Le lingue dei segni nel mondo
Mauro Mottinelli
Virginia Volterra
A differenza delle lingue vocali, che usano il canale acustico-vocale, le lingue dei segni si servono della modalità visivo-gestuale. [...] in cui la lingua dei segni sembra venir adottata da tutta la comunità, sono state osservate anche nell’isola di Bali, in Ghana e in delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità che è stata sottoscritta per ...
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Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su [...] e a livelli diversi di formalità, era adoperato in situazioni comunicative di tipo orale (Stotz 1994: 177-178). Il » 15, pp. 325-340.
Fiorelli, Pietro (1994), La lingua del diritto e dell’amministrazione, in Serianni & Trifone 1993-1994, vol. 2º, ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] da non costituire la lingua di un popolo, ma con in comune «molto linguaggio di azione» (il medesimo linguaggio che Vico aveva del paleocomparatismo, uno dei pochi che entri a buon diritto tra gli studi europei di tale genere, anteriori alla nascita ...
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Gli studiosi moderni, come già i retori e i grammatici del mondo classico e umanistico, hanno tentato di ordinare i testi raggruppandoli in classi omogenee. Ne sono emerse varie tipologie testuali, divergenti [...] classifica in base ai diversi gradi di rigidità introdotti nel patto comunicativo che lega emittente e destinatario (§ 3). Il terzo, mosso statutarie; (b) testi interpretativi: manuali di diritto, articoli di riviste, lezioni universitarie, tesi di ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] nel parlato ad alta voce; nel parlato emesso durante una comunicazione simultanea e in quello prodotto a grandi distanze dall’ascoltatore […] è quella lingua che ha certamente il pieno diritto di chiamarsi italiana, perché è scritta e compresa da ...
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CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] sua vita, linguistico-letterario. Conobbe sufficientemente il greco (cosa non comune a quei tempi in Italia), bene il latino (come risulta, un tempo, e rivendicava a se stesso, "lombardo", il diritto di fare ciò che i Fiorentini più non sapevano o ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] scelte considerate migliori. I due filoni hanno però una matrice comune e anche nel secondo si possono reperire, soprattutto tra i con lo pseudonimo di Ferrante Longobardi pubblicò Il torto e il diritto del Non si può (1655; 2a ed. 1668), dimostrando ...
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DEVOTO, Giacomo
Aldo L. Prosdocimi
Nacque il 19 luglio 1897 a Genova da Luigi, clinico e patologo prima a Genova poi trasferitosi a Pavia e quindi a Milano, e da Luigia Cortese. Conseguita la maturità [...] . Dicendo "italico" in questo secondo senso, dò una definizione comune a quella massa di tradizioni indeuropee che dall'Oglio all'Adige di Devoto è che la lingua sia, come il diritto, institutio vitae communis, strumento di coesione sociale. Di qui ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] Istituto della Enciclopedia Italiana, 8 voll., vol. 2° (L’età del Comune, a cura di G. Cracco & G. Ortalli), pp. 783- (2001), Il volgare e la legge. Storia linguistica del diritto veneziano (secoli XIII-XVIII), Padova, Esedra.
Tomasoni, Piera ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] differenziano nettamente dal più antico esperimento di Alberti e hanno in comune il fatto di non basarsi sulla lingua viva, ma di il riconoscimento del ruolo degli scrittori, oltre che dei diritti della ragione e del gusto (cioè i medesimi principi ...
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comune1
comune1 (ant. commune) agg. e s. m. [lat. commūnis «comune; mediocre; affabile», comp. di con- e munus «carica, ufficio», propr. «che compie il medesimo ufficio»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce a tutti o ai più (contr. di privato,...
comunita
comunità (ant. communità) s. f. [dal lat. communĭtas -atis «comunanza», der. di communis «comune1»]. – 1. non com. Carattere, stato giuridico di ciò che è comune; comunanza: c. di beni, c. d’interessi; anche in senso più astratto:...