Si chiamano dimostrativi tutti quegli elementi ➔ deittici la cui interpretazione presuppone necessariamente il riferimento a componenti della situazione comunicativa (➔ contesto). Della categoria dei dimostrativi [...] : i due termini si devono a Fillmore 1975: 40), con il parlante considerato come l’origo (Bühler 1934), cioè il centro deittico, il punto a partire dal quale si considera la distanza. Questo è allora il dimostrativo prossimale; quello, invece, è il ...
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L’espressione lingua parlata identifica un insieme di caratteristiche strutturali e funzionali che si manifestano primariamente, ma non in modo esclusivo, quando si usa la lingua attraverso il canale fonico-uditivo [...] nel parlato è legato a vari fattori, tra i quali bisogna almeno ricordare i seguenti:
(a) il già menzionato uso dei deittici;
(b) l’uso di catene anaforiche (➔ anaforiche, espressioni);
(c) l’uso di ➔ dislocazioni, a destra (lo compro io il giornale ...
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I pronomi personali, come tutti i ➔ pronomi, sono una sottoclasse della categoria più generale delle cosiddette pro-forme, parole semanticamente vuote (o quasi) che servono a sostituire altre unità linguistiche [...] ricordato, il pronome di terza persona, a differenza di quelli di prima e seconda persona, può avere una funzione sia deittica sia anaforica: in quest’ultimo caso, il pronome si riferisce a un’entità menzionata prima nel discorso tramite una forma ...
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Si può definire gesto qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Ma esistono gesti pratici (quelli che si fanno per afferrare o per costruire un oggetto, aprire una porta, appoggiarsi [...] un’immagine mentale visiva.
Vi sono tipi diversi di gesti (Efron 1941; Ekman & Friesen 1969; McNeill 1992; Kendon 2004): gesti deittici (➔ deittici) con cui si indica un oggetto o una persona con l’indice o con la mano aperta (Kita 2003; Kendon ...
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I verbi di movimento (o di moto) esprimono in vari modi il cambiamento di posizione di un’entità da un punto a un altro nello spazio o, figuratamente, nel tempo.
Darne una definizione precisa non è facile, [...] nel suo studio; il parlante, sapendo che alcune sue caratteristiche sono per così dire ‘stabili’, prevedibili, sposta l’origo (➔ deittici) del suo discorso nel punto in cui, in un momento diverso da quello nel quale parla, verosimilmente si troverà o ...
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I pronomi sono un insieme di forme o classi di parole (➔ parti del discorso) accomunate sul piano funzionale dal fatto che, pur avendo valore referenziale, sono prive di capacità di referenza (➔ definizione [...] in cui il discorso avviene (➔ contesto). Nel primo caso il rinvio è di tipo anaforico (➔ anafora), nel secondo è di tipo deittico (➔ deittici):
(2) sul secondo ripiano della credenza ci sono delle forbici: me le prendi per favore? [le = le forbici di ...
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L’espressione lingua colloquiale indica il complesso di usi linguistici che si manifestano primariamente, ma non esclusivamente, quando si parla in situazioni naturali e spontanee e in contesti informali; [...] al già noto e implicito nell’atto comunicativo. A ciò si deve l’alta frequenza di deittici (questo, quello, qui, lì, ecc.; ➔ deittici) e la possibilità di ricorrere all’ellissi contestuale (➔ ellittici, enunciati), come nell’enunciato seguente, in ...
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Gli avverbi temporali sono ➔ avverbi e locuzioni avverbiali (➔ avverbiali, locuzioni) che indicano il momento in cui si svolge un’azione indicata dal predicato, o quello in cui è dato registrare una certa [...] alla giornata in corso si adopera, solo in unione con pomeriggio, l’avverbio oggi (oggi pomeriggio); altrimenti si userà il deittico questa (che va a formare una locuzione avverbiale) o la sua forma abbreviata sta-: si hanno così le forme questa ...
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Gli scambi dialogici scritti mediante più computer collegati in rete (posta elettronica e chat) rientrano nel sistema dei nuovi media (➔ Internet, lingua di). Alcune caratteristiche della posta elettronica [...] il modo in cui simbolizzano la distanza (Pistolesi 2004: 18-19)
La massiccia presenza di ➔ segnali discorsivi, di ➔ deittici e di interiezioni (➔ interiezione) e ➔ intercalari (be’, boh, bon, comunque, dai, ecco, ascolta, guarda, uffa, ecc.) conferma ...
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deittico
deìttico (poco com. deìctico; raro dìttico) agg. [dal gr. δεικτικός, der. di δεῖξις: v. deissi] (pl. m. -ci), letter. – Che designa con evidenza, con precisione; in partic., riferito a pronome o aggettivo, sinon. di dimostrativo....
coreferenza
coreferènza s. f. [comp. di co-1 e referenza]. – In linguistica, l’insieme dei rinvii a uno stesso referente, ottenuto attraverso l’anafora, la catafora, i deittici, ecc.