Drammaturgo inglese (Boston, Lincolnshire, 1819 - Londra 1890). Cercò di portare sulla scena uomini e cose del suo tempo, secondo un orientamento veristico e con intenzione polemica. In The patrician's [...] vivacità la lotta tra le classi sociali. Altre opere: Strathmore (1849); Marie de Méranie (1850); A life's ransom (1857); Donna Diana (1863), forse l'opera migliore, rifacimento di El desdén con el desdén di A. Moreto; The favourite of fortune (1866 ...
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Architetto (Roma 1723 - ivi 1808); allievo di N. Salvi. Lavorò soprattutto nella Villa Borghese a Roma, dove costruì, fra l'altro, il tempietto classico del Giardino del lago e curò la sistemazione del [...] Casino (suo capolavoro è la galleria che ospita il Ratto di Proserpina del Bernini). Il figlio Mario (Roma 1764 - ivi 1804), suo collaboratore (tempietto di Diana a Villa Borghese), si dedicò anche alla pittura. ...
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CALTABELLOTTA, Giovanni Vincenzo de Luna e Rosso e Spadafora conte di
Giuseppe Scichilone
Nacque, probabilmente, a Palermo, nella seconda metà del sec. XV e, giovanetto, assistette, l'11 luglio 1478, [...] che gli ambasciatori siciliani prestarono in Saragozza al re Ferdinando. Figlio di Sigismondo e di Beatrice Rosso e Spadafora, sposò Diana Moncada e da lei ebbe quattro figli. Deputato del Regno nel 1508, nel 1509 rivendicava il feudo di Misilcassim ...
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Figlio cadetto (m. Hesdin 1553) del duca Pier Luigi e di Girolama Orsini; vissuto per molti anni in Francia, alla morte del padre (1547) fu invano contrapposto dal re Enrico II di Francia al fratello Ottavio [...] per la successione di Parma e Piacenza; nel 1549 ebbe dal nonno, il papa Paolo III, il ducato di Castro e nel 1552 sposò Diana di Angoulême, figlia naturale di Enrico II. Morì, combattendo contro gli Spagnoli, nell'assedio di Hesdin. ...
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Deista inglese (n. Upper Holloway, Londra, 1654 - m. suicida 1693). Discepolo di Hobbes e di E. Herbert of Cherbury, riprese la tradizione libertina ed erudita utilizzando l'analisi delle opinioni degli [...] del tempo. Così in Anima Mundi (1679) espose le opinioni degli antichi contro l'immortalità dell'anima; in Great is Diana of the Ephesians, or the original of idolatry (1680) la sua critica all'istituzione del sacerdozio è in realtà un attacco ...
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Architetto (n. 1545 circa - m. Torino 1590). Figlio di Jacques I, succedette a P. Lescot (1578) per le costruzioni del Louvre e a J. Bullant per il mausoleo dei Valois a Saint-Denis (incompiuto e poi andato [...] ). Nel 1578 era direttore dei lavori del castello reale d'Ollainville, e cominciò la costruzione del Pont-Neuf a Parigi. Nel 1584 costruiva per Diana di Francia l'Hôtel d'Angoulême a Parigi, il cui stile appare influenzato da quello di J. Bullant. ...
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CITO, Carlo
Anna Casella
Nacque nell'ottobre 1636 a Rossano Calabro (Cosenza) da una famiglia che, pur essendo stata aggregata alla nobiltà locale soltanto nel 1605, era già dai primi anni del Cinquecento [...] vita sociale e culturale cittadina.
Il padre Anacleto fu, infatti, uditore nella provincia di Principato Ultra, la madre Diana era figlia di Filippo Pascale, patrizio cosentino membro del Sacro Regio Consiglio, e sorella di Bartolomeo, che le fonti ...
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Scultore (Genova 1791 - ivi 1867); allievo di A. Canova a Roma, si mantenne nella tradizione neoclassica durante tutta la sua attività, svoltasi a Genova e a Torino, dove fu chiamato (1837) da Carlo Alberto. [...] Opere sue a Genova (statua della Nautica, monumento a Colombo, monumenti funebri nel cimitero di Staglieno) e a Torino (monumento al principe Tommaso di Savoia nella cappella della S. Sindone, statua di Diana nel Palazzo Reale). ...
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Pittore e incisore (Parigi 1679 - Roma 1752); allievo del padre, François, dal 1719 insegnò all'Accademia di Parigi, poi (dal 1738) diresse l'Accademia di Francia a Roma, dove fu anche (1743) presidente [...] nei soggetti più svariati, da quelli storici (La peste a Marsiglia, 1722, museo di Versailles) a quelli mitologici (Riposo di Diana, Nancy, Musée des beaux-arts), il modo di improntare tutto allo spirito mondano del tempo di Luigi XV (Colazione di ...
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Orafo e incisore (Langres 1485 - ivi dopo il 1561). Protestante, si rifugiò a Digione e poi a Ginevra, dove fu attivo come coniatore di monete (note quelle del tempo di Calvino, 1541). Fu autore di smalti [...] per la serie di incisioni in cui ricorre il tema del liocorno, riferite probabilmente agli amori di Enrico II e Diana di Poitiers, e per le illustrazioni dell'Apocalisse (25 tavole), edita a Lione nel 1561, che denunciano una formazione su ...
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diana1
diana1 s. f. [propr. agg., der. di dì]. – 1. Nome della stella che appare la mattina in oriente prima del sorgere del Sole, cioè Venere (chiamata anche, nelle sue apparizioni mattutine, Lucifero): Vedut’ho la lucente stella d. (Guinizzelli)....
diana2
diana2 s. f. [dal nome della dea Diana, in quanto venerata in cielo come Luna]. – Termine usato dagli alchimisti per indicare l’argento, con allusione al chiarore della Luna.