FRONTONE (τύμπανον, tympanum)
P. E. Arias*
Spazio triangolare situato al disopra dell'architrave dei lati brevi del tempio greco, limitato dalla cornice orizzontale (gèison) e dai rampanti. Alla teoria [...] di Apollo dello Scasato dal quale provengono due torsi fittili di figure maschili e varie teste che denotano una chiara derivazione lisippea, del III sec. a. C. Quanto ormai la decorazione frontonale fosse vicina all'arte greca ma nello stesso tempo ...
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SATURNO (Sāturnus)
C. Saletti
Il nome, che gli antichi facevano derivare da sero, ab sătu (Varro, De lingua Lat., v, 64; Macr., Sat., i, 10, 20; Fest., p. 202, 17 L.), a sătionibus (Fest., p. 432, 20 [...] la figura come divinità della semina, è di incerta etimologia e, anche se molti degli studiosi moderni hanno ripreso l'antica derivazione, resta la grave difficoltà di spiegare il passaggio della ă in ā e la formazione in -urnus. Altri studiosi fanno ...
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QUIRINO (Quirīnus)
A. Bisi
Divinità italica di oscura origine, successivamente assimilata dai latini a Romolo (v.) e a Marte (v.). La scoperta di un santuario italico a Ercole Curino presso Sulmona (v.), [...] aggettivale, rimane di incerta etimologia, essendo assai dubbie le due ipotesi emesse già dagli autori classici, di una derivazione dalla parola sabina curis = lancia, oppure dalla città pure sabina di Curis. Entrambi questi etimi sabini sono il ...
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DE SIMONE, Nicolò (Nicolò Fiammingo, Nicolò Lo Zet)
Ileana Creazzo
Figlio di Simon Pietro, di cui s'ignora se fosse a sua volta pittore, originario di Liegi, come si desume dalla firma sul Baccanale [...] 1984, p. 255), fu attivo a Napoli tra il 1636 ed il 1655, anno dell'ultima notizia certa su di lui.
Di derivazione fiamminga appare anche l'appellativo del D., variamente riportato come Lokel, Loket, Lopet, Lozet o Lo Zet, che va inteso piuttosto ...
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STARČEVO, Cultura di
A. Palmieri
Cultura preistorica detta anche di Starcěvo-Criş-Kremikovci (dagli aspetti locali di Jugoslavia, Romania e Bulgaria), che si delinea fin dal VI millennio (aspetto Proto-Criş) [...] culturale, comune ad altre facies parallele ed attiva anche nell'ambito di aspetti cronologicamente successivi, appare di derivazione locale paleo-mesolitica, per la preminenza rivestita nell'economia dalla pesca (abbondanza di pesi da rete, spesso ...
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KOSMAS (Κόσμας)
L. Guerrini
Mosaicista greco, del V-VI sec. d. C., noto per aver firmato in caratteri greci insieme a Georgios (v.) il pavimento dell'atrio della chiesa di S. Anastasia ad Arkassa (antica [...] comune in questo periodo; predominano i motivi geometrici; più rari sono quelli vegetali e figurati, di derivazione orientale, specialmente siriaca. Costituivano motivi decorativi anche varie iscrizioni, per lo più versetti biblici, lodi alla ...
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MANCINI, Domenico
Francesco Sorce
Non si conoscono il luogo e la data di nascita di questo pittore, attivo in area padana all'inizio del secondo decennio del XVI secolo.
L'unica sua opera nota è una [...] e datata 1511, attualmente conservata nel duomo di S. Sofia a Lendinara. Il dipinto, pur essendo in larga parte di derivazione, non ha mancato di richiamare l'attenzione della critica, che ne ha da sempre riconosciuto, forse con enfasi eccessiva, l ...
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COSTA, Giovanni Battista
Angelo Mazza
Pittore milanese, attivo nella seconda metà del secolo XVII. Non si conoscono notizie biografiche e le uniche opere sicuramente autografe a noi note sono: S. Pietro [...] chiesa di S. Pietro Martire a Seveso, il Martirio di un Santo della chiesa di S. Eufemia a Novara (firmato e datato 1678), derivazione dal Martirio di s. Marco di Daniele Crespi che si trova nella chiesa di S. Marco a Novara, e la tela raffigurante S ...
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Pittore (Venezia 1430? - Ascoli Piceno 1494/1495). Formatosi a Venezia a contatto con le botteghe dei Vivarini e di J. Bellini, si avvicinò poi all'ambiente tardo-gotico dello Squarcione. Fu a Zara (1459-60 [...] , dal polittico di S. Silvestro di Massa Fermana (1468) alle opere tarde. Nonostante un senso decorativo di evidente derivazione tardogotica, le sue opere rivelano un carattere moderno, una razionalità di forme inserite nello spazio, che egli dovette ...
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CLA(UDIUS) SATURNINUS
G. Bordenache
Scultore provinciale attivo nella Dacia Superior in un periodo non precisabile, verosimilinente la fine del II, inizio del III sec. d. C.
Ci ha tramandato la sua [...] nella Colonia Ulpia Traiana Sarmizegetusa e conservata oggi nel museo di Deva (Romania). Si tratta di una rozza e povera derivazione da un prototipo celebre dell'arte greca, la cosiddetta Venere Genitrice, così diffusa in età romana. Nella traduzione ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.