Filosofo inglese (Londra 1866 - ivi 1925), uno dei maggiori esponenti del neohegelismo inglese. La sua opera teorica principale è The nature of experience (1º vol. 1921; 2º, post., 1927, a cura di C. D. [...] , di cui ha tentato un'approfondita esegesi, mettendo in luce le difficoltà e le aporie del metodo e della deduzione categoriale hegeliana (Studies in the hegelian dialectic, 1896). Tra le altre sue opere: Studies in the hegelian cosmology (1901 ...
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necessità Carattere, qualità, condizione di ciò che non può non essere o essere diversamente da come è.
Filosofia
Nel mondo greco, il termine corrispondente a n., ἀνάγκη, è adoperato inizialmente per [...] da quella della realtà esistente, riporta alla prima anche il concetto di n., considerandolo pertinente al campo della deduzione logica e sillogistica. Necessario è, in questo senso, ciò che rigorosamente dipende dalle sue premesse logiche, o, in ...
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(o neocriticismo) Serie di scuole e movimenti filosofici affermatisi in Germania nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento e diffusisi anche in Francia, Gran Bretagna e Italia, [...] si oppose la scuola di Gottinga (L. Nelson), che cercò di giungere a una fondazione psicologica della deduzione trascendentale kantiana, senza incorrere nei pericoli del relativismo e del riduzionismo psicofisiologico.
Notevole influenza ebbe inoltre ...
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. Assumendo la parola "epistemologia" nel senso di "riflessione critica generale intorno alla conoscenza scientifica", il presente tentativo di sintesi problematica delle acquisizioni epistemologiche post-ottocentesche [...] la definizione di ulteriori termini o concetti per mezzo dei primitivi, l'altra ha parimenti lo scopo di permettere la deduzione di nuovi asserti o giudizi - i cosiddetti teoremi - senza eccezione veri, qualora tali risultino gli assiomi da cui sono ...
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La Rivoluzione scientifica: i domini della conoscenza. La musica
Paolo Gozza
La musica
La musica e il Cosmo
Secondo la tradizione, l'istituzione del termine Cosmo (kosmos, mundus) risale a Pitagora. [...] , e viceversa; per esempio, Terra e Venere danno insieme una sesta minore e maggiore. Ma più importante per Kepler è la deduzione dell'accordo a sei parti generato dalle velocità orbitali di tutti i sei pianeti insieme. A questo fine, poiché gli ...
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PASTORE, Valentino Annibale
Gaspare Polizzi
PASTORE, Valentino Annibale. – Nacque a Orbassano il 13 novembre 1868, da Lorenzo e Luigia Peirani.
Studiò presso l’oratorio di Don Bosco a Torino. Proseguì [...] 10). Egli univa in tal modo in una sintesi filosofica superiore i mezzi della scienza – «il calcolo e l’esperimento cioè la deduzione pura (per concetti) o applicata (per oggetti)» – con i mezzi della coscienza – «l’amore e l’azione cioè l’intuizione ...
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ZENONE di Elea
Guido Calogero
Pensatore greco del sec. V a. C. Scolaro di Parmenide, fu uno dei principali rappresentanti della scuola eleatica. Secondo Apollodoro la sua acme cadrebbe tra il 464 e [...] - è per alcuni lati manchevole). Risulta da essa, anzitutto, che fondamentale caratteristica della polemica zenoniana è la deduzione degli assurdi derivanti dal presupposto della molteplicità: e giacché anche i pochi frammenti originali di Z. che ci ...
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Matematico e filosofo polacco (Wolsztyn, Poznań, 1778 - Neuilly 1853). Autore di importanti studi sulle funzioni, giunse alla soluzione dei sistemi di equazioni differenziali lineari. Dette vita al movimento [...] . a sviluppare solo il fatto formale della matematica lo condusse a singolari forme di "misticismo matematico", come la pretesa deduzione dell'"Assoluto" da una "matematica universale" da lui ideata. La filosofia mistica di W.-H., il "messianismo", è ...
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ZABARELLA, Giacomo
Delio Cantimori
Nato a Padova il 5 settembre 1533, morto ivi il 15 ottobre 1589, fu il maggiore rappresentante della scuola aristotelica patavina del Cinquecento.
Fra i contemporanei [...] se annoverarlo fra gli "alessandristi" o fra gli "averroisti". Nella conoscenza umana lo Z. distingue l'induzione confusa e la deduzione chiara e distinta, in questa sono da distinguere i primi e i secondi pensieri (i secondi sono la rielaborazione e ...
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logica
lògica [Lat. logica, dal gr. loġiké (sottinteso téchne "arte"), a sua volta da lógos "discorso, ragionamento"] [ELT] [INF] Il complesso dei circuiti logici che fanno parte di un dispositivo elettronico [...] simili. ◆ [ELT] [INF] L. negativa: v. oltre: L. positiva. ◆ [ELT] [INF] L. non monotona: sistema deduttivo utilizzato nella deduzione automatica, in contrapp. alla logica classica; in essa il corpo degli enunciati dimostrati può anche non crescere al ...
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deduzione
deduzióne s. f. [dal lat. deductio -onis, der. di deducĕre «dedurre»]. – 1. Termine tecnico usato dai Romani per indicare la fondazione di una colonia. 2. L’atto o il processo tramite il quale si perviene a una conclusione mediante...
deduttivo
agg. [dal lat. tardo deductivus, der. di deducĕre «dedurre»]. – Che riguarda la deduzione (come procedimento logico): metodo d., quello che procede per deduzione, usando cioè soltanto il ragionamento senza far ricorso all’esperienza...