BOCCACCIO, Giovanni
V. Branca
Nato probabilmente a Firenze nel 1313, morto a Certaldo nel 1375, B. è il fondatore della narrativa moderna, il maggior novelliere e romanziere europeo in prosa e in versi, [...] o allusivo, con il valore morale di 'fare un segno' in una società ormai avida di segni sociali. Basti pensare a Ciappelletto (Decameron, I, 1) o alla Belcolore (VIII, 2), a Ghismonda (IV, 1) o a Simona (IV, 7), a Federigo degli Alberighi (V, 9 ...
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Soprannome col quale è noto il pittore fiorentino Nozzo di Pierino (prima metà del sec. 14º): uomo di proverbiale dabbenaggine, figura nel Decameron (VIII, 3a e 6a; IX, 3a e 5a) come vittima di grandiose [...] burle degli amici Bruno, Buffalmacco e altri. C. è il prototipo della stupidità umana, che la pretende a furberia (donde il comico), contrapposta a quella intelligenza e saviezza che è uno degli ideali del Decameron. ...
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BUONAMICO BUFFALMACCO
L. Bellosi
Pittore di origine fiorentina, attivo nella prima metà del Trecento. Con il nome Buffalmacco vive nella letteratura novellistica trecentesca come figura di pittore burlone. [...] i più grandi pittori fiorentini.Nonostante la veridicità delle notizie di contorno in cui B. è inserito, soprattutto nel Decameron (Bacci, 1911), questa fama consegnata alla novellistica ha nuociuto alla sua figura di pittore, fino al punto da far ...
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Novellatore (m. dopo il 1406), non si sa se sia veramente nato a Firenze. Fu notaio; riparato, forse per ragioni politiche, a Dovadola presso Forlì, dal 1378 a dopo il 1385 vi scrisse cinquanta novelle, [...] imitazione del Decameron. Il libro è detto Pecorone, da un nomignolo datogli in un sonetto burlesco che lo conclude. Scarsa originalità hanno le novelle, che per venticinque giorni due innamorati, il cappellano Aurecto (anagramma di Auctore) e la ...
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Pittore e disegnatore (Parigi 1699 - ivi 1773). Allievo di F. Boucher e interprete di J. A. Watteau, dal 1732 al 1745 lavorò in Inghilterra dove contribuì alla diffusione del gusto francese. Si distinse [...] significative le illustrazioni per Pamela di S. Richardson, per l'edizione di Shakespeare curata da L. Theobald e quelle per Décaméron, Contes moraux, Nouvelle Heloïse di J.-J. Rousseau. Fu anche autore di un trattato di prospettiva. Suoi disegni al ...
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Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega [...] raffinata, architettonicamente disposta secondo i modelli di Cicerone e più di Livio e di Apuleio; ma accanto a questi esempi il Decameron ne offre altri e diversi, di un lessico vario sino al dialetto, di una sintassi snodata, nervosa, parlata; e i ...
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GIOTTO
A. Tomei
Pittore e architetto fiorentino, nato, secondo la tradizione, a Vespignano nel Mugello intorno al 1267, attivo tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento.Artista-simbolo dell'intero [...] di San Francesco ad Assisi. Una introduzione al problema, ivi, pp. 675-688; P.D. Stewart, Giotto e la rinascita della pittura: Decameron VI. 5, Yearbook of Italian Studies 5, 1983, pp. 31-34; F. Flores d'Arcais, La presenza di Giotto al Santo, in ...
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CONVENTO
C. Bozzoni
Il termine c., usato spesso impropriamente per designare una casa religiosa in genere, come sinonimo di monastero o cenobio, indica in senso stretto la comunità di un ordine regolare, [...] . 54, 377; Iacopone da Todi, Laude, a cura di F. Mancini, Roma-Bari 1974, pp. 97, 150; Giovanni Boccaccio, Decameron, edizione critica secondo l'autografo Hamiltoniano, a cura di V. Branca, Firenze 1976, p. 54; Giovanni Cavalcanti, Istorie fiorentine ...
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MANESSIER, Alfred
Agnese CONCINA SEBASTIANI
Pittore francese, nato a Saint-Ouen (Somme) il 5 dicembre 1911; ha studiato all'École des Beaux-Arts di Amiens, poi (dal 1929) a quella di Parigi. Cominciò [...] 1957). Si devono inoltre a M. le scene e i costumi per il balletto La comédie humaine di L. Massine, dal Decameron, al festival del balletto di Nervi, 1960.
Bibl.: C. Bourniquel, Trois peintres, Le Moal, M., Singier, Parigi 1946; L. Degand, Lapicque ...
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BANCHETTO
P. Mane
Il b., pasto solenne al quale partecipano numerosi convitati, svolse un ruolo importante nella vita medievale. Come tema iconografico è stato trattato durante tutto il Medioevo, in [...] dal sec. 14°, il pasto viene servito su piccole tavole rotonde: è quanto si vede in numerose versioni illustrate del Decameron di Boccaccio o sui codici miniati del Trecento e del Quattrocento nelle raffigurazioni del mese di gennaio.Già in età ...
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tamagno
agg. [voce settentr., lat. tam magnus], ant. – Tanto grande, così grande; in senso assol., assai grande o, al contrario, molto piccolo. Con quest’ultimo sign. fu usato talvolta il dim. tamagnino, anche come soprannome di persona di...
ventisettana
agg. e s. f. [der. di ventisette, come anno del secolo in riferimento]. – In filologia e nella critica letteraria, l’edizione v. o la v., del Decameron, la famosa edizione del 1527 (Firenze, Giunti) dell’opera di Boccaccio; la...