I diritti facoltativi sono stati variamente concepiti nella storia della letteratura giuridica, e la loro definizione varia notevolmente a seconda dell'epoca e della scuola, cui lo scrittore appartiene.
Le [...] jurispr., VI; G. Poncet, De la règle que les actes de pure faculté, ecc., ibid., IX; G. F. Savigny, Trattato di dirittoromano, IV, trad. Scialoja, Torino 1889, p. 177; C. F. Gabba, Teoria della retroattività delle leggi, I, Torino 1891, p. 254 segg ...
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. Per "diritto agrario" s'intende il complesso delle norme, sia di diritto privato sia di diritto pubblico, che regolano i soggetti, i beni, gli atti e i rapporti giuridici pertinenti all'agricoltura: [...] all'avanguardia dell'evoluzione giuridica: ciò per altro non deve stupire, solo che si rammenti che il dirittoromano è stato il diritto d'un popolo di agricoltori. L'enfiteusi, pur avendo trovato qualche applicazione anche fuori del campo agricolo ...
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Storia. - L'istituto della bigamia come reato autonomo, distinto dallo stupro e dall'adulterio, sembra sconosciuto ai giuristi romani: e infatti il termine bigamus si trova solo in fonti tardive (Isidoro [...] è stabilita la pena di morte per ogni sorta di bigamia.
Bibl.: Per il dirittoromano: Th. Mommsen, Römischer Strafrecht, 701; E. Volterra, Per la storia del reato di bigamia in dirittoromano, in Studi in memoria di U. Ratti, Milano 1934, p. 387 segg ...
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È l'abbandono della cosa da parte del proprietario. Essa si sostanzia in una condotta del proprietario stesso, dalla quale si desume che egli intende rinunciare alla signoria sulla cosa.
Elementi della [...] La derelizione e l'apprensione di cose derelitte, in Scritti giuridici vari, II, ivi 1918, p. 342 segg.; id., Corso di dirittoromano. La proprietà, sez. 2ª, Roma 1928, p. 274 segg.; A. Berger, In tema di derelizione, in Bullettino dell'Istituto di ...
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. È una delle forme di difesa del convenuto in un processo civile, talvolta anche dell'accusato in un processo penale: suo carattere distintivo è di non negare il diritto vantato dall'attore né l'obiettività [...] di esso il negozio sia annullato. Qui è rigorosamente esatto il parlar di eccezione; perché anche qui, come nel dirittoromano classico, si trovano di fronte due norme, poste su differenti piani, e il trionfo definitivo della seconda non rinnega ...
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Storia del diritto. - Storicamente il rispetto del cadavere è imposto, prima che da norme giuridiche, da norme religiose. Presso tutti i popoli il cadavere ispira un senso di misterioso terrore. Di qui [...] sta a dimostrare la frequenza di tale pratica nel costume popolare.
Tali fenomeni, non infrequenti nella storia del tardo dirittoromano, sono da considerarsi come sintomi di decadenza morale e di depressione economica.
La procedura di esecuzione sul ...
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Dichiarazione contenuta in un testamento e diretta a spogliare della qualità di erede, con tutte le sue conseguenze, taluno a cui detta qualità è attribuita dal diritto oggettivo, o magari dal testamento [...] accettazione, cretio, aggiungendo che se non la esegue cesserà di essere erede: quod ni ita creverit, exheres esto).
Nel dirittoromano antico e classico, l'istituto dell'exheredatio è in massima un compromesso fra la norma del primitivo costume, per ...
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. Caput, testa, indica originariamente l'individuo, e capitis deminutio doveva indicare in antico la perdita, da parte di un gruppo, di uno dei suoi membri: sia che tale diminuzione venga subita dal populus, [...] costituzioni personali, e infine con la Novella 118, che ne cancellò anche le ultime tracce.
Bibl.: C. F. Savigny, Sistema del dirittoromano attuale, trad. it. di V. Scialoja, II, Torino 1886 segg., p. 54 segg. e app. VI, p. 439; M. Cohn, Beiträge ...
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VEDOVANZA
Fulvio Maroi
È lo stato in cui viene a trovarsi un coniuge alla morte dell'altro.
Uno degli usi più diffusi sia fra i popoli di più antica civiltà (Cina, India), sia fra le popolazioni inferiori, [...] al coniuge superstite di costituire un'aggregazione matrimoniale con un membro della famiglia del coniuge defunto (v. Levirato).
Il dirittoromano non conobbe nessuna di tali usanze: già però nel periodo più antico si afferma per i vedovi e in ...
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Uno dei maggiori giureconsulti italiani del Medioevo, nato a Perugia da nobile famiglia nel 1319 o nel 1327. Giovane d'ingegno straordinariamente precoce, dopo avere studiato diritto a Perugia alla scuola [...] .
Vastissima ci appare la cultura di B. sì da permettergli di trattare da maestro tutti i campi del diritto, dal dirittoromano al canonico, al commerciale, al penale, al feudale, all'internazionale.
Dalle letture e dai corsi tenuti nella scuola ...
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romano1
romano1 agg. e s. m. (f. -a) [lat. Romanus]. – 1. a. Di Roma, come città e stato del mondo antico: la storia r.; la repubblica r., l’impero r.; il popolo r., la popolazione r. (v. anche S.P.Q.R.); la civiltà, l’arte r.; la letteratura...
diritto2
diritto2 (ant. dritto) s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. In senso ampio, nel linguaggio letter. (non quindi come termine tecnico del linguaggio giur.), ciò che è giusto, o è sentito o dovrebbe essere sentito come giusto,...