In sistematica filogenetica, condizione relativamente primitiva; il carattere plesiomorfo è quello che non ha subito modificazioni in un recente passato. La p. si contrappone ad apomorfia, che indica le [...] ‘novità’ evolutive; il carattere apomorfo è quello derivato. Quando un carattere plesiomorfo è condiviso da più specie si definisce simplesiomorfo. ...
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Nel pugilato, l’azione di abbattere un avversario senza che questi riesca a rialzarsi entro 10 secondi, mettendolo fuori combattimento.
In genetica, k. del gene bersaglio, tecnica secondo la quale si sostituisce [...] un gene con un suo derivato inattivo inserendo DNA estraneo in un preciso locus del genoma mediante ricombinazione omologa; una volta integrata nel genoma, la sequenza modificata è trasmessa stabilmente alle cellule figlie. Nelle cellule di mammifero ...
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specie indicatrice
Francesco Pezzo
Particolare tipo di bioindicatore che con la propria presenza è in grado di fornire informazioni circa lo stato di salute, e quindi di conservazione, di un ecosistema. [...] Il concetto di specie indicatrice è derivato alla biologia della conservazione dall’ecologia animale, la quale, infatti, si occupa dei rapporti tra le diverse specie e tra ciascuna specie e le caratteristiche ambientali all’interno di un ecosistema; ...
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Gruppo di enzimi che catalizzano l’ossidazione della sostanza fotogena luciferina, permettendo l’emissione di luce da parte di numerosi organismi viventi. Nei diversi animali luminescenti esistono luciferine [...] che sono responsabili dell’emissione di luce di colore differente. Così, la luciferina delle lucciole è costituita da un derivato tiazolico di formula C11H8N2O3S2; nel crostaceo Cypridina essa è formata da un cromoforo giallo; infine, nella medusa ...
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valina Composto chimico, di formula (CH3)2CHCH(NH2)COOH (acido α-amminoisovalerianico), uno degli amminoacidi essenziali. È contenuto in molte proteine di origine sia animale sia vegetale. Si presenta [...] , destrogira e levogira. Cristalli incolori, solubili in acqua. Sotto il nome di norvalina si indica l’amminoacido derivato dall’acido valerianico normale. La biosintesi della v. è comune anche agli altri due amminoacidi isoleucina e leucina ...
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NADPH ossidasi
Giuseppe Rotilio
Enzimi che ossidano il coenzima ridotto NADPH producendo la forma ossidata NADP+ e H2O2. NADPH si forma in alcune ossido-riduzioni enzimatiche, tipiche di vie metaboliche [...] carico del glucosio 6-fosfato. L’ossidazione enzimatica dell’NADPH è il caso tipico di produzione di un derivato di riduzione incompleta dell’ossigeno, potenzialmente tossico, a fini metabolicamente utili per l’organismo in circostanze particolari. L ...
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ipotesi monoaminergica
In psichiatria, ipotesi secondo cui la depressione clinica deriverebbe da una riduzione dell’efficienza di uno o più tipi di sinapsi cerebrali che utilizzano monoamine, come la [...] . Tale ipotesi prese spunto da antichi studi sull’uso della reserpina come agente ipotensivo, un alcaloide derivato dall’arbusto Rauwolfia serpentina. La reserpina agisce sul sistema nervoso centrale impedendo l’immagazzinamento delle monoamine nelle ...
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Chimerismo
Paolo Vezzoni
Fenomeno che genera un organismo composto da cellule originate da individui diversi: se questi individui appartengono alla stessa specie la chimera sarà intraspecifica, se gli [...] veniva trapiantato nell’embrione di pollo. In tal modo potevano essere seguite le cellule trapiantate per studi di derivazione cellulare. In senso lato, chimere interspecifiche sono anche quegli organismi in cui cellule appartenenti a un individuo ...
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Amminoacido essenziale, di formula NH2(CH2)4CHNH2COOH (acido α, ε -diamminocaproico). La forma levogira è presente in tutte le proteine, a eccezione della gliadina del frumento e della zeina del granturco. [...] la biosintesi della l. avviene a partire dall’acido piruvico attraverso la formazione, come composto intermedio, del diammino derivato dell’acido pimelico che per decarbossilazione passa a lisina. Nelle altre alghe e funghi l’acido chetoglutarico si ...
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Decima lettera dell’alfabeto latino, che rappresenta l’occlusiva velare sorda (il suono proprio di c in casa, fuoco, acuto).
Linguistica
Nell’alfabeto fenicio portava il nome di kap e con la forma
rappresentava [...] lingue germaniche invece, e così nelle altre non romanze che si servono dell’alfabeto latino, e a maggior ragione negli alfabeti derivati da quello greco, la lettera k si è conservata.
Astronomia
La lettera K indica una classe spettrale di stelle di ...
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derivato
s. m. [part. pass. di derivare1]. – 1. Prodotto ottenuto da un altro attraverso trasformazione chimica: i d. del petrolio. Nella nomenclatura chimica è frequente anche come secondo elemento di termini composti, dei quali il primo...
derivabile
derivàbile agg. [dal lat. tardo derivabĭlis]. – Che si può derivare (nelle varie accezioni di derivare1). In matematica, funzione d., funzione che ammette derivata.