La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] Fortarrigo (IX, 4, 15 e 17). Anche al di fuori degli inserti dialettali o variamente connotati, le battute dialogiche del Decameron sono assai notevoli per i fenomeni di mimesi del parlato che vi si osservano (D’Achille 1990; Testa 1991), presenti in ...
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Filologo e storico (Firenze 1515 - ivi 1580); benedettino, priore del suo monastero in Firenze. Filologo singolarmente dotato, membro della commissione deputata alla correzione del Decameron (arbitraria [...] e inutile manomissione del testo, 1573), scrisse in quell'occasione Annotazioni e discorsi sopra alcuni luoghi del D., di molto pregio. Nel 1572 curò un'ediz. del Novellino; notevoli gli studî sulla storia ...
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Scrittore (Montecatini 1702 - Firenze 1785). Condusse una vita errabonda e avventurosa in varie parti d'Europa; nel 1748 si stabilì a Londra, dove pubblicò un'interessante Istoria critica della vita civile [...] (1752); Lettere familiari e critiche (1758); un'ediz. del Decameron (1762) con osservazioni storiche e critiche; un'Istoria d'Inghilterra (1770-73). Tornato in Toscana, pubblicò nel 1776 la Storia del governo d'Inghilterra e delle sue colonie d'India ...
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Filologo e critico letterario (Savona 1913 - Venezia 2004). Un ramo della famiglia discende dall'abate Stoppani (1824-1891), e porta vivo il senso di quella missione, che fu del cattolicesimo liberale [...] sul Boccaccio, di cui è stato fondatore. Di Boccaccio è il più autorevole interprete internazionale, avendo del Decameron identificato gli autografi e fornito l'edizione critica, a coronamento dell'imponente scrutinio dei testimoni (Tradizione delle ...
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PROPRIO O PROPIO?
La forma corretta è proprio (dal latino proprium ‘personale’)
Frank, sei proprio sicuro che non ti vuoi fermare? (G. Faletti, Io uccido)
Sconsigliabile è la variante popolare propio [...] (derivata dalla stessa base latina), sebbene anticamente fosse comune anche nella lingua scritta
s’io vedessi la propia persona (G. Boccaccio, Decameron). ...
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La ridondanza pronominale (del tipo a me mi pare) è caratteristica della produzione linguistica orale informale (➔ colloquiale, lingua) e risponde a un’esigenza pragmatica di intensificazione dell’informazione, [...] attestabile già, di là dalle diverse tipologie, nell’italiano dei secoli scorsi (per il Decameron di Boccaccio, cfr. Stussi 1995 e Vitale 2002).
Nell’italiano contemporaneo, di là dalla dislocazione (alla sinistra del verbo: il treno lo prendo alle ...
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Critico e filologo italiano (Cutrofiano 1914 - Lecce 2015); prof. univ. dal 1963, ha insegnato letteratura italiana a Lecce. Importanti le sue ricerche sui poeti minori del tempo di Dante (Cultura e stile [...] e altri studi, 1961; Con Dante fra i poeti del suo tempo, 1966) e le sue indagini su Guittone, su Boccaccio (ed. del Decameron, 1958, nuova ed. 1974; e delle Opere minori in volgare, 4 voll., 1969-72), Ariosto, Bembo, Berni, sempre fedeli a una ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] io feci fare alla [= dalla] mia donna a colei che l’aspettava questa risposta»: Dec. III, 6, 19). C’è nel Decameron anche un uso quasi pleonastico dei verbi modali (➔ modali, verbi), specie dovere («gli entrò nel capo non dover potere essere che essi ...
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Un linguaggio tecnico della gastronomia si può datare per l’italiano già ai primi secoli (sicuramente agli inizi del Trecento), molto prima cioè della circolazione di ricettari classici, dai trattati rinascimentali [...] & Frosini 2009).
Termini gastronomici sono presenti fin dai più antichi testi italiani, anche letterari (per es., nel Decameron), ma è certamente la comparsa del libro di cucina, ai primi del Trecento, che fa registrare, oltre a denominazioni ...
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MISERO, SUPERLATIVO DI
Misero è uno degli aggettivi che formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso -errimo anziché -issimo, come nella forma latina miserrimus
misero ▶ miserrimo
La forma [...] nella tradizione letteraria fin dai primi secoli
Il mondo, che è miserissimo, tosto buon diverrebbe (G. Boccaccio, Decameron)
ed è registrato già nella prima edizione (1612) del Vocabolario degli accademici della Crusca, mentre miserrimo è ...
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tamagno
agg. [voce settentr., lat. tam magnus], ant. – Tanto grande, così grande; in senso assol., assai grande o, al contrario, molto piccolo. Con quest’ultimo sign. fu usato talvolta il dim. tamagnino, anche come soprannome di persona di...
ventisettana
agg. e s. f. [der. di ventisette, come anno del secolo in riferimento]. – In filologia e nella critica letteraria, l’edizione v. o la v., del Decameron, la famosa edizione del 1527 (Firenze, Giunti) dell’opera di Boccaccio; la...