-ato¹ [lat. -atus, coincidente con la desinenza masch. -atus del part. pass. dei verbi della coniug. in -are]. - Suff. derivativo usato per formare nomi indicanti una carica, quindi, per estens., il luogo [...] in cui essa si esercita: commissariato, consolato, ducato; dalla desinenza del part. pass. si sviluppa il valore di -ato per formare sost. che esprimono la nozione del verbo che funge da base: abitato, adorato, tracciato; negli agg. derivati da sost ...
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uomo /'wɔmo/ (ant. o pop. omo /'ɔmo/) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini). - 1. a. (paleont.) [specie del genere Homo, cui appartiene l'essere umano] ≈ Homo Sapiens. b. (antrop.) [essere vivente altamente [...] e donne: i problemi di tutti gli u. e le donne che lavorano. Parallelamente a quest’uso, si preferisce oggi usare la desinenza femm. se ci si rivolge a donne, anche per nomi di professione e di ruolo prima usati solo al masch. (avvocata, ministra ...
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-ita¹ [lat. -ĭta, desinenza femm. del part. pass. di verbi delle coniug. in -ēre e -ĕre]. - Suff. derivativo di sost. tratti da verbi, di cui esprimono la nozione (crescita, perdita, rendita, vendita). ...
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-ita² [dalla desinenza femm. del part. pass. dei verbi della coniug. in -ire]. - Suff. derivativo di nomi tratti da verbi della terza coniug., di cui esprimono la nozione (dipartita, dormita, riuscita, [...] salita, uscita) ...
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-ito¹ [lat. ĭtum, desinenza del part. pass. di verbi delle coniug. in -ēre e -ĕre]. - Suff. derivativo di sost. tratti da verbi, di cui esprimono la nozione (battito, gemito, lascito, prestito, tremito). ...
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-ito² [dalla desinenza del part. pass. di verbi della coniug. in -ire]. - Suff. derivativo di nomi tratti da verbi della terza coniug., di cui esprimono la nozione (grugnito, nitrito, udito). ...
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uscire (ant. escire) v. intr. [lat. exīre, comp. di ex "fuori" e ire "andare", raccostato a uscio] (nella coniug., si ha il tema usc- quando l'accento cade sulla desinenza, esc- quando cade sul tema; quindi: [...] indic. pres. èsco, èsci, èsce, usciamo, uscite, èscono; cong. pres. èsca ..., usciamo, usciate, èscano; imperat. èsci, uscite; regolari tutti gli altri tempi: uscivo, uscirò, uscìi, uscèndo, uscito, ecc.; ...
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uscita (ant. escita) s. f. [part. pass. femm. di uscire]. - 1. a. [l'andare o il venire fuori da un luogo chiuso, con la prep. di del primo arg. e da del secondo arg.: l'u. del treno dalla stazione] ≈ [...] di una parola e sim., dotata di particolare significato, anche con la prep. in: verbi con l'u. in "-are"] ≈ desinenza, terminazione. 6. (elettrotecn.) [coppia di morsetti di un amplificatore da cui si preleva la tensione o la corrente che è stata ...
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-uta [dalla desinenza femm. del part. pass. di verbi delle coniug. in -ere e -ire]. - Suff. derivativo di sost. tratti dai verbi della seconda e della terza coniug., di cui esprimono la nozione (caduta, [...] spremuta, tenuta, venuta) ...
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-uto [lat. -ūtus, desinenza del part. pass. di verbi delle coniug. in -ēre e -ĕre]. - Suff. derivativo di agg. tratti originariamente da verbi, poi, già in lat., anche da sost.; i der. indicano la presenza, [...] spesso vistosa o cospicua o eccessiva, di quanto designato dal termine di base, talvolta con una connotazione spreg. (barbuto, biforcuto, cornuto, occhialuto, nasuto, ossuto, panciuto) ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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