico si intende un particolare uso della lingua finalizzato a ottenere la comunicazione attraverso l’evidenza e la valorizzazione degli strumenti [...] (core, foco, loco, fero, tepido), per cui è stato scritto «che in poesia» si muore e ci si muove «di preferenza senza dittongo» (Patota 1990: 105).
Ma c’è di più. La particolare storia dell’italiano, che, fuori di Toscana, è stato per secoli lingua ...
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L’italiano di Milano si può definire come una sottovarietà galloitalica dell’➔ italiano regionale settentrionale (che esclude cioè l’italiano regionale del Triveneto). La sua fisionomia va collegata ai [...] (v. sotto; ➔ allofoni; ➔ quantità fonologica) e pertanto la e si trova in finale di sillaba come nei casi precedenti. Il dittongo [jɛ], anche secondario, si pronuncia chiuso [je]: [ˈpjeːde] piede, [ˈvjeːne] viene, [ˈmjeːle] miele, [saluˈmjeːre ...
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Parlato in una vasta porzione delle valli del Piemonte occidentale (nelle province di Cuneo e Torino, dalla Val Vermenagna, a sud, all’Alta Valle di Susa, a nord; fig. 1) e a Guardia Piemontese (Cosenza), [...] ) > [paŋ] «pane» (piem. [paŋ], fr. [pɛ̃]), pratu(m) > [pra] «prato» (piem. [pra], fr. [pre]);
(c) la conservazione del dittongo latino au: raucu(m) > [rawʧ] «rauco», lat. tardo repausare > [erpawˈzar] «riposo»;(d) il passaggio di -a atona ...
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Il concetto di standard in linguistica identifica una ➔ varietà di lingua soggetta a codificazione normativa (➔ norma linguistica), e che vale come modello di riferimento per l’uso corretto della lingua [...] e non anello, fango e non mota, figlio e non figliolo / figliuolo (si noti che la monottongazione del ➔ dittongo [wɔ] è un’innovazione del fiorentino, posteriore alla sua standardizzazione come base dell’italiano, non accolta dallo standard), guancia ...
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Baldassarre Castiglione nacque a Casatico, presso Mantova, il 6 dicembre 1478. Dal 1504 al 1513 visse a Urbino, uno dei maggiori centri della cultura rinascimentale, e svolse numerose missioni diplomatiche [...] con quelle più vicine al latino, quindi: regole diventa regule, lagrime diventa lachrime; e la preferenza a forme senza dittongo: lieva cambia in leva, puose in pose, ecc. Maggiore incertezza Castiglione mostra invece nella resa grafica dei suoni ...
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Gian Giorgio Trissino, nato a Vicenza nel 1478 e morto a Roma nel 1550, è uno dei letterati di maggior rilievo della prima metà del Cinquecento (➔ Umanesimo e Rinascimento, lingua dell’) e il più importante [...] le idee linguistiche mostra la prassi scrittoria di Trissino, che adotta elementi propri del fiorentino letterario trecentesco (il ➔ dittongo in truovo, le forme anafonetiche, la prevalenza di -er- protonico su -ar-, la desinenza in -a della prima ...
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Niccolò Tommaseo (Sebenico 1802 - Firenze 1874) iniziò i suoi studi a Spalato, in seminario, per proseguirli a Padova, dove si laureò in legge nel 1822 e si dedicò all’approfondimento e al perfezionamento [...] toscano popolare, l’uso dei pronomi soggetto egli, ella, eglino (➔ personali, pronomi) e la presenza del ➔ dittongo dopo una palatale (figliuolo); in accordo col toscano antico, il participio breve (racconto «raccontato», porto «portato»), marginale ...
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Lingua e dialetti italiani
Luca Serianni
Seguendo una tendenza già affermatasi nettamente nel secondo dopoguerra, negli anni Ottanta e Novanta l'uso dell'italiano si è consolidato, erodendo l'area dei [...] consigliato da grammatiche e dizionari, stenta a radicarsi nell'uso. Quanto ai suoni, è ormai desueta la regola del dittongo mobile là dove non sia cristallizzata (può-poteva, uomo-ometto): muovendo, nuovissimo (invece di movendo, novissimo) ecc. La ...
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La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] sorvegliata come quella del novelliere, si trovano a convivere fenomeni conservativi del vocalismo, quali la conservazione del dittongo dopo cons. + r («presente nei modi tipici del fiorentino due-trecentesco»: Stussi 1995: 198) e moderate aperture ...
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dittongo
dittòngo s. m. [dal lat. tardo diphthongus gr. δίϕϑογγος, comp. di δι- «due» e ϕϑόγγος «suono»] (pl. -ghi). – 1. Gruppo di due vocali che si seguono nella medesima sillaba, e delle quali una è vocale sillabica, mentre l’altra può...