Vedi STUCCO dell'anno: 1966 - 1997
STUCCO
N. Bonacasa
S. De Marinis
S. De Marinis
M. Spagnoli Mariottini
Definizione tecnica; 1. Ambiente egeo ed Egitto faraonico; 2. Grecia classica; 3. Egitto ellenistico [...] zag, sia elementi vegetali, tra i quali rosette, fiori di loto, palmette e tralci di vite. Vi compaiono inoltre forme miste, derivanti dalla fusione di temi geometrici e vegetali, come il fiore inserito in un esagono e costruito per mezzo di archi di ...
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TOSCANA
V. Ascani
Regione dell'Italia centrale comprendente la porzione settentrionale tirrenica della penisola e le isole a essa adiacenti. Bagnata a O dai mari Ligure e Tirreno e limitata a N e a [...] anche a Pistoia, o il Maestro di Figline (v.), che pure trovarono eco nella regione. Con i decenni, iconografie di derivazione giottesca si diffusero nel territorio anche grazie a divulgatori locali: ne è esempio il Maestro di San Martino alla Palma ...
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Istruzione
Nella scuola statale, con il termine c. si indicano insieme la funzione e il posto orario d’insegnamento di una determinata disciplina o gruppo di discipline secondo quanto previsto dall’ordinamento [...] paleocristiane, con un’usanza che durò per tutto il Medioevo, era posta a ridosso della cavità absidale, con chiara derivazione dalle basiliche pagane che avevano nell’abside il seggio del magistrato; in seguito fu posta anche nella parte anteriore ...
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Nell’architettura romana, edificio rettangolare con navata centrale fiancheggiata da navate minori, divise da colonne o pilastri (fig.); si apriva sul foro della città ed era centro di riunioni, di affari [...] di pannelli di opus sectile era quella costruita sull’Esquilino dal console Giunio Basso nel 4° sec. d.C.
In ambito cristiano, la b. è una particolare tipologia di chiesa (➔), così detta per la derivazione dal tipo architettonico della b. romana. ...
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SIENA
E. Guidoni
I. Moretti
V. Ascani
E. Carli
A. Capitanio
(lat. Saena Etruriae, Sena Iulia)
Città della Toscana, posta in una zona collinare tra le valli dell'Arbia e dell'Elsa.
Urbanistica
Lo [...] furono terminate verso lo scadere del Trecento e la chiesa completata solo nel secolo successivo), ma evidente ne è la derivazione cistercense.La chiesa di S. Agostino, il cui interno fu rinnovato dopo l'incendio del 1747, riprende lo schema delle ...
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L'architettura: caratteri e modelli. Iran
Rémy Boucharlat
Anny Allara
Pierfrancesco Callieri
Caratteri generali
di Rémy Boucharlat
Prima della comparsa di una vera e propria architettura monumentale [...] semplice di struttura abitativa, denuncia influssi ionici e anatolici, mentre nella torre dello Zindan-i Sulaiman è palese la derivazione dal tempio urarteo. Gli edifici reali di Susa e di Persepoli, eretti da Dario (522-485 a.C.), contrariamente ...
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VENEZIA
G. Lorenzoni
Città del Veneto, capoluogo della regione, distesa tra le coste e le isole lagunari.In età romana V., come città urbanisticamente organizzata, non esisteva. La Regio X dell'Impero [...] facciata della basilica, e ancora tre lastre marmoree della facciata, legate al Maestro di Ercole. E all'interno potrebbero derivare dal bottino le lastre di porfido rosso e verde dei due pulpiti, quello rosso riservato principalmente al doge, quello ...
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DOMENICANI
S. Romano
L'Ordine religioso dei Frati Predicatori (Ordo Praedicatorum) fu fondato da s. Domenico di Guzman (ca. 1175-1221) e dal suo nome deriva la denominazione di D. con cui esso è comunemente [...] da rifacimenti successivi al 1440, anno di un crollo delle strutture del coro (Iacobini, 1994), rivela subito la sua derivazione dalle forme esterne della terminazione di S. Nicolò a Treviso, edificio che conserva intatto il più spettacolare caso di ...
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BALDACCHINO
A. M. D'Achille
Tipo di copertura di varie forme, con valore protettivo e simbolico, onorifico e decorativo, destinato a persone e cose.Il termine b. (lat. medievale baldekinus), derivato [...] vere e proprie tombe a b. sono quelle gotiche, che vennero erette numerosissime in tutta Europa. Viollet-le-Duc (1868) le fa derivare dall'uso di collocare, sulla lastra dove era scolpita o incisa l'effigie del morto, negli anniversari o in occasioni ...
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CAPITELLO
C. Barsanti
Modulo architettonico fondamentale connesso con un sostegno (colonna, pilastro, lesena, anche eventualmente addossati a pareti, nel qual caso si ha un semicapitello) e con altre [...] , Précis d'archéologie du moyen âge, Paris 1908; G.T. Rivoira, Le origini dell'architettura lombarda e delle sue principali derivazioni nei paesi d'oltr'alpe, Milano 19082 (Roma 1901-1907), pp. 164-165, 254; R. Hamann, Die Kapitelle im Magdeburger ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.