ossitono
Ghino Ghinassi
Nelle parole o., cioè accentate sull'ultima sillaba di origine latina, l'uso dantesco non presenta divergenze sostanziali dall'uso moderno. Si può osservare, tutt'al più, in [...] di non facile soluzione, quando le ragioni metriche non siano veramente stringenti né soccorrano altre prove. Nei versi Antigone, Deïfile e Argia / e Ismene sì trista come fue (Pg XXII 110-111), il Petrocchi preferisce, contro gli editori precedenti ...
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dieresi
Gian Luigi Beccaria
Due vocali contigue nel corpo della parola equivalgono di solito, nel computo del verso, a una sillaba sola; ma il poeta può talvolta tenerle distinte, per conferire loro [...] , beato, tornear, peana, real, reame, roteata, roteando, Leandro, Learco), ‛ ee ' (neente), ‛ ei ' (reina, veicolo, Deifile, Deidamia), ‛ eo ' (galeotto, leone, Eteòcle, Anacreonte, Gedeòn), ‛ eu ' (Creusa), ‛ oa ' (Romoaldo, Croazia, coarta, cloaca ...
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sicuro (securo)
Alessandro Niccoli
È presente in tutte le opere meno che nelle Rime, ma è usato con frequenza - come assoluto oppure seguito da un complemento introdotto da ‛ di ' o da ‛ da ' - solo [...] chi è libero da timori o ritegni parla con voce... sicura (Pd XV 67), " ferma e non tremante " (Buti). Quando Argia e Deifile furono condotte alla presenza del loro padre Adrasto e dei due eroi Polinice e Tideo, li loro occhi fuggiro da ogni altrui ...
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grecismi
Bruno Migliorini
Le parole di origine greca che appaiono nelle opere di D. erano nella massima parte già correnti nell'uso popolare o dotto del suo tempo; qualcuna soltanto è stata attinta [...] Diogenès, Empedoclès, Eufratès, Lachesìs (accento dubbio), Semiramìs, Parlìs. Per i nomi in vocale citiamo Antigonè, Caliopè, Climenè, Deifilè, Ismenè, Penelopè, Semelè; Eunoè, Letè; Cliò e forse Clotà. Obbediscono a questa regola anche i nomi comuni ...
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gente [sost.; plur. anche gente]
Antonio Lanci
Sostantivo ad altissima frequenza; ricorre in tutte le opere volgari di Dante. Il plurale, nelle edizioni oggi normalmente seguite, è di solito ‛ genti [...] angoscia).
Più specifico il valore del termine in Pg XXII 109 Quivi [nel Limbo] si veggion de le genti tue / Antigone, Deïfile e Argia, / e Ismene, cioè " i personaggi cantati da te [Stazio] nelle tue opere ".
In due luoghi g. assume il significato ...
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Stazio, Publio Papinio
Ettore Paratore
D. ricorda S. già in Cv IV XXV 6 come lo dolce poeta. Si sarebbe tentati di pensare che così definendolo egli alludesse alle Silvae. Ma del poeta egli ignorava [...] nuova creazione epica. Sotto quest'aspetto assume tutto il suo significato il fatto che in Pg XXII non solo Argia e Deifile, i modelli di virtù già esaltati nel Convivio, ma anche Antigone, Ismene, Isifile, Manto, e, accanto ai principali personaggi ...
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tenere (tenire)
Alessandro Niccoli
Vocabolo di notevole frequenza, presente in tutte le opere compresi il Fiore e il Detto.
Quanto alla morfologia, è da rilevare l'alternanza di forme con nesso palatale [...] di questa donna; XXXVI 5 9 non posso tener li occhi... / che non reguardin voi; e ancora in Cv IV XXV 8 [Argia e Deifile] palide e rubicunde si fecero, e li loro occhi fuggiro da ogni altrui sguardo, e solo ne la paterna faccia, quasi come sicuri, si ...
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