Proseguiamo il viaggio tra i suffissi dei cognomi italiani con alcune curiosità su terminazioni particolari. Che valore hanno i suffissi -eto ed -eta?Hanno valore soprattutto locativo collettivo e dunque [...] I cognomi uscenti in -ante corrispondono a participi presenti indicanti un’azione?Non sempre. Nel lessico la desinenza del participio presente dei verbi in -are forma aggettivi e sostantivi deverbali (abitante, amante, calzante, emigrante, militante ...
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Marcello AprileManuale di base di linguistica e grammatica italianaBologna, il Mulino, 2021 Il sintagma di base contenuto nel titolo del manuale di Marcello Aprile, professore ordinario di Linguistica [...] . Francesco e Veronica sono tornati a casa, p. 94). Si chiariscono quindi nozioni chiave nella morfologia: morfema, base, desinenza, e poi si passa a una esaustiva spiegazione delle tradizionali “nove parti del discorso”, suddivise in variabili (nome ...
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L’esse finale di molti cognomi è parte di un vero suffisso (apocopato) soltanto in alcuni casi, ma entra piuttosto in una terminazione atona molto frequente, che ha almeno quattro diverse origini e tradizioni [...] per tutte); ma perlopiù si tratta di latinizzazione recente, dall’epoca rinascimentale al XIX secolo, consistente appunto, di norma, nell’aggiunta di una desinenza di ablativo plurale al nome retto dalla preposizione, intesa come latina, de: e questa ...
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In italiano, le forme verbali possono essere di due tipi: sintetiche o analitiche. Le prime esprimono nella stessa parola sia il significato lessicale, nella radice del verbo, sia quello funzionale (tempo, [...] modo, persona) nella desinenza. È il caso di ...
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Le dedicazioniCome i più comuni derivati da sostantivi (bambino > bambinesco), anche quelli costruiti sulla base dei nomi propri (Dante > dantesco) sono di norma invenzioni spontanee della comunità dei [...] da nomi di personaggi celebri (o potenti in società non democratiche) mediante la semplice aggiunta di -i in quanto desinenza latina del genitivo singolare dei nomi di seconda declinazione. Una concisa rassegna di alcuni casi esemplari si trova in ...
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Un po’ dappertutto, non soltanto in Italia (che anzi, in Italia son giunte di riflesso), imperversano le polemiche sul “politicamente corretto” negli usi linguistici, e quelle in particolare sulle discriminazioni di genere legate al linguaggio. Se n ...
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L'email del lettore Contrariamente a quanto da voi affermato, non esiste il termine "sindaca" perché non è affatto vero che ogni termine in italiano possa avere la desinenza in -o oppure in -a a seconda [...] del genere. La desinenza di un termine deriva p ...
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desinenza
deṡinènza s. f. [dal lat. mediev. desinentia, der. del lat. desinĕre «terminare»]. – In linguistica, terminazione che aggiungendosi a un tema verbale indica la persona, la diatesi e talora anche il tempo (d. verbale), e aggiungendosi...
desinente
deṡinènte part. pres. [dal lat. desĭnens -entis, part. pres. di desinĕre «terminare»]. – Che termina in un dato modo o in qualche cosa: corpo d. in una breve coda. Per lo più riferito a parola, che ha una determinata desinenza o...
Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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