COLLEONI, Bartolomeo
Michael E. Mallett
Figlio di Paolo di Guidotto e di Riccadonna de' Valvassori da Medolago, nacque nel castello di Solza (Bergamo) probabilmente nel 1400.
La sua famiglia apparteneva [...] del sec. XII. Secondo alcuni biografi nello stemma dei Colleoni apparivano teste di leone e da questo segno sarebbe derivato il cognome: successivamente il C. avrebbe sostituito le teste leonine con il triplice segno dei testicoli. Secondo il Mazzi ...
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Kabalevskij, Dmitrij Borisovič
Marta Tedeschini Lalli
Compositore russo, nato a San Pietroburgo il 30 dicembre 1904 e morto a Mosca il 17 febbraio 1987. A partire dagli anni Trenta si dedicò intensamente [...] nuovo mezzo di comunicazione fosse un veicolo importante di educazione delle masse. Il linguaggio che ne è derivato privilegia essenzialmente la rielaborazione di temi del folklore russo, in un quadro di chiarezza espositiva e semplicità formale ...
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Pittore (Napoli 1575 circa - ivi 1635). Formatosi direttamente sul Caravaggio, con probabilità durante un soggiorno a Roma, fu il primo napoletano a darne una interpretazione schietta e spoglia di abbellimenti [...] La lavanda dei piedi (Napoli, Museo di S. Martino), ecc. Verso il 1620 inclinò a un fare decorativo in parte derivato dai Bolognesi: ne sono esempio gli affreschi nella chiesa del Gesù Nuovo, i dipinti nella Certosa di S. Martino, ecc., fondamentali ...
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Ingegnere aeronautico (Kiev 1889 - Easton, Connecticut, 1972); laureatosi presso il politecnico di Kiev, si interessò subito di costruzioni aeronautiche realizzando nel 1909 il primo elicottero sperimentale, [...] ; nel 1923 fondò un'industria di costruzioni aeronautiche; ritornato allo studio degli elicotteri, nel 1939 realizzò il primo prototipo di successo (il VS-300), da cui fu derivato il primo modello prodotto su scala industriale (il tipo R-4 nel 1943). ...
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Famiglia originaria della Francia meridionale, salita nel 1818 sul trono di Svezia e fino al 1905 anche di Norvegia, con Jean-Baptiste-Jules, già maresciallo di Napoleone, dal 1810 principe ereditario [...] -73), e infine il nipote di questo, Carlo XVI. Altri rami della famiglia sono quello dei B. conti di Wisborg, derivato dal matrimonio morganatico del principe Oscar, fratello di Gustavo V, con la contessa Ebba Munck (1888) e illustrato da Folke (v ...
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Scultore (Firenze 1399 o 1400 - ivi 1482), capostipite della famiglia di scultori. Tra i protagonisti del Rinascimento fiorentino, accanto a F. Brunelleschi, a Donatello, a Masaccio e al Ghiberti, ha saputo [...]
Si educò forse presso un orafo e con un periodo di ricerche nella bottega di L. Ghiberti, dal quale si mostra derivato nel gotico fluire di molte figure. Ma quando ci appare la prima volta sicuramente, nella cantoria per il duomo di Firenze (1431 ...
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Uomo politico statunitense (Grand Chute, Wisconsin, 1908 - Bethesda, Maryland, 1957). Senatore repubblicano dal 1946 al 1954. Presidente del Permanent senate sub-committee on investigations (1953-54), [...] per l'arbitrarietà dei metodi adottati, nel 1954 M. ricevette un voto di censura da parte del senato. Dal suo nome è derivato il termine maccartismo (angloamer. McCarthyism) per indicare un atteggiamento illiberale e di ottuso anticomunismo. ...
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DEGLI ERMANNI (de Armannis, de Ermannis, de Hermannis), Felcino (Falcinus, Felicinus)
Claudio Regni
Figlio di Bartolomeo di Felcino, nacque probabilmente intorno alla metà del sec. XIV da nobile famiglia [...] forma cognominale "della Staffa". Non tutti i commentatori sono d'accordo sulle origini di tale appellativo, che secondo alcuni sarebbe derivato al padre del D. dal fatto di aver meritato di ricevere nel 1358 dal Comune di Perugia le insegne equestri ...
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BARTOLOMEO di Giovanni, detto Bartolomeo del Tintore
Vincenza Scassellati Sforzolini Riccardi
Di origine ferrarese, se si accoglie l'indicazione di un documento del 1461, fu a lungo operoso in Bologna [...] "Don Bartolomeo de mo Zoane tintore", si può dedurre col Frati (1896) oltre all'origine del soprannome, evidentemente derivato dalla professione patema, che avesse preso gli ordini religiosi. Mentre non mancano notizie documentarie sull'attività di ...
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Pittore (Anversa 1610 circa - Mantova 1670), operò come ritrattista di corte a Parma (1639-43) e, dopo un soggiorno di dodici anni in patria, dal 1655 alla morte fu al servizio di diverse corti di Germania [...] 1708), ne seguitò l'opera alla corte dei Farnese, dove rimase fin verso il 1680 quando fu richiamato a Bruxelles. Sia nell'uno sia nell'altro, ai modi ritrattistici tradizionali s'aggiunge un accento pittorico chiaramente derivato da A. Van Dyck. ...
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derivato
s. m. [part. pass. di derivare1]. – 1. Prodotto ottenuto da un altro attraverso trasformazione chimica: i d. del petrolio. Nella nomenclatura chimica è frequente anche come secondo elemento di termini composti, dei quali il primo...
derivabile
derivàbile agg. [dal lat. tardo derivabĭlis]. – Che si può derivare (nelle varie accezioni di derivare1). In matematica, funzione d., funzione che ammette derivata.