Melchiorre Cesarotti (Padova, 1730 - Selvazzano, presso Padova, 1808) fu uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo italiano in campo linguistico. Nacque e studiò a Padova, dove divenne insegnante [...] I cambiamenti nel lessico possono avvenire per ampliamento o restringimento semantico di un termine, per introduzione di neologismi derivati da dialetti o da lingue straniere, antiche (greco e latino, anche se si auspica una diminuzione dei grecismi ...
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GIOVANNI PIETRO da Cemmo
Alessandro Serafini
Scarsissime le notizie documentate su questo pittore originario di Cemmo di Capo di Ponte, in Valcamonica, attivo a partire dall'ottavo decennio del XV secolo, [...] pareti lunghe, inseriti uno a uno in un'apertura illusionistica abilmente scorciata dal basso (1504-07). La stretta derivazione iconografica dal refettorio milanese di S. Maria delle Grazie non deve far dimenticare che questo schema iconografico era ...
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MAGGI (de Madiis, de Maçonibus), Berardo
Gian Maria Varanini
Nacque verosimilmente a Brescia, forse intorno al 1240-45, da Emanuele, il fondatore della potenza politica della famiglia, e da Cancellaria.
L'avvio [...] notevolissimo di altri lavori pubblici dovuti all'impulso del M., come la sistemazione del naviglio derivato dal fiume Chiese e la derivazione dal fiume Mella di due corsi d'acqua artificiali, con benefici influssi sull'attività manifatturiera ...
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MAIO, Giuniano
Angela Maria Caracciolo Aricò
Nacque intorno al 1430 a Napoli, dove visse fino alla morte.
Di nobile famiglia, del "seggio" di Montagna, fu allievo di Antonio Calcillo e a sua volta fu [...] commosso omaggio per le grandi doti di educatore. Il nome arcadico Enareto è stato variamente interpretato, come di derivazione greca, equivalente a virtuoso, o come nome di origine geografica, dalla denominazione latina di Ischia, "Aenaria", perché ...
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BALDI, Bernardino
Raffaele Amaturo
Nacque in Urbino il 5 giugno 1553 da Francesco e Virginia Montanari. Appresi i primi elementi di greco e di latino alla scuola dell'umanista urbinate Gianantonio Turoneo, [...] italiane. Lavoro opportuno e anzi, senza dubbio, utile: purché non si presuma, una volta accertata l'una o l'altra derivazione, di togliere ogni valore di originalità al poemetto, o per converso giungere a un'esagerata valutazione di esso proprio in ...
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LEVI, Beppo
Salvatore Coen
Nacque a Torino il 14 maggio 1875 da Giulio Giacomo e Sara Diamantina (Mentina) Pugliese. Presso l'Università di Torino compì i suoi studi fino al conseguimento della laurea [...] con due integrazioni successive. Si intrecciano con il lavoro di cui parliamo anche una serie di note del L. sulla derivazione delle funzioni e la dimostrazione del suo celebre teorema di integrazione per serie (Sopra l'integrazione delle serie, in ...
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PACINI, Antonio
Céline Frigau Manning
PACINI, Antonio (Francesco Gaetano Saverio). – Nacque a Napoli il 7 luglio 1778.
Studiò al Conservatorio della Pietà dei Turchini il violino, il clavicembalo e [...] talvolta additate come «speculazioni» (Journal des débats, 29 settembre 1823).
Pacini non si limitò alla musica di derivazione operistica: pubblicò molte romanze francesi con accompagnamento di pianoforte o di arpa, composte da lui stesso e da Maria ...
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PACANOWSKI, Davide
Giovanni Duranti
PACANOWSKI, Davide. – Nacque il 29 dicembre 1904 a Łodz (Polonia) in una famiglia di antiche origini ebraiche, primogenito di Hermann, industriale del settore tessile, [...] , studiò anche la sistemazione a giardino pubblico della piazza sovrastante, rifacendosi al modello informale di derivazione anglosassone, trasfigurato dalla scuola brasiliana.
Negli anni Sessanta portò a termine due importanti edifici deputati ...
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CONTIN (C. di Castelseprio), Giuseppe
Raoul Meloncelli
Figlio di Francesco e di Eleonora Förster, nacque a Venezia il 1° genn. 1835. Avviato allo studio del pianoforte e della teoria dalla madre, che [...] di esprimersi senza indulgere a complicate astruserie virtuosistiche né di abbandonarsi all'imperante enfasi drammatica di derivazione operistica.
Contenuta entro i canoni d'uno stile tradizionale ma non convenzionale, la produzione del C ...
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GIOVANNI di Bartolo da Siena
Elisabetta Campolongo
Non si conosce la data di nascita di questo orafo senese documentato dal 1364 al 1404.
Si deve a Müntz (1888, al quale si rimanda per i documenti citati [...] e tondini, nelle immagini dei due vescovi G. incide il metallo con un sottile ramo spinoso, motivo decorativo di derivazione limosina, ereditato dalla tradizione musulmana. In questi due smalti, negli angeli reggistemma e nella figura di s. Caterina ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.