Arte
Nella terminologia architettonica classica, l’organismo a un tempo struttivo e formale che è costituito da una serie di colonne con la sovrastante trabeazione e, talora, il sottostante piedistallo [...] colonna, che fu più spesso priva di scanalature, e quasi sempre aumentandone l’imponenza con l’uso del piedistallo, derivato dal podio del tempio italico, che divenne un elemento caratteristico degli o. architettonici romani.
L’o. corinzio fu in ...
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scudo Arma da difesa utilizzata un tempo a scopo bellico (ancora in uso per tale scopo presso alcuni popoli) e attualmente dalle forze di polizia durante il servizio di ordine pubblico. Consiste in una [...] e identificare le pezze sulla base della loro collocazione sul campo; a ciascun punto è stato attribuito un nome preciso derivato dalla comparazione con il corpo umano. La divisione più usata dagli araldisti italiani e francesi divide lo s. in 16 ...
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Entomologia
Baccio Baccetti
di Baccio Baccetti
Entomologia
sommario: 1. Introduzione. 2. I pionieri. 3. Il sistema degli Insetti, la faunistica e la morfologia del dermascheletro. 4. La micromorfologia. [...] il fotocettore elementare presenta l'identica struttura a bastoncelli ordinati, il rabdoma, e il composto fotosensibile, il retinene, derivato dalla vitamina A, è il medesimo; le singole cellule retiniche di un Insetto, inoltre, reagiscono alla luce ...
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Il complesso sistematico dei termini relativi a una determinata scienza o disciplina, ordinati e predisposti secondo norme convenzionali, atte a evitare ogni possibile confusione fra gli oggetti di una [...] geometria solida (cubo, prisma, tetraedro, ottaedro). Per le classi e i sistemi di simmetria si ricorre ad altri nomi derivati dal greco (oloedria, tetartoedria, monometrico, trimetrico). Infine per i gruppi di simmetria interna non si usano nomi ma ...
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ascidie e salpe
Giuseppe M. Carpaneto
Animali con la corda dorsale
A vederli non si direbbe: questi buffi barilotti colorati, immobili, attaccati agli scogli in fondo al mare, o talvolta trasparenti [...] , dopo il foro inalante, si nota una specie di cilindro pieno di fessure: è il cestello branchiale, organo filtratore derivato dalla faringe. Qui l'acqua lascia le particelle alimentari (plancton e detriti in sospensione) che vengono trattenute dal ...
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Classe di Vertebrati anamni, comprendente tre ordini viventi (Gimnofioni o Apodi, Urodeli e Anuri) e due estinti (Stegocefali o Labirintodonti e Lepidospondili). Gli A. vivono in genere in ambienti umidi [...] gli Urodeli i resti fossili più antichi si riferiscono a forme relativamente moderne, mentre per gli Anuri esistono reperti fossili del Trias, che indicherebbero come l’adattamento al salto sia derivato da strutture preesistenti adattate al nuoto. ...
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Manufatto di legno, di ferro, di muratura o di cemento armato che serve per assicurare la continuità del corpo stradale o ferroviario nell’attraversamento di un corso d’acqua o di un avvallamento del terreno. [...] simile a quella di una trave continua, senza che il comportamento della struttura divenga iperstatico. Uno schema che si può pensare derivato da quello del p. a travata è quello a piedritti solidali o a telaio. Per tutti gli schemi a travata, specie ...
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Termine coniato da J.W. Goethe (ted. Morphologie) nel 1785 per indicare l’anatomia comparata; significa, in generale, studio, descrizione delle forme.
Biologia
Studio della forma e della struttura degli [...] nella declinazione), e quindi delle trasformazioni che questa forma fondamentale, non ulteriormente analizzata, subisce nella flessione o nella derivazione (per es., in lat., lupus «lupo», nom. sing., è il casus rectus, o forma base: tutti gli altri ...
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Affossamento terrestre di una certa estensione, nel quale le acque permangono.
Geografia fisica e sedimentologia
I l. si possono presentare di forma e dimensione molto variabili, come variabili sono anche [...] favorevoli alla vita. Il plancton insediato nella zona litorale e in quella limnetica produce una quantità di detrito organico, derivato da escreti e spoglie, che lentamente raggiunge il fondo del l. e sedimenta; questo materiale è sfruttato dalla ...
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Biologia
Il riprodursi, in un organismo animale o vegetale, di parti, organi, tessuti traumatizzati o perduti, sperimentalmente o accidentalmente. Le prime osservazioni sulla r. risalgono al sec. 18° [...] e successiva estrusione, sotto forma di filamenti (filatura), della cellulosa (dissoluzione diretta) o di un suo derivato, condotte in modo tale da conservarne o da ricostituirne la natura iniziale di polimero naturale (polisaccaride), ma ...
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derivato
s. m. [part. pass. di derivare1]. – 1. Prodotto ottenuto da un altro attraverso trasformazione chimica: i d. del petrolio. Nella nomenclatura chimica è frequente anche come secondo elemento di termini composti, dei quali il primo...
derivabile
derivàbile agg. [dal lat. tardo derivabĭlis]. – Che si può derivare (nelle varie accezioni di derivare1). In matematica, funzione d., funzione che ammette derivata.