Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e città metropolitana (Comune di 1.287,4 km2 con 2.813.365 ab. nel 2021).
Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato [...] dato in antico al Palatino (ma l’etimo di questo nome è incerto). All’inizio del 20° sec. (1904) W. Schulze ha fatto derivare il nome della città dal gentilizio etrusco dei Ruma, cui del resto sarebbe affine l’antico nome del Tevere. È la tesi oggi ...
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Vedi INDIANA, Arte dell'anno: 1961 - 1995
INDIANA, Arte
A. Tamburello
H. Goetz
INDIANA, Arte. - L'arte i. raggiunge alcune delle sue espressioni più alte in tempi che sono cronologicamente al di fuori [...] ad un luogo sacro o un tumulo funerario. Ai quattro lati della cancellata sono i toraṇa, portali in pietra, di derivazione probabile da un antico arco a triplice trabeazione in forma di Π, originariamente costruito in legno o canne di bambù. Sugli ...
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CAMMEO di Francia
L. Rocchetti
La più grande delle sardoniche antiche, lavorata a ben cinque strati con raffigurazioni di personaggi imperiali romani, la cui identificazione ha fatto di questo celebre [...] , che visse a corte e fu elemento importante nella politica di espansione verso l'Oriente. Il Curtius pensa ad una derivazione del c. da una rappresentazione figurata più ampia a causa di un certo affollamento delle figure, specie nella zona centrale ...
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BUON PASTORE
L. Rocchetti
Motivo iconografico, raffigurante un giovanetto con un agnello sulle spalle, frequentissimo su pitture, bassorilievi, medaglie, lucerne, ecc., cristiane (v. cristo).
Tratta [...] P. nell'atto di riportare nell'ovile la pecora smarrita, che è una diretta derivazione dal concetto evangelico; ed il B. P. nell'atto di sorvegliare il gregge, derivazione del concetto di Cristo come pastore della Chiesa. Il primo tipo si riallaccia ...
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MENANDROS (Μέναανδρος)
L. Guerrini
2°. - Scultore originario del Dokymion, figlio di Diogene, attivo in epoca romana, noto per l'iscrizione posta sulla base di una statua frammentaria rinvenuta nel 1913 [...] figura, resti di un pilastro decorato a rilievo. La posa è quella di Zeus come appare su monete, probabilmente derivazione dello Zeus fidiaco; però nel caso specifico, potrebbe anche trattarsi di un ritratto di imperatore romano raffigurato sotto le ...
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SIMPOSIO (συνπόσιον)
S. de Marinis
Il s. costituisce la parte finale del banchetto greco e romano (dove ha il nome di commissatio), cioè un momento successivo e distinto dal dèipnon vero e proprio, durante [...] mensa accanto al marito. In realtà le figure femminili alternate sulle klìnai a quelle maschili sono senza dubbio un motivo di derivazione corinzia e attica ma, mentre là si trattava di etère, qui è oltremodo probabile che tali figure debbano essere ...
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GIOVE (Diovis, Jovis, Jūpitēr [Diēspiter])
M. Napoli
Il culto di G. risale a quel sostrato indo-europeo al quale risalgono anche tutti i culti similari del mondo ellenico ed italico (v. zeus). Ciò al [...] di G. risalente al III sec. (una più precisa datazione è controversa), ci mostra un tipo barbato di derivazione chiaramente ellenistica. In età imperiale, specialmente da Traiano ad Antonino Pio, più frequente appare nella monetazione il tipo Giove ...
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BIERTAN
D. Adamesteanu
Località della Transilvania, vicino a Medias, cioè, in antico, nella Dacia Apulensis.
Conosciuta per la scoperta di un donarium cristiano nel 1775, più volte menzionato nella [...] 'anello conservato nella parte inferiore della tabula, per mezzo di un filo, pendeva il chrisma chiuso in un cerchio, derivazione questa da altri donaria già conosciuti dagli scavi di Pompei e di Ercolano. È una tra le più importanti testimonianze ...
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PONTIOS (Ποντιος)
L. Guerrini
1°. - Scultore ateniese; appartenne alla corrente neo-attica (v. neoaticismo), noto per aver firmato (Πόντιος ᾿Αϑηναῖος ἐποίει) un grande rhytòn in marmo pentelico, rinvenuto [...] da schemi della fine del V sec. a. C. (v. Menadi; Kallimachos). L'opera di P., eseguita probabilmente ad Atene, denota una derivazione da lavori toreutici.
Bibl.: C. L. Visconti, Di un vaso marmoreo in forma di "rhytòn" servito ad uso di fonte nei ...
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Etruschi
Tommaso Gnoli
Un popolo misterioso… ma non troppo
Gli Etruschi erano la più importante popolazione dell'Italia preromana. Occupavano originariamente la regione compresa tra l'Arno e il Tevere, [...] aggiunti i due gemelli nell'atto di succhiare il latte, conservata a Roma nei Musei Capitolini, è opera etrusca, di probabile derivazione da Veio, e la tradizione la attribuisce a un mitico artista di nome Vulca, che avrebbe importato le arti a Roma ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...
derivazione2
derivazióne2 s. f. [dal fr. dérivation; v. derivare2]. – Deviazione del proietto di un’arma rigata dal piano di tiro, dovuta al moto di rotazione impresso al proietto dalla rigatura dell’arma.