FORESE da Rabatta
Giovanni Ciappelli
Figlio di Ughettuccio di Bentivegna, nacque nella seconda metà del sec. XIII a Rabatta (presso Borgo San Lorenzo, Firenze) o nella stessa Firenze.
La famiglia di [...] di chi con alcun leggiadro motto, tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericolo o scorno" (Decameron, a cura di V. Branca, Torino 1984, p. 711) - Nella quinta novella si racconta come F. e Giotto, ritornando a ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Bartolomeo Facio
Francesco Tateo
S’incontrò e si scontrò con Lorenzo Valla sul piano della più schietta professione umanistica, l’arte del dire, la storiografia, l’etica, senza farsi coinvolgere però [...] e Britanni, nella lunga narrazione in versi del De bello Clodiano (1444), nell’eloquente traduzione della novella X 1 del Decameron e, soprattutto, nel De rebus gestis ab Alphonso primo Neapolitanorum rege (1451-57), opera storica in dieci libri, che ...
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GIANFIGLIAZZI, Corrado
Vanna Arrighi
Figlio di Giovanni (Vanni) di Cafaggio, nacque nell'ultimo quarto del secolo XIII a Firenze o forse ad Avignone, dove il padre aveva impiantato una florida azienda [...] 37; I Libri di commercio dei Peruzzi, a cura di A. Sapori, Milano 1935, pp. 347, 429 s., 445, 448, 507 s.; G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca, II, Firenze 1952, pp. 142-147; D.M. Manni, Illustrazione al Boccaccio, Firenze 1742, pp. 408-411 ...
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CACCIACONTI, Ghino
Paolo Bertolini
Figlio di Tacco di Ugolino signore del castello della Fratta in Val di Chiana, il C. nacque nella seconda metà del sec. XIII, verosimilmente intorno al 1270. Ci sono [...] 1931, pp. 93-98.Vedi Francesco da Barberino, I documenti d'Amore, a cura di F. Egidi, II, Roma 1912, pp. 96 s.; G. Boccaccio, Decameròn, a cura di V. Branca, II, Firenze 1952, pp. 350 e nota 1, 352 e note 3-4. Le notizie degli eruditi dei secc. XVI ...
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GUICCIARDINI, Agnolo
Vanni Bramanti
Nacque a Firenze il 27 dic. 1525 da Girolamo di Piero e Costanza di Agnolo Bardi, deceduta pochi giorni dopo averlo dato alla luce: a lei era stata assegnata in dote [...] G. fu chiamato a partecipare al gruppo di lavoro (i "deputati") che in quel giro di mesi avrebbero dovuto "rassettare" il Decameron, nella prospettiva dell'edizione che fu poi realizzata nel 1573: com'è noto, uno dei connotati fondamentali di questa ...
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DIEDO (Diedus, Dedus Didius), Francesco
Gilbert Tournoy
Figlio di Alvise di Marco, del ramo di Ss. Apostoli dell'antica famiglia appartenente al patriziato veneziano, e di Creusa di Giovanni Boldù, [...] e genero di Niccolò Sagundino, il D. dedicò il 15 marzo 1470 la traduzione latina della novella X, 8 del Decameron (cod. Vat. lat. 5336). La storia degli amici Tito e Gisippo, che più tardi, grazie soprattutto alla traduzione ugualmente latina ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze (2013)
Lingua, letteratura e scienza da Dante a Calvino
Andrea Battistini
Il sapere integrato del Medioevo
Ai tempi di Dante Alighieri, una vera distinzione tra le «due culture» non si poneva perché la stessa [...] essere fondato sul principio di equità e Giovanni Boccaccio a ritrarre con ironia i medici in talune novelle del Decameron. Ciò non toglie che questi uomini di lettere abbiano competenze anche scientifiche: basti ricordare, proprio di Boccaccio, le ...
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FRESCOBALDI, Lambertuccio
Fabio De Propris
Nacque intorno al 1250 a Firenze da una figlia di Lamberto Belfradelli - il cui nome non è noto - e da Ugolino (Ghino), esponente dell'arte di Calimala. Fu [...] Bertuccio, a dritto uom vi cagiona"; senza fondamento è invece l'identificazione del F. con il Lambertuccio della novella boccacciana (Decameron, VII, 6).
Dal 1284 si ha notizia di un ingresso autonomo del F. nel mondo bancario e commerciale con una ...
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Intolleranza/tolleranza
Franco Cardini
Quella che noi definiamo correntemente «tolleranza» si riferisce, com’è noto, a parametri molto precisi e a modelli concettuali fortemente ancorati ad alcuni testi [...] nulla salus. Gli aveva dato voce l’apologo conosciuto come «fiaba delle tre anella», raccolto anche da Giovanni Boccaccio (Decameron I, 3) e che ci conduce dritti al paradosso illuministico dell’idea di tolleranza.
Il «paradosso» consiste nella ...
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CACCIANEMICI, Alberto
Augusto Vasina
Personaggio di non comune importanza politica nel mondo comunale bolognese ed emiliano del sec. XIII, ma noto per lo più, indirettamente, come padre di Venedico [...] , 15; Relatio translationis corporis s. Geminiani..., ibid., VI, 1, a cura di G. Bertoni, App. III, 2, p. 18; G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca, II, Firenze 1952, p. 551; L. V. Savioli, Annali bolognesi, Bassano 1795, III, 1, pp. 214, 223 ...
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tamagno
agg. [voce settentr., lat. tam magnus], ant. – Tanto grande, così grande; in senso assol., assai grande o, al contrario, molto piccolo. Con quest’ultimo sign. fu usato talvolta il dim. tamagnino, anche come soprannome di persona di...
ventisettana
agg. e s. f. [der. di ventisette, come anno del secolo in riferimento]. – In filologia e nella critica letteraria, l’edizione v. o la v., del Decameron, la famosa edizione del 1527 (Firenze, Giunti) dell’opera di Boccaccio; la...