Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] ˈkːi] «qui», [toˈsti] «costì», [toˈlːi] «lì», ecc.
Rispetto alla Toscana, invece, si osservano:
(a) tracce sparse di dittonghi metafonetici, noti all’antico romanesco e oggi presenti nell’Italia meridionale (cfr. § 2.4): a Canepina [e gːuˈpjerki] «i ...
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Il termine analogia designa il processo diacronico attraverso cui una parola cambia forma fonologica e morfologica per diventare più somigliante a un’altra parola già esistente nella lingua. Tale processo [...] morfologici. Per es., nel passaggio dal latino all’italiano (o meglio al toscano), un cambiamento fonologico ha provocato la dittongazione di tutte le vocali medie brevi, che sono divenute medio-basse, toniche in sillaba aperta (➔ vocali):
(1) a. /ɛ ...
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Presso i grammatici greci, ogni particolarità accessoria che appare nella realizzazione di un suono nella parola, indipendentemente dall’articolazione essenziale di esso: intonazione, aspirazione, quantità [...] (aurea, dearum, eum, duobus ecc.); la sinalefe (o elisione), per cui la quantità di una sillaba finale uscente in vocale o in dittongo o in m di regola non veniva percepita se seguita da parola iniziante con vocale o con h (man(e) erat; pulver(em ...
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Linguistica
L’a. è il rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa parola (a. di parola), della stessa [...] ascendente che, almeno teoricamente, potrebbero essere scambiati per bisillabi (più, può, e anche ciò, già, giù, che contengono dittonghi apparenti). È inoltre facoltativo segnare l’a., per indicare sia la vocale tonica, sia il timbro aperto o chiuso ...
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Per i grammatici antichi, il termine consonante (gr. stoikhêion [o grámma] sýmphōnon, lat. littera consonans) indicava una lettera che (per es., gr. β, γ, δ, lat. b, c, d) si riteneva non potesse essere [...] come avviene tradizionalmente per le ➔ semivocali che, nei dittonghi discendenti (➔ dittongo), ricorrono dopo il nucleo della sillaba ([ˈsai̯] sai, , perché ricorrono prima del nucleo sillabico nei dittonghi ascendenti (per es. /ˈpjano/ piano, ...
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Famiglia di lingue storiche (dette anche arie, indogermaniche, indoceltiche, arioeuropee) che presentano, specie negli stadi più antichi, un’affinità e una concordanza di caratteri fonetici, morfologici [...] s; le liquide l r e le nasali n m; le vocali a e i o u brevi e lunghe, che possono presentarsi unite nei dittonghi ai ei oi au eu ou: i e u possono, davanti ad altra vocale, assumere valore semivocalico (i̯ u̯); una vocale di timbro indistinto, lo ...
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La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] all’italiano dell’intera regione, spesso anche in una pronuncia sorvegliata, sono la chiusura delle vocali toniche nei dittonghi (buóno, viéni), l’apertura della tonica negli avverbi in -mènte, il raddoppiamento della consonante iniziale in parole ...
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Un inveterato luogo comune vuole l’italiano come la più adatta tra le lingue al canto, soprattutto per una ragione fonetica e una sintattica: la ricchezza di suoni vocalici, specie in fine di parola, e [...] la a, e della maggior pienezza delle sue sillabe, rispetto alla frequenza di vocali mute, di sillabe sincopate e di suoni dittongati e turbati in francese. Oltre mezzo secolo più tardi J.-J. Rousseau, tra i massimi estimatori della musica italiana ...
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FRANZONI, Diodato
Lucinda Spera
Non si hanno notizie biografiche riguardanti questo grammatico vissuto nel XVII secolo. Poco si può dedurre dagli indizi presenti nell'unica opera che di lui ci è rimasta, [...] grande erudizione, il F. conduce i due studiosi ad affrontare problematiche di ordine tecnico: natura delle vocali, dittonghi, uso delle consonanti doppie, oscillazioni grafiche e fonetiche, articoli, punti e accenti. In linea generale, le posizioni ...
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MICENEO
Anna Morpurgo Davies
. Linguistica. - S'indica convenzionalmente con il nome di m. la lingua degli antichi testi greci scritti nel 2° millennio a. C. in un sillabario chiamato, anch'esso convenzionalmente, [...] la sillaba non viene scritta; in fine di parola, per es., -to può indicare [-ton], [-tos], [-tor], ecc. Anche il secondo elemento dei dittonghi in i spesso viene omesso (wo-no = woinos "vino"), ma c'è un segno speciale per ai, e ra3 vale [rai]. Per ...
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dittongare
v. tr. e intr. [der. di dittongo] (io dittòngo, tu dittònghi, ecc.; come intr., aus. avere). – Attuare o subire una dittongazione: nel passaggio dal latino all’italiano, la «ŏ» tonica ha dittongato (o si è dittongata) in «uo».